A latere dell’incontro tra Peres, il Papa e Abu Mazen riportiamo tre valutazioni e i commenti di Marcello Cicchese su quello del prof Ugo Volli e di Fiamma Nirenstein.

Ho seguito tutta la cerimonia delle ‘Preghiere per la Pace’… da Israele, il commento di Deborah Fait

E’ servita a qualcosa? Cartoline da Eurabia di Ugo Volli

Il papa ha difeso Israele? Di Fiamma Nirenstein

“Il Papa non ha fatto magie ma ha difeso Israele”, è questo il titolo di un articolo di Fiamma Nirenstein, comparso oggi sul quotidiano Il Giornale. Ne riportiamo uno stralcio: “L’onda mediatica è stata enorme e priva di minacce, aggressioni, critiche. Netanyahu ha taciuto dimostrandosi diplomatico: Abu Mazen ha appena stretto un’alleanza con Hamas, che solo ieri notte ha di nuovo sparato un missile da Gaza. Israele è scioccata dalla sua mossa, ed egli ha avuto fortuna a legittimarsi nell’evento Papale. Non si può tuttavia dire che Francesco abbia voluto favorirlo. E evidente il suo interesse ad apparire giusto con i contendenti, perché questo è ciò che garantisce il buon mediatore. Ma considerare che la fermata davanti al muro di Betfemme che impedisce ai terroristi l’ingresso ma che i palestinesi vogliono rendere simbolo di apartheid, abbia segnalato una preferenza verso i palestinesi, non funziona. Il Papa ha deciso, primo nella storia, di visitare la tomba di Theodor Herzl, fondatore del sionismo, attribuendogli un significato spirituale alla presenza del popolo ebraico qui, riconoscendo che Israele è la sua patria. Del resto aveva nella sua prima enciclica riconfermato che «il patto degli ebrei (sulla terra) con Dio non è mai stato revocato» e ha dedicato parole fortissime all’antisemitismo. Francesco parla volentieri delle comuni origini di ebraismo e cristianesimo. Il Papa ha anche mostrato il suo apprezzamento per il fatto che in Israele «lavora e vive una varietà di comunità cristiane», sa che è l’unico Paese mediorientale in cui i suoi da 34mila nel ’49 sono diventati 161mila nel 2013, mentre intorno emigrano o sono perseguitati. Per la Chiesa l’incontro è stato un’occasione di mostrare vitalità, universalismo, con una evidente tendenza a fare da arbitro, vedremo il seguito.” Il papa ha difeso Israele? Sì, certo, ma ha difeso anche Abu Mazen. Ha difeso et Israele et Abu Mazen. Ha difeso Israele, perché ha visitato la tomba di un ebreo morto: Theodor Herzl. E ha difeso Abu Mazen, perché ha visitato il muro che i palestinesi vorrebbero vedere abbattuto per poter fare qualche morto ebreo in più. Non è significativa questa predilezione per gli ebrei morti? Il papa ha attribuito alla visita alla tomba di Herzl un significato spirituale? Quale? L’ha detto esplicitamente Bergoglio? O ha lasciato che alcuni lo interpretassero a loro modo, senza impedire che altri lo interpretassero in modo diametralmente opposto? E’ così che si pronuncia la CCR (Chiesa Cattolica Romana), questo è lo stile che si addice al suo universalismo: includere la totalità delle interpretazioni possibili e riservarsi di precisarle a sua discrezione a seconda delle occasioni. Bisogna dirlo: quando noi cristiani ci avventuriamo in considerazioni e valutazioni sommarie su quello che si pensa e si fa nel mondo ebraico, spesso diciamo un cumulo di sciocchezze, ed è raro purtroppo che ce ne rendiamo conto. Bisogna dire però che avviene anche l’inverso: ci sono ebrei che ogni tanto si avventurano in considerazioni e valutazioni su quello che avviene nel mondo cristiano e spesso, anche se riescono a percepire e comprendere molte cose interessanti, non si accorgono di non aver capito o di aver frainteso quello che è veramente essenziale. In entrambi i casi le conseguenze di questo tipo di incomprensione possono essere drammatiche. M.C. (Notizie su Israele, 10 giugno 2014)