Comunicato stampa

La convocazione di San Remo riafferma il diritto di autodeterminazione degli ebrei sanremo2014San Remo, Italia, 27 aprile 2014 – Mentre i colloqui di pace israelo-palestinesi sono ai minimi termini ed in stallo, i delegati di molte nazioni si sono riuniti presso il Royal Hotel di San Remo, in Italia, per riaffermare il diritto degli ebrei all’autodeterminazione, come accordato dal Consiglio Supremo delle potenze alleate, nella conferenza di pace di San Remo, nell’aprile del 1920. “Lo stato ebraico è degno di essere celebrato” ha detto Tomas Sandell, nello spiegare il motivo dell’incontro internazionale che ha avuto luogo nello stesso hotel usato dalla delegazione Britannica nel 1920, e dove si tenne un pranzo formale in concomitanza della conferenza di pace. Sandell ha aggiunto che “Dopo aver sofferto 1800 anni sotto un’occupazione straniera, il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione fu infine confermato a San Remo nel 1920, segnando così l’inizio del processo di decolonizzazione. Questo è il perché la nascita dello stato ebraico dovrebbe essere celebrata non solo dagli ebrei, ma anche da quei popoli che danno valore all’autodeterminazione ed alla sovranità nazionale, quali i popoli arabi del Libano, della Siria e dell’Iraq, che hanno ricevuto a San Remo, nel 1920, gli stessi diritti”. Il posto unico che Israele occupa nella famiglia delle nazioni è stato sottolineato da un messaggio scritto del presidente della repubblica Ceca Milos Zeman e letto dal suo consigliere per la politica estera, l’ambasciatore Hynek Kmonicek, ossia l’oratore principale alla cena di gala del sabato sera. Nel suo saluto, il presidente affermava che “il modo migliore per dimostrare l’amicizia col popolo ebraico era quello del voto alle Nazioni Unite, e non quello dei discorsi formali alle cene di stato”. La repubblica Ceca è stata una delle otto nazioni che hanno rigettato la proclamazione unilaterale di uno stato palestinese, all’assemblea generale dell’ONU, nel novembre del 2012. Il presidente Zeman ha descritto il sostegno della propria nazione ad Israele come “una espressione naturale di valori condivisi” sottolineando così la stretta relazione tra Israele e l’Occidente. Un altro paese che è stato dalla parte di Israele, all’assemblea generale del novembre 2012, è stato il Canada. Impossibilitato ad essere presente, il ministro degli esteri canadese John Baird ha inviato uno scritto in cui affermava che il diritto di Israele di vivere in pace e sicurezza con i suoi vicini è stato costantemente l’oggetto della politica canadese, sin dal 1948. I rappresentanti del governo israeliano alla convocazione erano il direttore generale del ministero per le relazioni internazionali Yossi Kuperwasser ed il vice ambasciatore in Italia Dan Haezrachy. Essi hanno sottolineato l’importanza di San Remo per comprendere la natura dello stato ebraico. Kuperwasser ha dichiarato che “il diritto del popolo ebraico di ricostituire la propria patria in Palestina fu affermato proprio in questo luogo nel 1920, in seguito confermato dal consiglio della Società delle nazioni nel 1922 e dalle Nazioni Unite nel piano di spartizione del 1947. Nonostante questo il leader palestinese Abu Mazen rifiuta sino ad oggi di accettare lo stato ebraico. Ecco perché è necessario tornare a San Remo e ricordarsi di quello che era già stato concordato alla luce del diritto internazionale: il diritto ad esistere di uno stato ebraico”. Il vice sindaco di San Remo, Claudia Lolli, ha spiegato come la Liguria abbia un legame speciale con il popolo ebraico. A circa 200 chilometri da San Remo, a La Spezia, salpò la prima nave che portava i rifugiati ebrei verso la Palestina, dopo la seconda guerra mondiale, e la città è conosciuta come “La porta di Sion”. Lolli ha suggerito che San Remo dovrebbe far conoscere maggiormente la risoluzione del 1920 così da diventare un’attrazione ed un polo culturale per chi volesse scoprire questa parte della storia ebraica, così a lungo nascosta. Nel seminario conclusivo, Sandell e Kuperwasser hanno sottolineato il bisogno di conservare questa eredità di San Remo, un tempo perduta, della storia ebraica. Ha affermato Sandell: “Ogni bambino ebreo dovrebbe leggere ed imparare quello che accadde a San Remo nel 1920 così come alla conferenza di Basilea del 1897 e nella tragedia della Shoah”. Kuperwasser ha concluso dicendo che: “Questa è il lato conosciuto della storia ebraica, quando le potenze della comunità internazionale hanno finalmente confermato il legame storico, culturale e religioso del popolo ebraico con la terra d’Israele. In questo sta il diritto del popolo ebraico di ricostituire la loro patria natia, in quella che allora era la Palestina e riaffermato dalle leggi internazionali”. In un simposio di un giorno, personalità politiche, diplomatici ed economisti hanno guardato allo straordinario contributo dato dagli ebrei all’umanità. “Israele è più delle sue invenzioni tecnologiche e dei suoi premi Nobel: il popolo ebraico ci ha dato un modo completamente nuovo di guardare alla vita” hanno commentato i partecipanti. “Questi stessi valori, come espressi nella carta delle Nazioni Unite, sono i valori originali delle organizzazioni internazionali di oggi”. Il dott. Gragory Lafitte ha concluso il seminario parlando di Israele rispetto all’ONU. “È importante che le Nazioni Unite mantengano l’impegno con il popolo che ha dato loro questi valori”. Egli ha affermato che Israele ha molti amici all’ONU che vogliono impegnarsi con lo stato ebraico per trovare le soluzioni per i problemi di tutti i gironi, attraverso le tecnologie agricole e l’imprenditoria al servizio dello sviluppo, per menzionare solo due delle risoluzioni delle Nazioni Unite, promosse da Israele. Questi ha proseguito dicendo che l’ONU ha bisogno di accogliere maggiormente Israele nella famiglia delle nazioni. Mentre Israele celebra il 65° anno dei appartenenza alle Nazioni Unite, è importante che l’ONU riconosca le festività ebraiche. Ha anche proposto un nuovo Forum diplomatico-culturale per promuovere questi valori universali, come ben rappresentati nella festa dello Yom Kippur. “Lo Yom Kippur ci insegna l’importanza dell’espiazione e della riconciliazione. Non ci sarebbe modo migliore di celebrare il 65° anno di appartenenza all’Onu di Israele che fare propri questi valori all’ONU, proclamando lo Yom Kippur come festa delle Nazioni Unite” ha concluso Lafitte. Questo incontro ha adottato un risoluzione di due pagine nella quale afferma il diritto all’autodeterminazione degli ebrei e che sarà presentata alle Nazioni Unite di New York il 12 maggio, il giorno del 65° anniversario dell’accettazione di Israele come membro dell’ONU.

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