Analisi di Naor Gilon, ambasciatore di Israele in Italia

Nel corso dei 50 giorni di attacchi scatenati da Hamas sono stati lanciati da Gaza offre 4.500 razzi, il cui obiettivo era colpire e uccidere deliberatamente civili israeliani. Israele ha sviluppato un sistema d’intercettazione missilistica unico al mondo, chiamato Iron Dome (Cupola di Ferro), in grado di stimare se un missile cadrà in campo aperto o in zone abitate, e di conseguenza di provvedere a eliminarlo in volo. Iron Dome ha intercettato oltre 600 missili, con un impressionante tasso di successo pari al 90 per cento, e ha fatto sì che il numero di vittime civili israeliane fosse relativamente basso in proporzione alla pioggia di razzi caduti. Non v’è dubbio che questo sistema offra un vantaggio significativo alla capacità di resistenza del fronte interno israeliano, che Hamas ha trasformato in fronte principale del conflitto. Consente inoltre ai governanti di prendere decisioni con un livello di pressione molto minore da parte dei cittadini, e di ponderare bene prima di attivare la forza militare. Ma il successo di Iron Dome ha avuto un prezzo in termini di opinione pubblica mondiale. C’è chi ha iniziato a lamentare le sproporzioni nei numeri delle vittime, e Israele si è trovato costretto quasi a “giustificarsi” per essere riuscito a difendersi. Bisognerebbe invece domandarsi perché, mentre Israele sviluppava missili per difendere i suoi cittadini, Hamas utilizzava i suoi civili corne scudi umani per i suoi missili. Perché, mentre Israele costruiva rifugi, Hamas faceva uso del cemento e del ferro destinati a scuole e ambulatori per costruire bunker per i leader e gli armamenti, o gallerie sotterranee che penetrano in territorio israeliano? La risposta è nel fatto che Hamas, temendo le capacità militari israeliane, aveva un chiaro doppio interesse per un unico obiettivo: esercitare pressione internazionale su Israele, mirando non solo a uccidere il maggior numero possibile di civili israeliani innocenti, ma anche a causare un elevato numero di vittime civili fra i palestinesi a Gaza. Ma la reale difficoltà di Israele a far comprendere al mondo le proprie posizioni deriva dal fatto che molti vedono in Gaza un conflitto politico-territoriale. Non capiscono che Hamas è un’organizzazione terroristica, simile all’Is e Boko Haram, che ha preso il potere a Gaza con la forza nel 2007. Un’organizzazione sanguinaria che è sostenuta da Qatar e Iran e mette a morte la sua stessa gente con esecuzioni pubbliche nelle piazze, senza processo; che vessa le minoranze, compresa quella cristiana, il cui numero a Gaza è drasticamente diminuito. Nel suo statuto invoca la distruzione dello Stato d’Israele e l’uccisione degli ebrei ovunque si trovino. Non accetta l’esistenza dello Stato ebraico, quali che siano i suoi confini. E si rifiuta di riconoscere Israele e gli accordi esistenti fra quest’ultimo e l’Anp. Spero non occorra troppo tempo affinché l’Occidente si svegli e capisca che Israele è attaccato perché si trova in Medio Oriente e viene percepito dall’ Islam estremista come un avamposto degli “infedeli occidentali”, e che il vero obiettivo di queste organizzazioni è la creazione di un califfato islamico in tutto il Medio Oriente e in Europa. Per raggiungere l’obiettivo uccidono chiunque non sia esattamente come loro, persino se sono musulmani. Gli Stati pragmatici in Medio Oriente lo hanno già compreso, e si è reso evidente anche con il loro comportamento nel corso dell’operazione a Gaza. Non chiediamo che l’Occidente combatta per noi, ma ci aspettiamo il suo sostegno nella lotta a questa minaccia che riguarda noi tutti. Sono grato dunque agli sviluppatori di Iron Dome, che ha protetto la vita dei miei figli e della mia famiglia in Israele. Israele è l’unica democrazia liberale in Medio Oriente e l’unico Stato ebraico al mondo, e aspira alla pace sin dal giorno della fondazione, mostrando disponibilità a pagare anche prezzi pesanti per conseguire la tanto desiderata pace. Allo stesso tempo, abbiamo il dovere di difenderci dalle organizzazioni terroristiche, anche per i nostri fratelli ebrei nel mondo, che sentono il peso di un crescente antisemitismo. Se qualcuno dovesse ancora chiedermi della sproporzione nelle vittime a Gaza, gli domanderò quanti civili israeliani devono morire, secondo lui, perché la nostra guerra esistenziale sia considerata proporzionata.

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