Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici, l’operazione contro Hamas a Gaza è finita da poche settimane, chi si interessa di politica internazionale guarda al pericolo dello Stato Islamico, se è accorto pensa che l’Iran sia ancora più pericoloso, e a Hamas non si pensa quasi più. Il mini-dittatore dell’Autorità Palestinese fa le sue comparsate all’Onu minacciando sfracelli e nessuno lo prende tanto sul serio, salvo che la generale deriva antisemita continua a garantirgli appoggio: la Svezia ha annunciato di voler riconoscere lo Stato di Palestina (http://www.jpost.com/Breaking-News/Sweden-to-become-first-European-country-to-recognize-Palestine-378001), che ha il piccolo difetto di non esistere ancora, e quindi quest’atto non costituisce realmente un riconoscimento, ma un desiderio cui secondo loro Israele dovrebbe piegarsi. E tutta l’Unione Europea, moloch burocratico da mezzo miliardo di abitanti, si è occupata molto seriamente del fatto che un paio di famiglie ebree hanno comprato degli appartamenti a Gerusalemme in un rione sopra l’antica città di Davide, a duecento metri dal Kotel – un quartiere prevalentemente arabo del comune di Gerusalemme, ma rivendicato dall’AP come futuro suo territorio, che vuole Judenrein, “senza neppure un abitante ebreo”: una posizione chiaramente nazista. E dato che l’Unione Europea ha rimosso i suoi trascorsi nazisti e anche l’antigiudaismo tradizionale cristiano, che impedivano agli ebrei di vivere dove volessero, ma li obbligavano a stare nei ghetti, invece di denunciare il carattere nazista, ripeto nazista, delle politiche dell’AP, protesta contro Israele per questi acquisti e per la costruzione di nuove case a Gerusalemme (aperte sia agli arabi che agli ebrei), come una prova che “Israele non vuole la pace” (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/185782).

Non so se capite l’enormità della faccenda: che gli arabi con la cittadinanza israeliana o il permesso di soggiorno a Gerusalemme possano acquistare casa dove vogliono in città va benissimo a tutti, e anche se occupano o costruiscono abusivamente, va bene lo stesso; ma che gli ebrei comprino regolarmente casa da arabi (che per averla venduta sono soggetti alla pena di morte, ripeto alla pena di morte da parte dell’AP), non la occupino o costruiscano fuori dalle regole, ma la comprino di fronte a un funzionario giuridico con regolare contratto – be’ questo sembra all’Unione Europea un attentato alla pace. La sostanza nazista di questo atteggiamento, la continuità diretta delle politiche europee con quelle hitleriane e delle vecchie regole dei ghetti, non impressiona nessuno. Sono tutti pronti a fare bei discorsi nella giornata della memoria, contro il razzismo e l’antisemitismo. Ma provate a dire che uno sloveno non dovrebbe comprare casa a Capodistria/Koper da una famiglia italiana, o uno spagnolo a Barcellona, o un francese ad Ajaccio o un italiano a Brunico – perché Capodistria è un’antica cittadina italiana dove gli slavi sono diventati maggioranza solo nel ’45, o perché Catalogna e Corsica e Sud Tirolo aspirano all’indipendenza. Vi rideranno tutti in faccia. La Slovenia aveva una legge che proibiva l’acquisto di case agli stranieri (concepita per impedire il riacquisto delle vecchie proprietà da parte degli italiani che erano fuggiti da Tito), ma per entrare nell’Unione Europea ha dovuto cancellarla. Dunque all’interno l’Europa proibisce le discriminazioni, fuori dai suoi confini è favorevole alla libera circolazione delle persone, e in particolare favorisce come può l’immigrazione islamica, anche quella irregolare e illegale. Ma in Israele è favorevole all’apartheid arabo: un apartheid preventivo, volto a impedire l’esistenza degli ebrei in terre che non appartengono giuridicamente all’Autorità Palestinese – non c’è nessun trattato, nessuna legge internazionale che prescriva la divisione di Gerusalemme, anzi ci sono gli accordi di Oslo firmati dai palestinesi che dicono precisamente il contrario, che lo statuto di quelle terre deve venir stabilito con una trattativa fra le parti. Non appartengono giuridicamente all’AP, ma l’AP le rivendica, e l’Unione Europea appoggia questa rivendicazione, cioè esprime il desiderio che le cose vadano come vuole Abbas. E di conseguenza appoggia la sua volontà nazista di non avere ebrei fra i piedi e pretende di stabilire, nazisticamente, che gli ebrei non possano abitare dove Abbas non vuole.

Così come l’Unine Europea non si scandalizza del fatto che ci sia un’università vicino a Ramallah dove gli ebrei non devono poter entrare, anche se sono dei nemici del loro popolo come Amira Hass, solo per la loro… diciamo la parola che spiega l’ideologia palestinista, solo per la loro razza. Ma invece boicotta l’università di Ariel, solo per essere costruita su un territorio che l’Autorità Palestinese vorrebbe fosse parte del suo futuro stato, anche se quest’università non discrimina affatto, ma ha fra i suoi studenti molte migliaia di arabi anche sudditi dell’AP, che vogliono un’istruzione decente e non la fuffa ideologica che imprimono nelle teste degli studenti nelle scuole dell’AP. Pensate che di recente studiosi provenienti dall’Università di Ariel sono stati ammessi a un congresso europeo di “Israel studies” solo a condizione che mentissero sulla loro affiliazione accademica, nascondendo il fatto di provenire da Ariel (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/185814).

Non è folle tutto ciò, questo apartheid preventivo, che viola i diritti delle persone sulla base della loro appartenenza etnica o “razziale” su nessuna altra base che non sia la pretesa di una delle parti di un complesso gioco diplomatico? No, non è folle. Sarebbe folle se riguardasse uno qualunque dei mille conflitti che dividono Stati con pretese contrapposte, come il Kashmir, l’ex Sahara spagnolo, la Patagonia. Ma qui ci sono dei precedenti pesantissimi, nelle politiche naziste e nelle “interdizioni giudaiche” che hanno segnato il destino degli ebrei in Europa (e peggio negli Stati islamici) per mille e cinquecento anni e passa. Qui non si tratta di follia, ma di politiche antisemite che discriminano le persone sulla base della loro appartenenza all’ebraismo. La prossima volta che qualcuno vi parla con comprensione di Auschwitz, ditegli che Auschwitz non è finita, che l’Europa continua Auschwitz contro Israele e che invece di dirvi che cosa pensa delle leggi razziali vi dica cosa pensa delle discriminazioni dell’Europa, e quindi anche dell’Italia contro Israele e contro gli abitanti di Giudea e Samaria sottoposti ad apartheid preventivo.

(Art. tratto da informazionecorretta)