Mail di preghiera e informazione della amzi associazione per la testimonianza messianica in Israele

amzi, 20 giugno 2014

1. Partito il corso Alpha

2. Raccogliere ciò che abbiamo seminato

3. Ritorno a casa – e nella droga

4. Un coraggioso adolescente arabo

5. Link della settimana

1. Partito il corso Alpha Israel Pochtar, Comunità messianica Beth Hallel, Ashdod

Il nostro corso biblico Alpha è composto da otto incontri settimanali con pasto in comune, brevi relazioni e discussioni che vogliono stimolare i partecipanti a riflettere sul senso della loro esistenza e a scoprire la bellezza della comunione con Dio e della fede in Jeshua. Quattro settimane fa abbiamo iniziato il corso con ottanta ospiti che non credono ancora in Jeshua. Ora abbiamo quaranta persone che partecipano regolarmente. Molte di loro frequentano anche le nostre riunioni di chiesa. È bellissimo vedere come dei cuori si aprono al Signore e delle vite gli vengono affidate. Pregate per i partecipanti, perché possano compiere questo passo.

2. Raccogliere ciò che abbiamo seminato Nihad Salman, Comunità Immanuel, Bethlehem

Lavoriamo finché è giorno perché non sappiamo quando sopraggiungeranno le tenebre. Al momento nelle zone palestinesi le porte sono aperte per l’opera di Dio. Per quest’estate abbiamo organizzato cinque campi per bambini, due per giovani, un convegno per uomini e un grande convegno comunitario. I nostri team sono stati invitati in varie località ma non siamo in grado di accettare tutti gli inviti. La settimana scorsa un terzo gruppo è ritornato da una campagna in Giordania, dove ha aiutato altri cristiani nel lavoro fra i rifugiati siriani. L’esperienza ha toccato profondamente i collaboratori, soprattutto i giovani che vi hanno partecipato. Abbiamo la visione di portare il messaggio di Dio da Betlemme a tutti i nostri vicini. Pregate con noi, che possiamo proseguire a portare la luce di Dio nonostante gli ostacoli. Pregate per la pace di Gerusalemme. Pregate per la nostra protezione e perché abbiamo la forza di svolgere tutti i vari compiti.

3. Ritorno a casa – e nella droga Dov Bikas, Centro di riabilitazione, Beersheva

Pregate per gli uomini che si trovano nella seconda fase del nostro programma di riabilitazione. Hanno assolto la prima parte di sei mesi e ora lavorano di nuovo fuori dal centro. Purtroppo S. e A. ci hanno lasciato per motivi familiari. Per evitare malintesi: naturalmente è uno dei nostri obiettivi che i nostri ospiti possano tornare nelle loro famiglie, ma siamo consapevoli che si tratta di un processo delicato che non dovrebbe iniziare troppo presto. Le situazioni familiari dei tossicodipendenti spesso sono complesse e disastrate. Per questo motivo gli ex-dipendenti devono essere sufficientemente forti per rimettere in ordine la situazione in famiglia senza ricadere nel consumo di droga. Se abbandonano il nostro centro prematuramente, la forza di attrazione della droga diventa troppo forte, nonostante non siano rinchiusi e abbiano la libertà di uscire anche quando sono da noi. Questo è successo a S. e A.: entrambi non erano ancora forti abbastanza e ora consumano di nuovo droga. Pregate che tornino indietro.

4. Un coraggioso adolescente arabo

Come reazione al rapimento dei tre giovani israeliani di poco meno di una settimana fa, vari arabi israeliani hanno preso la parola e hanno richiesto la liberazione degli studenti della Torà. Soprattutto il breve videomessaggio di Muhammad Suabi, un musulmano diciassettenne di Nazareth (vedi link della settimana) ha attirato l’attenzione pubblica. In inglese, ebraico e arabo chiede: “Ai terroristi che hanno rapito i nostri ragazzi: portateli indietro. E fatelo subito!” Egli lancia l’appello al Governo israeliano: “A Bibi, nostro Primo ministro e al suo Governo: Svegliatevi! E smettetela di collaborare con dei terroristi. L’Autorità dell’Autonomia Palestinese è il maggiore terrorista.” Con enfasi prosegue: “Fareste meglio a portarli indietro! Israele rimarrà qui come Stato ebraico e democratico.” Poi dispiega una grande bandiera israeliana e dichiara alla telecamera: “Am Israel chai!” (Il popolo d’Israele vivrà!) In seguito al suo messaggio il giovane ha ricevuto minacce di morte; vari suoi parenti sono stati arrestati per questa ragione. Una sorte simile è occorsa a un altro giovane arabo israeliano. Dopo aver pubblicato una sua foto con una bandiera israeliana e un cartellone “Riportate indietro i nostri ragazzi!” su Facebook, anche lui è stato minacciato di morte. Preghiamo per la liberazione degli studenti ebrei.

5. Link della settimana Messaggio di Mohammad Suabis ai rapitori (inglese, ebraico, arabo)

<http://www.amzi.org/>