Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici, per capire come va il mondo è importante sapere che cosa pensa la gente. Dedico oggi la mia cartolina a riportarvi i dati di un sondaggio condotto fra l’11 e il 14 settembre scorso dal Center for Opinion Polls and Survey Studies della An-Najah National University di Nablus fra la popolazione araba dei territori amministrati dall’Autorità Palestinese e da Hamas. Ho usato il loro riassunto dei risultati, con pochissimi tagli e modifiche; Se volete, trovate qui l’originale:(http://www.najah.edu/sites/default/files/Centers_document/Document/Poll49results.pdf) . I dati sono molto eloquenti, vi farò solo qualche brevissimo commento alla fine. 1- L’ 82,9% degli intervistati ritiene che Israele è la parte che ha iniziato l’ultima guerra di Gaza, mentre il 6,5% ritiene che la guerra è stata iniziata da Hamas o altre fazioni palestinesi. 2 – Gli intervistati pensano che in seguito alla tregua Israele seguirà le condizioni di Hamas: apertura dei valichi di frontiera tra la Striscia di Gaza e Israele (ci crede il 57,6%); 3- cancellazione progressiva della zona di protezione ai confini della Striscia 41,9%. 4- progressiva espansione della zona di pesca 57,6%.; 5- avviare la ricostruzione della Striscia di Gaza 65,6%; 6-creazione di un porto di mare 31,4%; 7- ricostruire e rendere operativo l’aeroporto di Gaza 30,9% . 8 – Il 91,2% ritiene che Israele fosse la parte che mirava ai civili; solo il 4,3% ammette che a farlo sia stato Hamas e le altre fazioni palestinesi. 9 – Il 46,7% ritiene che l’Egitto aprirà permanentemente il valico di Rafah, se le guardie presidenziali palestinesi lo sorveglieranno; 10- l’8,5% crede che l’Egitto lo aprirà, anche se la situazione rimane come è ora. 11- Il 76,3% degli intervistati sostiene il lancio di razzi contro Israele se Israele non soddisferà queste richieste 12- L’83,2% degli intervistati appoggia la decisione dell’Autorità Palestinese (PA) di aderire alle organizzazioni internazionali. (contro quel che prescrivono i trattati di Oslo); in particolare l’ 84,6% sostiene la decisione della PA di aderire alla Corte penale internazionale – 13- Il 72,8% ritiene che ci saranno nuovi scontri militari con Israele nella Striscia di Gaza in un prossimo futuro. 14- Il 43,8% degli intervistati prevede che il successo e la continuazione della “riconciliazione” palestinese (accordo AP-Hamas); il 47,2% prevede il suo fallimento. 15- Il 92,3% appoggia il boicottaggio di merci e prodotti israeliani; Il 63,8% prevede il successo della campagna; il 30,1% il suo fallimento. . 16- L’ 87,6% degli intervistati ha valutato “buono”il grado di unità tra le fazioni palestinesi durante l’ultima guerra; 17- il 57,1% degli intervistati ha valutato “buono” il ruolo del UNRWA ‘; 18- il 60,3% “buono” quello della Croce Rossa; 19- 48,7% quello dell’OLP; 20- il 62,4% quello di Mahmoud Abbas; 21- il 61,2% quello del governo di unità palestinese; 22- l’ 89% degli intervistati ritiene che la copertura mediatica fosse adeguata. 23–L’ 81,4% degli intervistati appoggia il piano di Abbas di ricorrere al Consiglio di sicurezza per obbligare Israele a ritirarsi dai “Territori palestinesi occupati” nel 1967. 24- il 57,5% degli intervistati appoggia il ritorno palestinese e israeliano a negoziati; il 37,6% la respinge. – Solo il 14,8% degli intervistati ha visto che gli Stati Uniti è seriamente impegnato a portare a buon fine i negoziati tra palestinesi e israeliani a buon fine; Solo il 7,6% li considera un arbitro onesto tra le due parti; il 90,9% degli intervistati guarda la politica degli Stati Uniti verso la questione palestinese come generalmente sbilanciata verso la parte israeliana; solo 3,2% ha detto che è sbilanciata verso la parte palestinese mentre il 4% pensa che sia neutraleil 25- il 61% degli intervistati appoggia l’aggiunta di altri paesi nella mediazione oltre gli Stati Uniti. 26- Il 56,4% degli intervistati ha sostenuto la soluzione dei due Stati (uno Stato palestinese accanto a Israele), il 38,8% la respinge. Il 26,3% appoggia la soluzione di uno stato in cui palestinesi e israeliani godono di pari diritti; 68,3% la respinge 27 – Il 30,8% degli intervistati dice di essere ottimista sul successo del processo di pace tra PA e Israele; il 63,3% è pessimista; 28- il 57,5% degli intervistati prevede l’inizio di una terza intifada armata in Cisgiordania; il 49,3% la appoggia; il 44,2% la rifiuta.. Il 56,7% degli intervistati appoggia la nascita di una rivolta popolare nonviolenta, 35,7% la respinge. 29 – Il 29,8% degli intervistati ha dichiarato che l’attuale situazione politica, di sicurezza ed economicA li induce al desiderio di emigrare. 30- Il 47,2% degli intervistati ha ammesso di provare timore per la propria vita . il 58% degli intervistati ha dichiarato di non sentirsi sicuri per se stessi né per la loro le famiglie e le proprietà nelle attuali circostanze 31- Il 54,4% ha detto di essere pessimisti sulla situazione palestinese in questa fase. Quel che viene fuori da questo sondaggio fresco fresco è un punto di vista profondamente irrealistico: una visione clamorosamente falsa dell’andamento della guerra (chi l’ha iniziata, chi ha sparato sui civili); speranze che non possono realizzarsi (il porto e l’aeroporto a Gaza); un forte rancore contro Israele, illusioni sulla politica internazionale. E’ difficile dire, come per tutti i sondaggi condotti in regimi antidemocratici e dittatoriali, come è l’Autorità Palestinese, o francamente totalitari, come è Gaza sotto Hamas, se la gente risponda sinceramente alle domande o dica quel che crede ci si aspetti debba dire. Di fatto quel che esce è un calco puro e semplice della propaganda diffusa dalle autorità e dai media palestinisti, senza uno spiraglio di apertura. E’ chiaro che sulla base di questi dati nessun accordo è possibile e la prospettiva è di continuare in una situazione di attrito politico e militare che pure porta a profonde sensazioni di insicurezza e di paura per la propria stessa vita. Dovrebbero prenderne atto anche i politici e la stampa che continuano a dire che basterebbe un po’ di buona volontà per riaprire le trattative e portarle a buon fine. Il problema non è l’efficienza dei politici, ma la profonda mancanza di accettazione dell’altro e di senso di realtà da parte dell’opinione pubblica palestinese; o se volete il problema sono i frutti avvelenati di un martellamento propagandistico che inizia dalle scuole elementari e va avanti con tutti i mezzi fino alla tomba, ormai da un secolo. (Art. tratto da informazionecorretta)