L’intervista di Giovanni Quer

Nella conferenza sull’antisemitismo e la delegittimazione di Israele organizzata all’Università Ebraica di Gerusalemme dal prof. Robert Wistrich (26-28 maggio 2014), Bat Ye’or ha parlato dell’islamizzazione politica dell’Europa e dei segnali positivi delle ultime elezioni europee, per la crescente opposizione al progetto europeo. L’islamizzazione dell’Europa secondo lei non è solo il crescente numero di musulmani nei Paesi europei ma anche una certa mentalità politica che si sta diffondendo in Europa. Può spiegare cosa intende per islamizzazione dell’Europa? L’islam costituisce un insieme concettuale teologico e giuridico coeso che si oppone in ogni ambito all’evoluzione del pensiero occidentale. Questa opposizione è stata formulata e imposta dai compilatori della Sunna (il corpus giuridico islamico) che si fondarono su dei versetti specifici del Corano che impediscono ai musulmani prestiti o rielaborazioni di tratti culturali degli ebrei e dei cristiani, proibendo anche lo sviluppo di rapporti amichevoli tra musulmani e cristiani o ebrei. Le decisioni politiche dei leader dell’Unione Europea sotto pressione del terrorismo internazionale palestinese negli anni ’60 e ’70 e a causa dell’incitamento della Francia, hanno portato l’allora CEE ad adottare le concezioni politiche conformi al pensiero islamico, elaborate dalla Lega Araba e da altre potenti organizzazioni come la Lega Islamica Mondiale e l’Organizzazione della Conferenza/Cooperazione Islamica. Tali concezioni si fondano su interpretazioni teologiche e storiche dell’Islam che rifiutano la cultura razionalista occidentale e giudeo-cristiana, proponendo la superiorità dell’Islam sulle due altre religioni monoteistiche e la giustificazione legale e teologica del jihad. La decisione di allineare la politica della CEE/UE alle posizioni islamiche si integra in una strategia di fusione islamo-cristiana fondata sul mito di un Islam tollerante e civilizzato, vittima delle aggressioni dei crociati e di un cristianesimo imperialista e razzista, così come vittima delle aggressioni di Israele. Il ricorso alla politica multilaterale e al multiculturalismo permise alla Commissione Europea, attraverso le proprie reti transnazionali, di diffondere in tutta l’Unione le concezioni vittimistiche islamiche che colpevolizzano Israele e l’Occidente. La Fondazione Anna Lindh, creata nel 2003 su richiesta di Romano Prodi, allora presidente della Commissione Europea, fu incaricata di sottacere qualsiasi critica anti-islamica che potesse mettere in dubbio i fondamenti dell’elaborazione di tale civilizzazione mediterranea. Per sormontare le difficoltà e definire la progressione di questa politica, la cultura euro-islamica è stata imposta uniformemente in tutta l’Unione. La legge islamica sulla blasfemia, che proibisce qualsiasi critica non solo di Dio, ma anche di Maometto, della shari’a, degli hadith e dell’Islam, è ora integralmente applicata in Europa. Quanti esprimano opinioni critiche dell’Islam sono perseguiti dai propri governi nelle aule di tribunale, o spogliati delle loro funzioni se insegnano la storia secondo una versione contraria alla narrativa islamica. La versione islamica dei diritti dell’uomo (la Dichiarazione del Cairo dei Diritti dell’Uomo nell’Islam adottata nel 1990), i cui articoli sono conformi alla shari’a, si sostituisce alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Il regime internazionale dei diritti umani che si fonda sulla Dichiarazione Universale è stato violato sin dagli anni ’70 e ’80 dagli ambigui accordi ufficiosi degli Stati europei con i terroristi dell’OLP contro gli ebrei europei – accordi rivelati di recente da Francesco Cossiga che occupò varie cariche nel governo di sinistra in Italia. La protezione dei terroristi sul territorio europeo, cui si è accompagnata un’intensa propaganda che giustificava la loro “giusta causa”, come l’idea dell’innocenza palestinese e la nazificazione di Israele, nega agli ebrei europei il diritto fondamentale ed essenziale di ogni individuo alla vita e alla sicurezza. Tale disconoscimento, che ha inizialmente colpito gli ebrei, si è poi esteso al resto dell’Europa, poiché il jihadismo causa uno stato di insicurezza permanente contro gli europei, che è la pietra angolare del regime della dhimmitudine cui sono soggetti ebrei e cristiani. Le leggi della shari’a si applicano egualmente anche agli apostati musulmani e ai musulmani emancipati in Europa. È innegabile che l’immigrazione islamica di massa, voluta, approvata e incoraggiata dai leader dell’Unione Europea, abbia definitivamente islamizzato la cultura, l’istruzione, la giurisdizione e la politica dell’Europa. Questa politica demografica è frutto della strategia dell’unione mediterranea, che s’inserisce in continuità con la storica alleanza negli anni ’30 e ’40 del nazismo e del fascismo italiano con il mondo arabo, con la fratellanza musulmana e soprattutto con la sua fazione palestinese rappresentata da Amin al-Husseini. Non ci si deve quindi sorprendere se tutta la strategia dell’unione mediterranea si fonda e si sviluppa sulla distruzione e la delegittimazione dello Stato di Israele e sulla sua sostituzione con una Palestina islamica e jihadista sostenuta e sovvenzionata quasi esclusivamente dall’Unione Europea e dagli Stati europei. Inoltre i padri fondatori di questa politica che riprende il progetto nazista, sono stati ingaggiati tra i politici, gli intellettuali, i giuristi e i funzionari che collaborarono con il nazismo nei Paesi occupati. Questo spiega anche il silenzio sul collaborazionismo dei musulmani d’Europa, albanesi e bosniaci, con l’Asse e dei Paesi arabi con gli eserciti nazisti. È questa stessa collaborazione che si ripresenta nell’alleanza euro-araba fondata sulla sostituzione di Israele con la Palestina e sulla campagna del BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) imposta agli europei dall’Unione Europea . Alla conferenza organizzata dal prof. Wistrich si è parlato delle organizzazioni cristiane anti-sioniste. Quali sono le conseguenze dell’avvicinamento delle Chiese cattoliche, ortodosse e protestanti all’Islam attraverso il dialogo islamo-cristiano? L’avvicinamento antisionista delle Chiese all’Islam propugnato dal dialogo islamo-cristiano si fonda sul Palestinismo, una dottrina jihadista che avanza la narrativa coranica della Bibbia, ossia l’interpretazione musulmana delle origini e della storia del Popolo di Israele e del cristianesimo. Secondo questa narrativa, i personaggi della Bibbia erano tutti musulmani, compreso Gesù che, egli stesso profeta musulmano (in arabo, Issa), distruggerà alla fine dei tempi il cristianesimo biblico. Il Corano sostiene che il cristianesimo di Gesù ebreo, come raccontato nei Vangeli, è una falsificazione del vero cristianesimo che si fonderebbe invece sul profeta musulmano Issa, che sarebbe quindi l’Islam. Questa tendenza, che io definisco “islamo-cristianesimo”, mira a sradicare le origini ebraiche del cristianesimo, cioè degli evangelisti ebrei e di Gesù quale ebreo di Giudea, per fare di Issa palestinese e coranico l’origine del cristianesimo. Tale processo politico e teologico è concepito e promosso dai teologi cristiani palestinesi, arabi ed europei. È la “teologia della liberazione palestinese”, che si articola sulla delegittimazione della sovranità d’Israele, la cui storia antica è negata e attribuita ai palestinesi, sulla sostituzione di Gesù ebreo con Issa arabo e musulmano, presentato come l’incarnazione della sofferenza palestinese inflitta dai nazisti israeliani. In breve, si tratta di una vera e propria inversione della realtà se si considera che la “Palestina” collaborava con Hitler. Il palestinismo, cioè l’ideologia della sostituzione di Israele con la Palestina, costituisce una strategia d’islamizzazione teologica del cristianesimo che ha origine nel nazismo e nel marcionismo della prima Chiesa cristiana. Questo movimento creato dai cristiani arabi in Palestina, promosso dalle Chiese d’Europa e degli Stati Uniti, incoraggiato e sostenuto dalla politica occidentale anti-israeliana e dall’OCI (Organizzazione della Conferenza Islamica), si è diffuso in tutto l’occidente e si manifesta nei musei e in tutta la cultura e politica occidentale. È così che il “palestinismo” è divenuto la vera religione dell’Europa, che si mobilita totalmente in favore dei jihadisti palestinesi, schernisce Israele e con indifferenza ignora i massacri dei cristiani nei Paesi musulmani. Il “palestinismo” teologico e politico, fondamento dell’intesa tra l’Islam e l’Occidente, costituisce uno degli aspetti più evidenti dell’islamizzazione dell’Occidente. È importante notare che il palestinsimo è sostenuto dai leader europei che, per avvicinarsi all’Islam, vogliono liberarsi delle origini ebraiche del cristianesimo, come altro retaggio del nazismo. Nel suo intervento lei ha espresso un certo ottimismo, sostenendo che gli europei si stanno risvegliando. In particolare è sua opinione che i risultati delle elezioni parlamentari europee siano un segnale positivo. Può esporre la sua opinione? Sono ottimista perché posso constatare un rifiuto degli europei dell’elitismo dittatoriale e arbitrario dell’Unione Europea. Quest’organizzazione, e i suoi leader del Consiglio Europeo, è responsabile dell’islamizzazione dell’Europa, dell’immigrazione di massa, della crisi economica, dell’insicurezza, e del fallimento delle istituzioni democratiche degli Stati membri. Il voto di rifiuto e di protesta esprime una presa di coscienza dei pericoli che minacciano la democrazia, i diritti dell’uomo, le identità culturali e storiche che costituiscono l’Europa e i valori della civilizzazione giudeo-cristiana, aggredita dal palestinismo islamo-cristiano e jihadista promosso dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo. Sta avanzando un clima rivoluzionario, che può portare a conseguenze positive come negative, pertanto si deve stare vigili. Lei non condivide le preoccupazioni dell’ascesa dell’estrema destra, in riferimento alle visioni nazionaliste e sociali, e in particolare è sua opinione che la definizione “estrema destra” non sia più attinente al contesto contemporaneo. Come definisce i movimenti che comunemente si chiamano “di destra”? Queste definizioni appartengono al XIX e al XX secolo, e ai conflitti economici e sociali degli Stati-nazione dovuti all’industrializzazione, all’avanzamento della modernità e allo sfruttamento della classe operaia spogliata di diritti. Non sono più attinenti all’era della globalizzazione e del jihad mondiale, che minaccia i pilastri stessi della civiltà. Il XXI secolo sarà testimone della battaglia dell’Europa contro la dhimmitudine ed è in questo ambito che si determineranno gli schieramenti e le battaglie. Questa guerra è stata imposta agli europei da una strategia occultata dall’alleanza con l’OCI e in seguito adottata dai partiti di destra e di sinistra dell’Unione Europea negli ultimi quarant’anni. L’Europa attuale, l’Eurabia, ne è il risultato, ed è contro tutto ciò che gli europei si stanno rivoltando. Per giustificare le sue scelte politiche, l’Unione Europea è palesemente imprigionata in una rete di menzogne, rinnegazioni e miti imposti dall’OCI, che stanno lentamente cedendo sotto i colpi della realtà e dello jihadismo terrorista. La mondializzazione, i circoli politici e gli enormi flussi finanziari provenienti dagli Stati petrolieri del Golfo persico, la politica dei blocchi transnazionali come l’Unione Europea e l’OCI, il potere assoluto delle organizzazioni internazionali mondiali instaurano un ordine de-umanizzato in cui i poteri occulti privano l’individuo delle libertà e dei diritti fondamentali essenziali. La rivolta alle urne contro l’Unione Europea esprime la disperazione e l’ansia degli individui, stremati dall’indifferenza e dal totalitarismo di una macchina infernale da cui sono oppressi. È questa stessa organizzazione che ha mondializzato l’antisionismo. Ho analizzato il suo funzionamento nel mio libro Verso il Califfato Universale, Lindau 2008 ( titolo inglese: Europe,Globalization and the Coming Universal Caliphate, 2011). È in questo momento critico che il presidente Obama, fedele alle sue origini islamiche, vuole riprendere, in assenza del comunismo, la guerra contro l’Occidente ortodosso attraverso l’Ucraina. Quest’impresa folle non è che una distrazione dal pericolo del terrorismo jihadista mondiale di cui tutto il mondo parla, distruggerà l’Occidente che dalla seconda guerra mondiale si è fondato sulla condanna e sul rifiuto della guerra. Dopo essersi allietato nel fomentare le primavere arabe che hanno lasciato centinaia di migliaia di vittime, per poter potare al potere i suoi amici salafiti e wahhabiti, Obama si rivolge ora a un’Europa riunita e traumatizzata per seminare il caos e la guerra. Non dobbiamo dimenticare che l’islamismo si è sviluppato proprio grazie alla guerra americana contro il comunismo. È stata la CIA che ha creato i Talebani in funzione anti-sovietica, che hanno poi inflitto innumerevoli sofferenze alle popolazioni afgane e pachistane. L’Europa per sua parte non è rimasta inerte, mentre i suoi pontefici dalle mire politiche sostenevano l’istruzione dei giurisprudenti e teologi più retrogradi diffusa nelle madrasse, avvolti nella speranza di poterla diffondere in tutta Europa. Ho riportato nel mio libro Eurabia le loro digressioni strampalate (Eurabia, Lindau: 2006, pp. 293-299). Sono il’ jihad e la dhimmitudine che, riproponendosi con forza, determineranno le battaglie del XXI secolo, e non gli antagonismi definiti dalla destra e dalla sinistra dei secoli passati. Chiunque ignori questa realtà non può comprendere gli eventi, e ne sarà travolto.

(art. tratto da informazione corretta)