COMUNICATO DEL PRESIDENTE

Cari soci EDIPI,

attaulmente stiamo assistendo, soprattutto dopo la recente votazione alla Camera sulla Palestina, al più grande inganno del secolo. L’evidenza biblica è quanto riportato in II Tessalonicesi 2:11-12. Tralascio i lontani riferimenti storici relativi alla Palestina romana del 135 d.C, per venire a fatti più recenti che hanno condizionato e determinato la situazione attuale. La nascita dello Stato di Israele è da annoverare nell’adempimento del piano profetico di Dio rivelato nella Bibbia per gli ultimi tempi. A guardar bene Israele, nato nel maggio del 1948 è stato concepito nel grembo della storia già il 25 aprile del 1920 con la conferenza di Sanremo, che confermò quanto stabilito dalla dichiarazione di Balfour del 1917. Interessante sottolineare che sia Balfour che i componenti britannici del gabinetto di guerra del governo erano evangelici o comunque anglicani di formazione ed educazione biblica. Il Balfour stesso era figlio di un predicatore laico metodista che educò il figlio nell’osservanza della Bibbia. Il territorio iniziale stabilito a Sanremo nel 1920 (120.466 kmq), già 2 anni dopo veniva ridotto del 77% (riducendolo a 28.166 kmq), dando di fatto meno di 1/4 agli ebrei palestinesi contro i 3/4 agli arabi palestinesi: la scoperta del petrolio fece decidere gli inglesi (era già un’altra generazione, non più di credenti) operando su due tavoli. Il territorio cosi assegnato alla nazione ebraica il 16 settembre 1922, vedeva l’arrivo di migliaia di ebrei da tutta l’europa che si insediavano nei Kibbutz presenti già dalla fine dell’ 800 su territori che gli ebrei avevano già acquistato a caro prezzo dai turchi dell’impero ottomano. La crescita della presenza ebraica nel tessuto economico produttivo, industriale e agricolo determinava parallelamente in maniera ancora superione la presenza araba come manodopera, per cui la presenza araba nel territorio della palestina ebraica, aumentando di numero creava tensioni sociali acuite prima e durante la seconda guerra mondiale quando gli ebrei appoggiarono gli inglesi in funzione antigermanica, mentre gli arabi optarono per i nazisti. Per cui con Isarele concepito nel grembo della storia il 25 aprile 1920 e con un tentativo di aborto durante la Shoah, assistiamo al parto della nazione con il forcipe della storia che lo vedrà mutilato di altri territori (oltre il 50%) con il piano di spatizione consigliato dall’Assenblea Generale delle Nazioni Unite nel 1947. Per cui dal territorio iniziale Israele, “obtorto collo”, si venne a trovare con poco più del 11% dell’area iniziale, accettazione determinata dall’urgenza di sistemare ebrei rifiutati da tutti. Nonostante ciò gli arabi di 5 ststi coalizzati il giorno dopo della dichiarazione d’indipendenza dello Stato di Israele, lo attaccarano con l’obbiettivo di annientarlo. Miracolosamente Israele invece vinse rioccupando aree intorno a Gerusalemme e lasciando Gaza agli egiziani e la Cisgiordania (Galilea e Samaria) ai giordani. Per cui i cosidetti territori occupati nel 1967 dagli israeliani con la Guerra dei 6 giorni, non sono altro che territori liberati dall’illegale occupazione degli egiziani (a Gaza) e dei giordani (in cisgiordania). Per cui il richiamo ad Israele di ritirarsi dai confini (che non sono tali, ma “linee di cessate il fuoco”) del ’67 è assurdo perchè lì non c’era la fantomatica palestina ma Egitto e Giordania. Israele con la guerra dei 6 giorni ha recuperato altri territori e per la pace ne ha ceduto tantissimi (il Sinai con l’Egitto) cercando la pace e invece ottenendo in cambio missili a Gaza da Hamas e al confine con il Libano dagli Hezbollah. La situazione politicamente è complicata e quanto mai fluida. Dal punto di vista biblico quando Israele cede territorio ha conseguenze sempre negative. Inizialmente con Balfour i confini erano quelli biblici. Comunque le decisioni delle nazioni fatte a scapito di Israele le porteranno ad un loro chiaro giudizio il cui criterio di valutazione sarà proprio come si sono comportate nei confronti di Israele (Giole 3:2-3). La recente votazione un pò “pilatesca” dell’Italia ci deve coinvolgere in preghiera perchè decisioni contrarie a Israele omologheranno un perdurare di varie crisi (economoche, sociali ecc.) per la nostra nazione.