Netanyahu: “Ho un amore profondo per l’America e rispetto il presidente Obama, ma quell’accordo con l’Iran è un cattivo accordo”

 

«Cari membri del Congresso e del Senato, ho un amore profondo per l’America e rispetto il presidente Obama, ma quell’accordo con l’Iran è un cattivo accordo.Se lo firmate sancite la distruzione del popolo ebraico e la rovina del mondo intero. E se questo avverrà e ci troveremo nella necessità di farlo, ci difenderemo da soli». Chiaro, semplice, contenuto in toni bassi per placare le polemiche che hanno disegnato il viaggio di Bibi Netanyahu a Washington come una sfida al presidente americano Obama, pure il primo ministro israeliano non ha perso l’occasione, e senza mai alzare la voce ma senza rinunciare a esser diretto e anche duro ha ottenuto 23 standing ovation. Perché l’America ama Israele, anche se Obama ha condotto la sua battaglia contro l’invito delle due Camere a parlare dell’Iran. Obama sapeva che Netanyahu la pensa in modo tale da trascinare il Congresso a un veto su un accordo troppo morbido, e si è innervosito. Del resto Netanyahu non gli è mai stato simpatico, anche se Bibi l’ha ringraziato delle mille volte in gli Usa hanno aiutato Israele. Ma Bibi aveva uno scopo, e fra gli applausi l’ha perseguito: l’accordo cui in queste ore lavorano Kerry con il ministro degli Esteri iraniano Zarif in Svizzera è un errore fatale, simile a quello compiuto da Neville Chamberlain quando negò la pericolosità di Hitler, ha detto. Bibi è stato accompagnato da un coro di prefiche israeliane dato il periodo elettorale, che hanno previsto la fine dell’amicizia con l’America. Ieri, non si vedeva davvero: il premier israeliano ha entusiasmato le Camere unificate per la terza volta, unico premier che abbia avuto questo onore oltre a Winston Churchill. La platea ha ascoltato con tesa attenzione, gli americani sentono in maniera molto diversa verso Israele rispetto al gelido opportunismo europeo. Anche dopo che 50 democratici che hanno annunciato la loro assenza ritenendo che il discorso programmato senza l’assenso di Obama fosse un affronto, e dopo un’intervista alla Reuters in cui Obama ha spiegato che niente è possibile se non la sua idea di accordo con l’Iran, pure Bibi è stato ascoltato da un pubblico pensoso e caldo, anche se ha detto cose che di sicuro hanno dato noia a Obama. C’era la preoccupazione che Bibi rivelasse qualche particolare delle informazioni segrete dei servizi americani e israeliani: ma con signorilità dopo aver riempito Obama di ringraziamenti Bibi ha detto che i particolari dell’accordo si trovano anche su Google, e poi ha attaccato. Alla fine, Obama in sostanza ha dato a Bibi di fanatico nell’intervista, e Bibi lo ha tacciato di essere ingenuo e facilone. Tutto sottinteso, si capisce. Netanyahu ha contestato il presidente americano suggerendo intanto di non firmare e di avviare una trattativa completamente diversa. Bibi ha un piano che consta di tre punti, sul cui sfondo deve brillare il rifiuto totale di lasciare centrifughe in mano all’Iran, e la lotta per i diritti civili, disprezzati e fatti a pezzi dal regime islamista estremo dell’Iran, dove si impiccano gli omosessuali e si perseguitano le donne. Bibi ha giocato i suoi dadi: stanno ruzzolando, ed è già tanto nel mondo di Obama.