Il ritorno degli jihadisti rende l’Europa un posto pericoloso per gli ebrei Il brutale assassinio alla vigilia delle elezioni europee ha scosso le comunità ebraiche Shooting1Bruxelles – Il brutale assassinio di quattro persone innocenti, due israeliane e due ebree del posto, avvenuto sabato 24 maggio nel museo ebraico di Bruxelles alla vigilia delle elezioni, ha lasciato il mondo ebraico europeo in uno stato di shock. Domenica 1 giugno sembrava fosse stato arrestato l’autore materiale del crimine; la polizia francese ha fermato un uomo di 29 anni, tale *Mehdi Nemmouche*, a Marsiglia. Questi è sospettato di avere contatti con terroristi islamici e si sa che è stato nei luoghi di Guerra della Siria nel 2013. Gli esperti dell’intelligence hanno a lungo avvertito del pericolo costituito dai musulmani europei che si sono recati in Siria, dove sono stati addestrati militarmente dalle forze ribelli. Molti di loro sono tornati in Europa con animo fanatico e con un’esperienza diretta nel combattimento e nelle attività terroristiche. I mezzi di informazione belgi hanno riferito che l’assalitore aveva usato una telecamera per riprendere il suo attacco, così come fu per *Mohammed Merah*, che due anni fa uccise degli scolari ebrei a Toulouse, in Francia. La crescita dell’antisemitismo in Europa ha portato ad un forte incremento dell’emigrazione degli ebrei da diverse aree del nostro continente. In una recente indagine ha evidenziato che i due terzi degli ebrei francesi stanno prendendo in considerazione la possibilità di lasciare la Francia, soprattutto a causa del timore per la propria sicurezza. Il primo ministro israeliano, la settimana scorsa, ha espresso la propria delusione per non aver ricevuto neppure una telefonata da parte dei colleghi europei dopo l’attacco. Questi ha detto che “Ci sono elementi in Europa che si affrettano a condannare la costruzione di un appartamento a Gerusalemme ma che non condannano, o lo fanno in modo molto debole, l’assassinio degli ebrei in Israele così come in Europa; e quello che è peggio, accolgono formazioni terroristiche come Hamas, la cui missione è la distruzione dello stato d’Israele”. Le elezioni europee del 2014 La crescita dell’estrema destra allarma Gerusalemme e Bruxelles EP buildingBruxelles – La crescita dei partiti antisemitici di destra, alcuni dei quali con programmi apertamente razzisti, sta creando preoccupazione sia a Gerusalemme sia a Bruxelles. Dalle prime elezioni per il parlamento europeo del 1979 non vi è mai stata un’assemblea così apertamente razzista ed antisemitica come quella che si costituirà nelle prossime settimane. Anche se il neonazista *Nick Griffin* del British Nationalist Party ha perso il suo seggio, è stato rimpiazzato da altri neofascisti di Grecia, Ungheria Germania. Dietro i nuovi partiti di estrema destra, si può trovare un insieme di programmi contro l’immigrazione, l’Unione Europea ed i programmi di austerità. Per alcuni di tali partiti questi argomenti sono combinati anche con un programma apertamente antisemita e razzista, e per altri partiti vi è comunque un’ostilità verso Israele. Tra gli europeisti, in Francia il Fronte Nazionale è diventato il maggiore partito, avendo sconfitto il partito socialista, che è al governo, con un margine del 12%. Il fondatore di questo schieramento populista, *Jean-Marie Le Pen*, ha recentemente affermato di sperare che il virus Ebola possa ridurre i flussi migratori dall’Africa. Ha anche liquidato l’olocausto come un semplice dettaglio storico. Nonostante il successo dei partiti estremisti, il potere decisionale del Parlamento Europeo rimarrà nelle mani dei partiti del centro sinistra e del centro destra. I cristianodemocratici hanno mantenuto la loro posizione, come maggior partito ed i socialdemocratici sono al secondo posto. Comunque, la minaccia per lo stato ebraico non si limita solo all’estrema destra. Negli ultimi 10 anni la più feroce opposizione ad Israele è venuta dalla cosiddetta sinistra progressista e da molti partiti storici che stanno dietro al movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzionatorio contro Israele (BDS). Secondo le nostre stime, la crescita del movimento BDS è la minaccia più grande per l’esistenza dello stato ebraico rispetto ai nuovi partiti di estrema destra che alimentano l’antisemitismo sotto la bandiera dei diritti umani. Questo non significa che non dovremmo preoccuparci per la presenza in parlamento dei partiti neo nazisti. Possiamo solo sperare che questo fenomeno svegli coloro che, nei partiti tradizionali, continuano ad incitare all’odio verso lo stato ebraico, invocando il boicottaggio dei prodotti provenienti dai territori contesi. L’antisemitismo degli anni 30 aveva entrambi questi elementi; la violenza antisemitica per le strade e la sofisticata propaganda della classe intellettuale. Questa è una mistura tossica, oggi resa ancora più saporita dall’Islam radicale, che nei prossimi anni porterà problemi per l’Europa e per Israele. Cosa possiamo fare? ECI si appella ad un sostegno rinnovato per i prossimi cinque anni Jubilee banner2Bruxelles – Ci rammarichiamo che questo bollettino sia piuttosto pessimista, ma è nostra responsabilità avvertirvi degli ultimi sviluppi in Europa ed anche offrire delle soluzioni. La Coalizione Europea per Israele è nata nel 2003 per combattere la crescita dell’antisemitismo che agli inizi degli anni 2000 era aumentato come mai prima. Queste elezioni segnano il terzo quinquennio da quando siamo umilmente partiti nel 2003. Guardando a questi undici anni, considerando i recenti risultati elettorali e prendendo atto della crescita del movimento BDS e dell’estremismo islamico, è chiaro che i prossimi cinque anni saranno molto difficili, più di quelli passati. Nel nuovo parlamento Israele ha perso alcuni dei suoi maggiori sostenitori. Così funziona la democrazia. Ogni membro ha bisogno della riconferma dal proprio elettorato. Lo stesso si applica al lavoro di ECI. Negli ultimi undici anni siamo stati la vostra voce presso le istituzioni europee, mediante incontri e seminari, facendo crescere la consapevolezza delle varie minacce a cui Israele ed il popolo ebraico devono far fronte. Ora abbiamo bisogno del vostro sostegno, nei prossimi cinque anni. Mentre il movimento BDS e gli altri nemici d’Israele sono abbondantemente finanziati dai sussidi dei governi, il nostro lavoro dipende esclusivamente dal vostro sostegno! Ci aiutereste a far sentire la nostra voce diventando sostenitori su base mensile oppure dando una generosa offerta una tantum? Se non potete donare, forse conoscete qualcuno che lo può fare. Per favore, inoltrate questa richiesta ai vostri pastori, amici e a chiunque sia preoccupato della crescita dell’antisemitismo in Europa. Nessuno può fare tutto, ma tutti possono fare qualcosa. Chiedetevi in che modo potete farlo. Non vediamo l’ora di avere vostre notizie! È stata lanciata la campagna per il riconoscimento della festa dello Yom Kippur alle Nazioni Unite, in occasione di una colazione di lavoro a New York Prosor2New York – Il rappresentante israeliano permanente all’ONU, l’ambasciatore *Ron Prosor*, è stato l’oratore principale al pranzo di ECI all’ONU, il 12 maggio scorso. Nel discorso, l’ambasciatore ha discusso sulla possibilità di rendere lo Yom Kippur una festività ufficiale dell’ONU. Il pranzo ha celebrato il 65° anniversario dell’ammissione di Israele alle Nazioni Unite, ed è stata anche l’occasione per il lancio della nuova iniziativa di ECI, il Forum per la diplomazia culturale. Il forum sarà il nuovo marchio di tutte le iniziative future di ECI presso l’ONU. Sottolineando e celebrando i molti contributi degli ebrei alla comunità internazionale, si tende a costruire una piattaforma affinché le nazioni si avvicinino ad Israele. Il messaggio dello Yom Kippur, cioè del perdono e della riconciliazione, è uno dei contributi su cui il Forum si concentrerà, nella ricerca del riconoscimento dell’ONU. Nel suo discorso, Prosor ha evidenziato come tutte le religioni monoteistiche, tranne il giudaismo, hanno riconosciute le proprie festività all’ONU. Prosor ha invitato tutte le delegazioni rappresentate al pranzo a facilitare lo stabilire lo Yom Kippur una festività ufficiale delle Nazioni Unite. ECI ha presentato quest’idea in un incontro col governo israeliano a Gerusalemme, nell’agosto del 2013, ed ora, poiché quest’idea è entrata a far parte ufficialmente della politica israeliana, ECI aiuterà a sostenere la campagna. Tomas NYC May 2014*Tomas Sandell* ha ribadito come il pensiero e l’eredità giudaica abbiano aiutato a dar forma alle Nazioni Unite. Ha menzionato la visione universale per la pace nel mondo di Isaia 2 (trasformare le spade in aratri), così come la regola d’oro (fai agli altri quello che vorresti gli altri ti facessero) come buoni esempi del contributo ebraico alla formazione dei valori etici globali e della carta delle Nazioni Unite. Ha anche insistito sul fatto che, anche se Israele è stata ammessa all’ONU 65 anni fa, il diritto del popolo ebraico a ricostituire la loro antica patria fu riconosciuto già nel 1920, con la conferenza di pace di San Remo. Ad ogni partecipante è stata data una copia di un documento riguardo il Forum per la Diplomazia Culturale, che include anche i motivi della campagna per il riconoscimento della festa dello Yom Kippur, così come una copia della risoluzione emessa alla convocazione di San Remo del 25 aprile 2014. Nel corso delle nostre visite all’ONU degli ultimi tre anni il gruppo di ECI ha incontrato più di 50 missioni diplomatiche per costruire dei ponti tra lo stato ebraico e le altre nazioni, utilizzando una nuova forma discreta di diplomazia. Questo terzo pranzo di New York ha visto circa 50 invitati, con ambasciatori all’ONU e funzionari; tra costoro vi erano anche gli ambasciatori di Stati Uniti e Russia. Durante la visita a New York ed a Washington il gruppo di ECI si è incontrato anche con l’ambasciatrice USA all’ONU *Rosemary Di Carlo* e con il ministro degli esteri canadese *John Baird*. Il governo australiano prende atto dei suggerimenti di ECI Il ministro della giustizia australiano ha detto che non è corretto il termine “Gerusalemme Est occupata” Canberra – Il nuovo governo australiano ha cambiato la propria posizione su Israele e sui territori palestinesi, condannando ufficialmente la descrizione di una Gerusalemme Est “occupata”. La scorsa settimana il procuratore generale (il nostro ministro della giustizia) ha fatto una dichiarazione, affermando che la definizione di Gerusalemme Est come occupata è un termine carico di implicazioni negative, e non è né appropriata né utile. Netanyahu-AbbottA febbraio ECI, attraverso il proprio consulente legale *Andrew Tucker*, ha scritto una nota al governo australiano, sostenendo che, tra le altre cose, secondo il diritto internazionale Gerusalemme Est non dovrebbe essere considerata come occupata. Questo è stato il messaggio costante di ECI all’UE ed all’ONU negli ultimi quattro anni; esso è ben espresso nel video “Give Peace a Chance” (Diamo una possibilità alla pace) <http://www.ec4i.org/index.php?option=com_acymailing&ctrl=url&urlid=83&mailid=940&subid=2121> ed in altre pubblicazioni. Già nel 2011 ECI consegnò una lettera aperta al segretario generale delle Nazioni Unite*Ban Ki-moon*, affermando che Gerusalemme sarebbe dovuta rimanere la capitale indivisibile di Israele. La lettera era sottoscritta da importanti leader politici di tutti gli schieramenti. 

(traduzione di Egidio Ventura)