Mail di preghiera e informazione della amzi associazione per la testimonianza messianica in Israele

amzi, 8 settembre 2014

1. Manifestare, ma per chi?

2. Profughi

3. Spaventato

4. Circondati

5. Link della settimana

1. Manifestare, ma per chi?

Najeeb e Elizabeth Atteih, Libreria Immanuel, Haifa

La libreria è come il sale che fa venire sete alla gente. Desideriamo risvegliare nei nostri ospiti il desiderio di conoscere Dio. Per questo motivo subiamo anche spesso opposizione e ostilità. Grazie a Dio, finora il Signore ci ha sempre aiutato. Durante il conflitto di Gaza nella nostra strada si sono svolte molte manifestazioni contro la guerra. Najeeb è uscito spesso a parlare con i manifestanti e ha chiesto loro perché non manifestano contro il fatto che innumerevoli cristiani, sunniti, sciiti e altre persone vengono assassinati a sangue freddo dallo “Stato Islamico” in Siria e in Iraq. Ha chiesto loro se è davvero la volontà di Dio che dei musulmani ammazzino altri musulmani nel nome di Allah. Satana è all’opera. Najeeb ha testimoniato di essere un arabo con un passaporto israeliano, non un palestinese, che lo stesso vale per sua moglie e che Dio ci ama tutti quanti. Preghiamo Dio di proteggere le persone perseguitate in Iraq e in Siria. Preghiamo che Dio si riveli agli aggressori e alla gente in fuga.

2. Profughi

LuAnne Sayag, Foresteria Beth Jedidja, Haifa

Da più di un mese sta vivendo con noi una donna con il figlio adulto legato a una sedia a rotelle. (Ancora) non credono in Jeshua, ma frequentano regolarmente la nostra comunità. Sono profughi dall’Ucraina e hanno usato tutti i loro risparmi per la fuga. Purtroppo non siamo in grado di ospitarli a tempo indeterminato perché presto verrà al Beth Jedidja una comitiva che avrà bisogno di tutte le stanze. Tatyana e suo figlio Artem sono solo due fra tanti altri profughi ucraini in Israele. Stiamo pregando di trovare una buona soluzione. Tatyana scrive: „Siamo fuggiti da Lugansk perché c’erano combattimenti dappertutto. Non avendo ricevuto il permesso di entrare in Russia (lì hanno la precedenza le donne con i bambini piccoli), siamo fuggiti in Israele con l’aiuto di amici. Qui abbiamo presentato la domanda per essere riconosciuti come rifugiati e speriamo di ricevere aiuto. Siamo molto riconoscenti di poter vivere al Beth Jedidja.“

3. Spaventato

Nihad Salman, Comunità Immanuel, Betlemme

Il conflitto di Gaza ha scombussolato i nostri piani per le attività estive. Siamo riconoscenti di aver potuto svolgere il campeggio per bambini a Betlemme perché da noi non c’era pericolo. La situazione invece cambiava quando ci si allontanava dalla città. Uno di nostri anziani era in viaggio verso Aboud presso Ramallah, dove avrebbe dovuto predicare la domenica mattina, quando è stato circondato da un gruppo di coloni ebraici adirati. Hanno buttato pietre contro la sua automobile e, quando è riuscito a fuggire, lo hanno inseguito finché non ha trovato rifugio in un villaggio arabo. Lui e la moglie che lo accompagnava si sono spaventati a morte. Pregate che il corpo di Cristo possa essere una luce nelle tenebre da entrambe le parti. Il regno di Dio non è di questo mondo. Pregate anche per i capi politici, che abbiano l’obiettivo di ottenere la pace e non una nuova guerra. Siamo riconoscenti che in questo periodo difficile i pastori e responsabili cristiano-palestinesi ed ebreo-messianici abbiano continuato a riunirsi per la preghiera.

4. Circondati

Nella sua analisi sull’„estate araba“ Egmond Prill scrive (Israelnetz 01.09.2014)

Israele si trova al centro di un vulcano di stati, con le rispettive eruzioni religiose. Lo Stato ebraico è fiero di essere l’unica democrazia in Medio Oriente e di rappresentare lo stile di vita occidentale. Eppure proprio questo rende Israele un avversario ideale agli occhi delle organizzazioni islamiche. Davanti „alla porta di casa“ i palestinesi, con i loro gruppi sempre pronti a combattere, continuano a essere un problema. Dal punto di vista militare la situazione può essere ancora mantenuta sotto controllo, ma che cosa sarà di Israele quando, tutto intorno, l’ordine precostituito continuerà a disintegrarsi e sempre più saranno gli islamici ad assumere il controllo e ricorrere alle armi? Israele confina a nord con la Siria e con il Libano. Al sud ha un fianco aperto sul Sinai. Che cosa succederà se IS e altri gruppi estremisti riusciranno a prendere piede in Giordania e conquisteranno terre e potere? Nessuno di noi ha voglia di pensarci, ma Israele dovrà farlo e prepararsi. Alla fine rimane per noi tutti la speranza che il salmista riassume con le parole: „Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà“ (Salmo 121:4)

5. Link della settimana Sondaggio fra i palestinesi in Cisgiordania: Che cosa sa dell’olocausto?

(inglese)

<http://www.amzi.org/>

http://youtu.be/7TJzclHiQIY