Mentre redigiamo questo bollettino si è celebrato il 70° anniversario della liberazione di Auschwitz. Nel riunirsi ad Auschwitz ed anche in altre parti del mondo, i leader mondiali hanno concordato su una cosa: la lotta all’antisemitismo non è limitata ad un evento commemorativo annuale. Il vero lavoro comincia quando si torna a casa e si vive la vita di tutti i giorni. In ECI siamo stati impegnati in questa battaglia sin dal 2003, ma le difficoltà non sono mai state così elevate. Grazie per fortificare il nostro operato nel 2015 con la preghiera e le donazioni. Il presidente di ECI chiede perdono per i 1800 anni di antisemitismo Harald and HarrisCracovia – Il 70° anniversario della liberazione di Auschwitz è stato commemorato con un concerto speciale nella sinagoga Tempel di Cracovia, nella serata del 27 gennaio. L’evento è stato organizzato da ECI e dalla locale comunità ebraica, con il cantante *Itzchak Horovitz* e l’orchestra KolorBach, un gruppo unico di Parigi, che combina le musiche ebraiche klezmer con quelle di Bach. Prima della guerra Cracovia aveva una fiorente comunità ebraica che contava 60.000 persone, praticamente un quarto dell’intera popolazione. Oggi la comunità conta 500 membri, essendone stata uccisa la sua gran parte nel campo di concentramento di Auschwitz, a solo un’ora di distanza dalla città. Dopo 70 anni cristiani di tutto il mondo sono tornati a Cracovia per chiedere perdono per la loro passività davanti alle atrocità dell’olocausto e per impegnarsi a stare dalla parte del popolo ebraico e dello stato d’Israele, da oggi in poi. Durante una commovente cerimonia nella sinagoga, il presidente di ECI *Harald Eckert* (/nella foto con David Harris/) ha dato inizio alla serata chiedendo pubblicamente perdono per i 1.800 anni di antisemitismo cristiano. In prima fila sedevano i rappresentanti della locale comunità ebraica e, tra loro, era presente *Tadeusz Jakubowicz*, sopravvissuto all’olocausto ed attuale leader della comunità. Harald Eckert è il promotore della Chiamata Globale alla Preghiera, una campagna di 100 giorni di preghiera e digiuno, con un appello alle comunità cristiane perché si schierino contro l’attuale ondata di antisemitismo che è ora al massimo livello dai tempi dell’olocausto. Molti hanno già risposto alla chiamata. Alla conferenza di quattro giorni a Cracovia hanno partecipato molti leader provenienti da Australia, Corea del Sud, Singapore, Ghana, Nigeria, Canada, USA e Brasile, per stare al fianco del popolo ebraico durante questa nuova stagione. OrchestraNel suo importante discorso, nell’occasione del concerto, il direttore esecutivo del Comitato degli Ebrei Americani *David Harris* ha fatto notare che l’antisemitismo non è solo un problema del passato ma è una piaga che si sta diffondendo ancora una volta in tutta l’Europa. Egli ha riconosciuto che, mentre i governi ora cercano di proteggerli, molti ebrei loro hanno paura e stanno considerando l’eventualità di lasciare il nostro continente. Harris ha affermato: “L’unica differenza tra la fine degli anni 30 ed oggi è l’esistenza dello stato d’Israele. Se le nazioni ci abbandonassero, oggi abbiamo comunque uno stato ebraico. Possiamo immaginarci quanti ebrei sarebbero scampati se questa realtà fosse esistita allora, nel 1938”. All’evento erano presenti diplomatici di diverse nazioni. La delegazione canadese era guidata dal ministro delle attività culturali *Tim Uppal*. Nel suo saluto, ha ribadito il sostengo incrollabile del governo canadese verso lo stato d’Israele. Ha dichiarato: “L’antisemitismo di oggi è spesso mascherato da opinioni anti Israele, ma quando si invoca il boicottaggio dei prodotti israeliani, questo non è altro che il vecchio antisemitismo”. I leader mondiali si chiedono come fermare l’antisemitismo Prague castle Praga – L’Europa potrebbe presto entrare in un’altra era oscura se non agiamo in tempo contro la marea montante dell’antisemitismo e dell’estremismo politico. Questo è stato il messaggio universale del simposio intitolato “Fa vivere il mio popolo”, organizzato il 26 e 27 gennaio a Praga dalla Comunità Europea, dal governo Ceco a dal Congresso Ebraico Europeo. In diversi dibattiti con alcuni opinionisti come *Bernard-Henri Levy*, *Irwin Cotler* ed *Alan Dershowitz*, si è cercato di rispondere alla domanda su cosa si sarebbe potuto fare per fermare l’antisemitismo. *Abraham Foxman*, della Lega Antidiffamazione di New York, ha sottolineato che solo poche persone reagirono quando 5 ebrei furono uccisi a Tolosa, o quando un altro ebreo è stato ucciso lo scorso maggio a Bruxelles, aggiungendo che: “I quatto milioni di manifestanti che hanno marciato per le strade di Francia, non lo hanno fatto per gli ebrei. Alcuni hanno manifestato addirittura per la causa palestinese. Altri, come Bernard-Henri Levy, hanno evidenziato che ora il governo francese è saldamente a favore del popolo ebraico e non contro. La minaccia però non viene dal governo, ma da alcuni elementi del popolo”. “Lasciamo perdere il politicamente corretto e diciamolo forte e chiaro: da una parte abbiamo un problema con l’islam radicale e dall’altra col neo nazismo” ha affermato il presidente del Congresso Ebraico Europeo *Moshe Kantor*. I partecipanti avevano diverse opinioni sul cosa fare per bloccare l’antisemitismo. Molti hanno chiesto leggi contro l’incitamento all’odio ed alla violenza, ma altri pensavano che la società civile debba autoregolarsi e che la libertà d’opinione deve essere garantita ad ogni costo. Il punto più basso nella discussione è stato raggiunto quando il presidente del parlamento turco *Cemil Cicek* ha posto la sua attenzione sulla situazione di Gaza, criticando il governo israeliano, invece di riconoscere la crescita dell’antisemitismo, promossa anche dal proprio governo. Sandell chiede a Bruxelles un nuovo vertice dell’Unione Europea sulla crisi Frans TimmermansPraga – *Tomas Sandell* è stato invitato a rappresentare ECI al simposio di Praga, dove ha incontrato in vicepresidente della Commissione Europea *Frans Timmermans* (/nella foto/). Timmermans ha recentemente affermato che “non esiste Europa senza gli ebrei”. Durante l’incontro ha ribadito la propria preoccupazione per la crescita dell’antisemitismo e dell’estremismo politico in Europa. Nel medesimo contesto Sandell ha chiesto ufficialmente alla Commissione Europea di convocare una conferenza per la crisi per affrontare la crescente minaccia dell’antisemitismo. Tale richiesta sarà presa in esame dalla Commissione. L’ultima volta che la Commissione Europea organizzò una conferenza sull’antisemitismo fu il 2004, allorché *Elie Wiesel* chiese ai non ebrei di unirsi al popolo ebraico per ergersi contro l’antisemitismo. Qualche mese più tardi ECI organizzò la sua prima conferenza annuale, a Bruxelles. Nella serata, il presidente del Parlamento Europeo *Martin Schulz* ha dato il benvenuto ai 38 portavoce dei vari parlamenti nazionali che partecipavano alla cerimonia. Ed ha aggiunto: “Voglio inoltre dare il benvenuto ad una persona in particolare”, voltandosi verso *Yuli Edelstein*, il portavoce israeliano della Knesset. Nel proprio discorso, il presidente Schulz ha spiegato perché lui, come tedesco ed europeo, è impegnato a favore della sicurezza dello stato d’Israele. Nel suo primo discorso come presidente del Parlamento Europeo, in occasione della giornata della memoria organizzata anche da ECI nel 2012, dichiarò che il suo più importante compito come presidente era quello di stare al fianco del popolo ebraico e dello stato d’Israele. Alcune considerazioni La risposta all’antisemitismo è Israele Flag of IsraelSecondo coloro che hanno ascoltato attentamente i discorsi nelle varie cerimonie della scorsa settimana, c’è una parola che è venuta a mancare: Israele. Mentre la maggior parte dei leader si sono dichiarati decisamente a favore della comunità ebraica in Europa, molti di loro hanno anche cercato di fare una distinzione tra gli ebrei e lo stato ebraico. Quando, lunedì sera, mi sono presentato ad un anziano leader dell’UE a Praga come Direttore della Coalizione Europea per Israele la sua reazione immediata fu: “E cosa ha a che fare Israele con tutto questo?”. La persona si riferiva all’antisemitismo. Questa reazione è tipica di molti leader politici europei che vogliono fare separare Israele dagli ebrei in Europa. Per quanto ci sia una differenza, il legame è palese. La sostanza è che quei milioni di ebrei sarebbero rimasti in vita se ci fosse stata una nazione ebraica nel 1938, così come era stata promessa dalla Società delle Nazioni nel 1922. Negli anni 30, prima della Soluzione Finale, *Hitler* voleva spedire tutti gli ebrei in Palestina, ma questa era chiusa agli ebrei e nessun’altra nazione era disposta ad accoglierli. Oggi un notevole numero di ebrei sta lasciando la Francia ed altri paesi europei perché non si sente più al sicuro ed Israele sta provvedendo loro un posto protetto. Come è responsabilità del governo europeo rendere l’Europa un posto sicuro per gli ebrei, allo stesso modo è altrettanto importante il suo ruolo per il sostegno dello stato d’Israele, come patria del popolo ebraico. Ma, mentre la crescita dell’antisemitismo continua in Europa, la Commissione Europea sta programmando nuove misure per indebolire lo stato ebraico mediante il boicottaggio dei suoi prodotti provenienti dai territori contesi e mediante il continuo generoso finanziamento dell’Autorità Palestinese, nonostante la sua dilagante corruzione ed il disprezzo dei diritti umani fondamentali. È un dovere imperativo per l’Europa stare decisamente al fianco di Israele, il nostro unico alleato in Medio Oriente che condivide con noi i principi ed i valori. Nel 2015, ECI continuerà a perorare la causa di Israele e del popolo ebraico attraverso il dialogo ed un sostegno articolato ad alto livello politico in UE ed ONU. Ci aiuterete?

 

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