Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/01/2015, a pag.6, con il titolo ” Le vignette sono solo un pretesto per scatenare l’odio anticristano ” il commento di Carlo Panella.

Carlo Panella

Otto le chiese di Niamey, in Niger, bruciate ieri dai manifestanti musulmani, inferociti contro la vignetta della prima pagina di «Charlie Hebdo» dopo la strage: Maometto, con una lacrima, che dice «Tutto perdonato». La cattedrale è scampata alla distruzione perché presidiata dalla polizia (che ha lasciato distruggere le altre chiese). Tutto chiaro, dunque. Folle di manifestanti musulmani scendono nelle piazze di Niger, Pakistan, Algeria, Tunisia, Egitto, ovunque, e urlano odio per un’immagine di pace, di concordia, disegnata da un collega dei giornalisti di Charlie sfuggiti al macello di due musulmani. Tutto chiaro, perché i manifestanti si esprimono bruciando le chiese, che con «Charlie Hebdo», feroce con i preti e la Chiesa, nulla hanno da spartire. Tutto chiaro, perché a Istanbul in centinaia hanno manifestato davanti alla moschea Fatih, indisturbati, al grido «Noi siamo Kouachi», i musulmani che hanno maciullato i 12 di «Charlie Hebdo». Non sappiamo cosa ne pensi papa Francesco, se legga anche questo come un «pugno» rivolto a chi ha «offeso mia madre». Sappiamo però che Hollande ha detto una castroneria quando ha affermato che la strage di Charlie e il massacro antisemita dello Hyper Khasher, «non è islam». È islam invece, una parte dell’islam, certo non tutto l’islam. Ma è islam. La parte che oggi agisce, opera e uccide dell’islam. Una parte di centinaia e centinaia di migliaia di musulmani. Di milioni e milioni. Seguaci di uno scisma islamico che ha i suoi teologi star tv, come lo sheikh al Karadawi, che da al Jazeera, nel 2006, ha emesso la fatwa che condannava a morte i giornalisti di Charlie (eseguita dai fratelli Kouachi, fedeli servitori della sharia) e oggi incita i musulmani a urlare contro una copertina con un messaggio di pace e di perdono. Vignetta che aveva però il torto di riprodurre, senza alcuna offesa, l’immagine di Maometto. «Reato» meritevole di morte per questo islam. E questo islam scismatico brucia le chiese. Non certo, come dicono i buonisti del politically correct, perché simboleggiano l’invasione occidentale. Perché in Egitto, Tunisia e Algeria i cristiani abitavano ben prima che fossero invasi dai musulmani. Ma perché questo scisma islamico odia cristiani ed ebrei. Li odia da un millennio. E li massacra. In 5 mesi nel 2014 dei musulmani hanno massacrato 5.479 cristiani, 322 al mese! Grandi teologi di questo islam teorizzano che vi è un sesto Arkan, precetto, che obbliga i musulmani al Jihad, alla guerra contro cristiani ed ebrei. In molti stati arabi i cristiani non possono praticare, neanche di nascosto. In tutti gli stati islamici un musulmano non può convertirsi al cristianesimo, pena la morte (in 10 Stati) o gravi pene detentive. Nei roghi di Niamey e in queste scalmanate manifestazioni islamiche finisce così l’illusione buonista del «Je suis Charlie», esposto, in buona fede, anche da tanti musulmani, non solo francesi. Non è «tutto perdonato». Per molti musulmani è Guerra Santa.

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