Riprendiamo da LIBERO di oggi 11/01/2015, a pag. 1/7 e pag.11, due commenti di Carlo Panella. Dal GIORNALE, a pag.12, di Alessandro Gnocchi.  Dal CORRIERE della SERA quello di Amos Oz.

LiberoCarlo Panella: ” Però nessuno dice ‘siamo tutti ebrei’ “


in alto Carlo Panella – un manifesto quasi invisibile durante i cortei

Tutte le sinagoghe di Parigi ieri sono state chiuse. Non succedeva dai tempi dell’occupazione nazista. Gli ebrei di Parigi non hanno potuto onorare in sinagoga il Shabbat per timore di nuovi attentati. Timore concreto dopo la strage di 4 ebrei nello Hyper Casher da parte di uno jihadista franco-arabo. Una vergogna che ricade su tuna Europa, che ricade come un’infamia sul governo francese perché le sinagoghe hanno dovuto chiudere per una ragione sola: non sono protette dalla polizia francese, sono alla mercé di nuovi attacchi. Ma accade ancora di peggio in questa Parigi, in questa Francia, in questa Europa. Nessuno urla, nessuno scrive, nessuno dice: «Je suis juif!». Campeggia ovunque, anche sulla tour Eiffel, solo la scritta «Je suis Charlie». Pure, quattro ebrei sono stati maciullati solo perché ebrei da Amedy Coulibaly, il jihadista che dopo aver ucciso una poliziotta ha fatto 10 chilometri dentro una Parigi sotto presidio poliziesco, ha passato la Senna, si è esposto a mille pericoli, per cercare ostaggi ebrei. Non è entrato in un supermarket qualsiasi per sequestrare francesi qualunque per contrattare la libertà dei complici Kouachi, sotto assedio. No, si è esposto per ore per cercare la sua preda: l’ebreo. Puro antisemitismo islamo-nazista. Ma nessuno lo nota sui media. Abbiamo visto nei telegiornali una sequenza da far vergogna: prima il pellegrinaggio, i mazzi di fiori deposti davanti alla redazione violata di Charlie Hebdo. Bene. Giusto. Subito dopo, il corrispondente da Parigi parla davanti allo Hyper Casher… Nessuno! I parigini non vanno a piangere i loro concittadini ebrei massacrati solo perché ebrei. Non si commuovono per gli ebrei. Questa è la Francia d’oggi. Questa è Parigi. Questa è l’Europa. Questo è il nuovo antisemitismo che impera nelle nostre società che voltano le spalle, indifferenti, se a massacrare gli ebrei sono islamici e arabi. Una vergogna che infanga la Francia da anni. Giá nel 2005 la Commissione Stasi, voluta dal presidente Chirac per indagare sulle tensioni religiose, notava: «Oggi un bambino ebreo non può entrare in una scuola con la kippah in testa senza essere offeso, insultato, picchiato». Non da altri francesi, ma da ragazzi di origine arabo islamica. Esagerazione? Per nulla. Il 21 gennaio 2006 IIan Halimi, un ebreo di 23 anni è stato rapito da una gang di arabi; lo hanno tenuto legato e nudo per tre settimane, lo hanno torturato e alla fine hanno versato dell’alcool sul corpo e gli hanno dato fuoco. Nel 2008 un arabo francese, Merah, ha massacrato a colpi di mitra tre bambini ebrei e il loro insegnante davanti alla loro scuola di Tolosa. A maggio, un altro arabo francese, Nemmouche, ha ucciso quattro ebrei davanti al museo ebraico di Bruxelles. Tutti e due, come i Kouachi, come Coulibaly seguiti distrattamente dai servizi francesi che li hanno lasciati fare, sottovalutandone la carica jihadista e antisemita. Infine… la strage dello Hyper Kosher. Il risultato è orribile: gli ebrei hanno paura di vivere in Francia. In 50.000 l’hanno lasciata dal 1990 al 2013. E la fuga aumenta: 7.000 ebrei hanno cercato rifugio in Israele nel corso del solo 2014. E non per ragioni di lavoro. Ma di questo antisemitismo trionfante e schifoso che si impone in Francia, in Europa, in Italia, non si parla. La ragione è vergognosa. Gli ebrei francesi non sono affatto perseguitati dalla destra, dal Front National (allora si che ci sarebbe scandalo). Sono perseguitati dagli arabi e dagli islamici francesi. Quindi, si tace. Complici ignavi di una nuova infame, persecuzione degli ebrei.

Libero-Carlo Panella:” In nome della Shari’a. Uccidere chi deride Maometto ? Nel mondo arabo è legge” 

 
Carlo Panella

Tutto il mondo ha ascoltato ieri le parole di Sayed Kouachi al telefono con un giomalista. Kouachi ha spiegato quel che tutto il mondo si rifiuta per caparbia ignavia di comprendere: non è affatto un terrorista. È un islamista, un jihadista. Il suo scopo nel maciullare la redazione di Charlie Hebdo non era affatto quello di seminare il terrore in Occidente. Quello era l’obbiettivo degli attentati islamisti sino a ieri, dalle Twin Towers in poi. No, l’obbiettivo dei Kouachi era ben altro: applicare la sharia contro una redazione di blasfemi. Questo avevano chiesto centinaia di migliaia di musulmani scesi nelle piazze di tutte le città musulmane dal 2006 in poi, per protestare contro le vignette satiriche su Maometto pubblicate da un quotidiano danese e subito ripubblicate da Charlie Hebdo. Questo, l’esecuzione del blasfemo, è quanto per l’appunto prevede la sharia in vigore in una decina di Paesi islamici, in quanto tale e in quanto, avendo insultato il Profeta, è anche apostata. Non terrorismo. Jihadismo, Guerra Santa per imporre la sharia in Europa. Il ragionamento di Kouachi è lineare quanto agghiacciante: Non siamo assassini. Noi difendiamo il Profeta. Non uccidiamo le donne, non uccidiamo nessuno. Difendiamo il profeta. Se qualcuno offende il profeta, non c’è problema, lo possiamo uccidere. Ma non uccidiamo le donne. Non siamo come voi. Voi siete quelli che uccidete i bambini musulmani in Iraq, in Siria, in Afghanistan. Noi no. Abbiamo un codice d’onore, nell’Islam». Dunque, questo è uno degli islam possibili e praticati da questa enorme minoranza: se offendi il profeta non sei più un essere umano, sei una cosa impura (Ha-ram) e devi essere eliminato. Questo “codice d’onore dell’Islam” non è la farneticazione di un esagitato perché è in vigore come codice penale in tanti Paesi musulmani. Con orribile coincidenza, mentre Kouachi parlava, sulla piazza della moschea Jafali di Gedda in Arabia Saudita il giovane Raif Bedawi ha ricevuto la sua prima dose di 50 frustate, sulle 1.000 a cui è condannato (oltre a 10 anni di carcere duro), per avere scritto parole giudicate irriverenti contro il Profeta sul suo blog. Ed è indecente, quanto meno, che tutto il mondo sia perfettamente al corrente del contesto islamico che ha motivato i fratelli Kouachi, ma lo ignori, definendoli, banalmente, terroristi. Mistificando quel l’obbiettivo shariatico che lui pure rivendica con parole inequivocabili. Tutto il mondo sa che Asia Bibi giace in una cella malsana a Nankana, in Pakistan perché alcune coma l’hanno accusata di avere offeso il Profeta durante una lite al pozzo dell’acqua del villaggio. Tutto il mondo sa che Asia Bibi é condannata a morte per blasfemia. Tutto il mondo sa che Khomeini nel 1988 condannò a morte lo scrittore Salman Rushdir per blasfemia, che il suo traduttore giapponese fu ucciso e che quello italiano della Mondadori fu gravemente ferito. Tutto il mondo sa che i redattori di Charlie Hebdo erano parimenti accusati di blasfemia è che è stata chiesta la loro morte da centinaia di migliaia di musulmani nelle piazze, in applicazione della sharia. Ma non c’è un commentatore che sia uno nell’immensa sfera del politically correct che colleghi, come è evidente, palese, queste condanne a morte shariatiche tra di loro. Non terrorismo, ma imposizione jihadista della sharia in terra d’Europa, questo lo scopo rivendicato dei fratelli Kouachi Dunque, la strage di Charlie Hebdo, così come quella dei 4 ebrei di Hyper Khoser, presi in ostaggio e poi uccisi solo perché ebrei, segna una svolta negli attentati jihadisti. Punta alla ricerca del consenso di massa nella grande platea musulmana. Il dramma è che ottiene, parzialmente, come è ovvio, questo risultato.Tanto quanto -va riconosciuto- le istituzioni musulmane hanno condannato questo eccidio, altrettanto, quantomeno tra le centinaia di migliaia di manifestanti che chiedevano la testa dei “blasfemi” redattori di Charlie Hebdo, quel macello é piaciuto, è stato condiviso. E non solo nella bloggo sfera jihadista. Dunque, al dramma si aggiunge un problema. L’Occidente, non solo non sa difendersi dagli jihadisti, non solo non vuole rendersi conto che hanno dichiarato la loro Guerra di Civiltà unilaterale, ma sbaglia addirittura nell’interpretare le loro azioni. Non vuol capire che i trailers orrendi con le decapitazioni degli ostaggi puntano a ottenere, come ottengono, nuovi proseliti. Non vuole capire che dentro l’Islam si è radicato e sta crescendo esponenzialmente un nuovo scisma che giustamente il progressista Umberto Eco ha definito “nuovo nazismo”.

 

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