La notte in bianco passata a Malpensa in attesa di partire viene subito dimenticata quanto atterro in Eretz Israel dopo un anno di assenza. Come sempre vengo accolta in maniera calorosa dalla sicurezza ma solo dopo che hanno stabilito che, ovviamente, non sono una minaccia terroristica 🙂 Oltre a Val, la compagna di viaggio che mi ospita durante il mio tempo libero dal Sar-El, ad attendermi fuori c’e’ anche un sole splendente ed una temperatura di 20 gradi, un vero toccasana per il mio corpo dopo aver passato la notte nella fredda e piovosa Milano. Inutile dire che sono molto contenta ma nello stesso tempo sento il “peso” della responsabilita’ di essere qui perche’ so che non sono qui per caso. Una cosa che ho capito subito che durante questi miei 24 anni di cammino con il Mashiah e’ che niente e’ a caso, nessun incontro, nessun viaggio, nessun luogo, nessuna persona (e potrei continuare la lista) e’ al caso nella nostra vita ma tutto serve per l’avanzamento del Suo regno e della nostra vita! Con questa consapevolezza che nulla e’ per caso sono continuamente in preghiera per essere guidata sul che fare stando attenta a non perdere del tempo. Ho quindi capito in fretta che la mia presenza qui sara’ “condita” da molta intercessione; la mattina mi alzo molto presto intorno alle 5 ed insieme alla sorella Val, una grande guerriera di Dio ed un intensa intercessore, iniziamo a pregare, come dice la Sua Parola, prima dell’alba. Gia’ anni fa avevo avuto questo “incarico” quando ero in Brasile ma per un motivo o per un altro (la mia disubbidienza sopratutto) ho trascurato. Sono atterrata nel primo giorno di Chanukkah e quindi ho potuto assistere alla prima accensione della candela del Chanukkia, il tipico candelabro a 9 braccia che viene usato durante la festa di Chanukkah detta Festa delle Dedicazione o delle Luci (Giov.10:22). Nella cittadina dove alloggio,a nord di Israele, puoi trovare le Chanukkioth ad ogni angolo specialmente nelle aree verdi, dove gli ortodossi accendono la candela della giornata con la benedizione per l’occasione e con canti di Chanukkah, dopo i quali per circa un oretta si incomincia a danzare ed a cantare, ma nel frattempo il luogo si riempe di gente, le auto che passano, alcune con le Chanukkioth sui tettucci, suonano i clacson e gridano Hag Sameach!!!! Questa atmosfera mi riporta come sempre alla mia citta’ natale, Napoli; Israele e gli israeliani per certi versi sono simili a Napoli ed ai Napoletani. Questo clima di festa e’ durato per tutti gli 8 giorni. Purtroppo si sente anche un po’ l’atmosfera di Natale, in luoghi come l’aereoporto accanto al candelabro hanno anche affiancato l’albero. I classici panettoni di una nota ditta italiana puoi comprarli nei negozi dei Russi ma al triplo del prezzo italiano. Praticamente i Russi qui, con i loro negozi, sono come i cinesi in Italia 🙂 Inoltre si vendono addobbi natalizi non solo a Beitlechem (Betlemme) ma anche a Yerushalaim (Gerusalemme) e di conseguenza anche gli alberghi sono addobati a tema. Questa cosa sta facendo arrabbiare parecchio i rabbini perche’, da un lato e’ vero che Israele e’ una democrazia ma dall’altro questi sono simboli di idoli pagani che inevitabilmente entrano e contaminano. Dal mio punto di vista mi trovo completamente d’accordo con loro! Oltre alla festa di Chanukka ho vissuto anche la reazione alla scelta Europea di riconoscere lo Stato Palestinese, non mi prolungo sulla delusione provata non solo da me ma dalla maggior parte degli israeliani. Grazie alla sorella Val, il giorno dopo questa votazione europea, ho avuto il privilegio di partecipare ad una riunione di intercessori della zona di Beit Halel in Samaria dove il Signore ha guidato a pregare affinche’ si alzino degli “Ester” e che Abba (il Padre) dia grazia e guida a chi e’ disponibile a fare la Sua volonta’. Riguardo a questo ho notato che qui in giro, alcuni israeliani non ebrei, si stanno “alzando” in favore d’Israele. In particolare ci sono due persone, che bisogna osservare e benedire per il loro impegno; uno e’ padre Gabriel Naddaf, vescovo greco-ortodosso, parte della comunità di minoranza “Cristiana Aramaica”, piccola comunita’ ufficialmente riconosciuta dallo Stato di Israele tramite Gideon Sa’ar prima che si dimettesse da Ministro dell’Interno. Padre Naddaf non perde occasione per alzare la voce in favore d’Israele mettendosi contro Hamas e l’Autorita’ Palestinese, motivo per il quale e’ sotto scorta. Dal 2012 e’ anche direttore del Christian-Israel Recruitment Forum per il Reclutamento nell’IDF dei Cristiani Israeliani (cristiani che offrono allo Stato e al popolo ebraico il servizio militare volontario, a supporto del Corpo di Difesa di Israele). Come dicevo e’ scortato continuamente ed ha una condanna a morte islamica sulla testa (fatwa); qualunque musulmano ha l’ordine di ucciderlo ovunque si trovi. Esattamente il 6 dicembre dello scorso anno, il figlio e’ stato prelevato e picchiato a sangue, finendo all’ospedale [il sacerdozio greco-ortodotto non contempla il celibato ecclesiastico, ndr]. L’altra persona che si impegna attivamente e’ Anett Haskia, araba israeliana di fede musulmana, attivista politica, proveniente dalla citta’ di Acco; alle spalle ha una storia molto interessante. Ripudiata dalla famiglia quando ha iniziato a sostenere Israele, l’obiettivo di Anett è quello di sostituire gli attuali parlamentari arabi israeliani alla Knesset. Le sue idee comprendono leggi che rendono obbligatorio per gli arabi israeliani di servire nell’IDF o fare servizio socialmente utile in cambio di parità dei diritti. Non crede nella creazione di uno stato “palestinese” o alla rinuncia di territorio israeliano in cambio di inutili promesse. Non nascondo che quando sento questo tipo di storie provo molta stima per queste persone che mettono in pratica la Sua Parola riguardo al Suo Popolo. Mi sorge una domanda: “fino a dove sarei disposta ad andare veramente per mettere in pratica la Sua Parola per difendere Israele?” Il mio cuore e’ ben disposto a servirlo, ma come dice una nota canzone, lo scopriremo solo vivendo!

N.d.A Toda Raba Q