Di Noemi Cabitza

Barack Hussein Obama non ha affatto digerito la rielezione di Netanyahu alla guida di Israele, lo fa capire chiaramente in una intervista al Huffington Post nella quale fa chiaramente intendere quale sarà la sua prossima strategia per “punire” Israele per questo grave affronto, cioè come venderà Israele ai suoi nemici. Obama parte dicendo di aver preso sulla parola Netanyahu quando ha detto che sotto il suo mandato non ci sarà la nascita di uno Stato palestinese e che per questo “l’America valuterà le misure da adottare affinché la regione non cada nel caos”. Obama non solo evita di dire che Netanyahu non ha detto che non accetterà un Stato palestinese ma che non lo accetterà alle attuali condizioni, cioè senza il riconoscimento da parte palestinese di Israele come Stato Ebraico. Non è la stessa cosa, Obama lo sa benissimo, e il riconoscimento di Israele come Stato Ebraico deve essere una precondizione non negoziabile. Solo che il Presidente americano cerca la scusa buona per togliere a Israele il suo supporto alle Nazioni Unite e punta decisamente su questo “casus belli” per farlo. L’altro fronte su cui Obama tenta di attaccare la politica israeliana è quello dei cosiddetti insediamenti. Obama dice a un certo punto che gli insediamenti sono una minaccia alla stabilità della regione e che “questa politica non può continuare”. Anche in questo caso il presidente Obama dimentica di dire che gli insediamenti sono tutti in area C e a Gerusalemme per cui sono perfettamente legittimi. Ma anche questa è una scusa per togliere l’appoggio americano a Israele alle Nazioni Unite. Il terzo fronte è addirittura più incredibile perché il Presidente Obama arriva a mettere in dubbio addirittura la democrazia israeliana nel caso si decidesse di proseguire sulla strada dello “Stato Ebraico”. Obama afferma infatti che (riassumendo) «anche se Israele è stato fondato come patria per gli ebrei, la democrazia israeliana deve essere fondata sulla premessa che tutti siano uguali e godano degli stessi Diritti». L’affermazione non solo appare ambigua ma persino menzognera in quanto in Israele tutti godono degli stessi Diritti, ebrei, cristiani e musulmani, tanto che il partito islamico alle ultime elezioni è arrivato a essere il terzo partito. La definizione di Stato Ebraico non vuol dire quindi che Israele diverrà uno Stato confessionale dove chi non è ebreo non godrà degli stessi diritti. Tutto rimarrà invariato e anche questo Obama lo sa benissimo però usa la legittima richiesta di Israele di essere riconosciuto come Stato Ebraico come ennesima scusa per lanciare attacchi alla politica israeliana. E qui arriviamo al nocciolo della questione. Quando l’intervistatore gli chiede se gli Stati Uniti toglieranno il loro appoggio a Israele in seno alle Nazioni Unite, Obama non risponde alla domanda. Non dice che gli USA non lo faranno mai come invece dovrebbe dire, non ha il coraggio di dire che gli USA toglieranno l’appoggio a Israele ma lo fa capire chiaramente con il suo silenzio. Obama sarà quindi il primo Presidente della storia USA a consegnare Israele ai suoi nemici. Ultimo ma non meno importante c’è la questione delle trattative con l’Iran sul suo programma nucleare. Obama difende a spada tratta l’accordo che si sta per raggiungere con gli iraniani (ne abbiamo dato una anticipazione due giorni fa) e sostiene che è un buon accordo anche se dice che ci sono ancora alcune cose da chiarire. Anche in questo caso mente sapendo di mentire, esattamente come quando affermava che gli USA non avrebbero mai permesso all’Iran di avere armi nucleari. Cari signori siamo di fronte a un fatto gravissimo di portata mondiale, un Presidente americano che invece di difendere la democrazia israeliana fa di tutto, anche usando menzogne facilmente smontabili, per distruggerla. Il piano di Obama per consegnare Israele ai suoi nemici è ormai alle fasi finali è, c’è da giurarci, nelle prossime settimane ne vedremo di tutti i colori.

Art. tratto da rightsreporter