Massima allerta in Israele, Medio Oriente ed Europa churchbombiraqBruxelles –

Mentre terminiamo la stesura di questo bollettino, si può leggere nei media di una nuova ondata di attacchi terroristici in Israele, insieme al continuo genocidio dei cristiani e delle altre minoranze religiose in Iraq e Siria. Intanto le capitali europee, compresa Bruxelles, rimangono in silenzio. Il silenzio e la passività della comunità internazionale verso le sofferenze dei cristiani e degli ebrei in Medio Oriente, così come la crescente minaccia verso l’Europa, saranno i soggetti principali della Conferenza Programmatica della prossima settimana. È tempo di alzare le nostre voci e di agire insieme. Se non potete unirvi a noi personalmente, esiste ancora un’opportunità per sostenere il lavoro, il che ci rende capaci di innalzare la nostra voce. C’è bisogno ora della nostra azione.

Semaforo rosso a Stoccolma: i ministri dei paesi nordici non si uniscono al riconoscimento dello stato palestinese, voluto dalla Svezia Nordic Council logoStoccolma

Nell’ultima settimana di ottobre la campagna legale contro Israele ha conosciuto uno stop. Sebbene il governo svedese di minoranza abbia annunciato il proprio riconoscimento di uno stato palestinese, giovedì 30 ottobre, questo è avvenuto in un grande isolamento. Non solo la decisone presa non ha ottenuto il sostegno della maggioranza parlamentare, a Stoccolma, ma i paesi nordici hanno rifiutato all’unisono la campagna svedese tesa ad ottenere il riconoscimento dello stato palestinese da parte di tutta l’area scandinava. Se c’è un governo che è rimasto isolato è stato il governo svedese che è rimasto il solo paese dell’Unione Europea a riconoscere lo stato palestinese, trasgredendo la decisione dell’UE di adoperarsi per una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese e l’impegno a non coinvolgersi con l’organizzazione terroristica Hamas. Sebbene il voto alla Camera dei Comuni Britannica a favore del riconoscimento di uno stato palestinese, il 13 ottobre scorso, sia stato una delusione, questo comunque non cambia la posizione attuale del governo britannico che rimane impegnato all’osservanza del diritto internazionale. Come piccola organizzazione con risorse limitate, ECI ha deciso di concentrarsi sulla lotta all’interno del nostro cortile: i paesi nordici. La decisione svedese, diversamente dal voto britannico, è un decreto governativo che determina una posizione ufficiale della Svezia. Questa nazione, però, è sì una parte importante dell’intero blocco dei paesi nordici, ma non è che una parte soltanto. Alle Nazioni Unite i paesi nordici sono considerati, nel campo umanitario, delle superpotenze che influenzano il comportamento degli altri paesi, nonostante siano delle piccole nazioni (tra l’altro due tra i primi segretari dell’ONU furono scandinavi). Se gli altri paesi nordici avessero seguito la decisione svedese, questo avrebbe avuto un impatto disastroso. Nordic Council ministersPer tale motivo ECI ha scelto di mobilitare i sostenitori nei paesi nordici per essere sul posto, a Stoccolma, in occasione dell’incontro annuale del Consiglio Nordico (l’organizzazione regionale delle nazioni nordiche); il governo svedese ha cercato ancora una volta di convincere gli altri governi nordici a seguire il loro esempio. Per ora tutti hanno rifiutato. Nella stessa settimana ECI ha organizzato la prima colazione di lavoro con Israele ed i paesi nordici, in collegamento con l’annuale sessione del Consiglio Nordico, ed è stata annunciata la presenza di un nuovo gruppo di amici nordici di Israele. Come risultato gli amici di Israele nei paesi nordici sono usciti dalla recente crisi più motivati, più forti ed anche più consapevoli del bisogno di esternare con forza il loro sostegno per Israele. ECI continuerà a monitorare la situazione negli altri stati membri dell’Unione Europea.

I colloqui sul riconoscimento dello Yom Kippur all’ONU continuano a Ginevra ed a Vienna 

UN GenevaGinevra

 Contemporaneamente alla questione del riconoscimento della festa dello Yom Kippur, dibattuta nel quinto comitato delle Nazioni Unite di New York, anche ECI ha sollevato l’argomento in altre sedi delle Nazioni Unite nel mondo. La settimana scorsa, il direttore di ECI presso l’ONU *Gregory Lafitte* ha incontrato alti funzionari degli uffici dell’ONU a Ginevra e Vienna per discutere del come favorire il riconoscimento dello Yom Kippur in queste capitali europee, appartenenti all’ONU. La segreteria dell’ONU ha assunto un atteggiamento propositivo per lavorare insieme ad ECI per trovare una soluzione praticabile volta ad annoverare lo Yom Kippur tra le festività delle Nazioni Unite. Essendo coinvolti in modo costruttivo con le strutture dell’ONU, siamo stati in grado di promuovere cose come queste. Nella prima settimana di dicembre è prevista una nuova visita al quartier generale dell’ONU a New York.

Da Bruxelles sino alle estremità della terra

Harald – Fiji2Bruxelles – L’influenza di ECI e dei suoi partner non è limitata all’Europa, anche se questa rimane sempre la base principale ed il centro delle nostre attenzioni. Nelle ultime settimane, il presidente di ECI  Harald Eckert ha viaggiato per il mondo per sollevare la consapevolezza del bisogno che ogni nazione stia con Israele, in questo tempo critico. Nelle ultime due settimane di ottobre sono stati organizzati incontri ad Hong Kong, in Indonesia, nelle Isole Fiji, in Brasile ed in Messico. Allo stesso modo in cui la Germania (e l’Europa) ebbero un’influenza malvagia negli anni 30 e 40, oggi possiamo scegliere di averne una positiva. Questa è la visione principale di ECI e delle sue attività intorno al mondo. Il messaggio di Harald Eckert è stato bene accolto. Nelle isole del Pacifico, le Fiji, la visita è stata decisamente opportuna, poiché la questione del sostegno nazionale nei confronti di Israele all’ONU era stata sollevata per la prima volta nella capitale. Il sostegno delle isole del Pacifico alle Nazioni Unite è stata motivo di grande incoraggiamento per Israele da molti anni; la visita di Harald Eckert ha incoraggiato le Isole a rimanere salde nel proprio sostegno senza cambiare direzione. Eckert ha visitato anche una nazione musulmana e gli è stato chiesto di ritornare per parlare alla televisione nazionale. Tutto questo fa parte della Chiamata Globale alla Preghiera, che incoraggia i cristiani a pregare per i propri governi affinché sostengano Israele e riprendano le loro responsabilità nell’impegno a stare al fianco del popolo ebraico, in collegamento col 70° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz. I 100 giorni di campagna cominceranno con una conferenza a Cracovia, in Polonia, dal 25 al 29 gennaio e termineranno con una conferenza a Gerusalemme, dal 10 a 13 maggio. Vogliate leggere altre informazioni sulla campagna e le prossime conferenze. <http://www.ec4i.org/index.php?option=com_acymailing&ctrl=url&urlid=141&mailid=1081&subid=2121>

A cura di Tomas Sandell tomas.sandell@pp.inet.fi

 

 

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