New York, 30 marzo 2015

– I diplomatici all’ ONU di 35 nazioni si sono riuniti a New York, nel quartier generale delle Nazioni Unite, giovedì scorso per celebrare la prossima pasqua ebraica e per trarre ispirazione dal suo messaggio di libertà dalla schiavitù. Il pranzo di lavoro di ECI è stato organizzato in concomitanza col giorno internazionale della memoria delle vittime della schiavitù e della tratta degli schiavi. Il direttore e fondatore di ECI, Tomas Sandell, ha ricordato agli ospiti che la Risoluzione di San Remo del 1920, che prometteva la ricostituzione di una patria ebraica in Palestina, si può considerare come l’inizio del processo di decolonizzazione, considerato che un popolo che ha vissuto per 1800 anni sotto un’occupazione straniera stava per riconquistare la propria indipendenza. Nel suo discorso, l’ambasciatore Isaiah Z. Chabala, ex rappresentante permanente dello Zambia presso le Nazioni Unite, ha detto che la lotta del popolo ebraico per la propria libertà dalla schiavitù ed occupazione ha ispirato molte nazioni africane nella loro ricerca della libertà e dell’indipendenza nazionale. Il direttore esecutivo del Comitato Ebraico Americano, David Harris, ha ricordato all’uditorio come il leader del movimento per i diritti civili, Martin Luther King, avesse tratto molta della sua ispirazione dalla storia di Mosè e come, due decadi dopo, la proclamazione “lascia andare il mio popolo” abbia portato all’esodo moderno di più di un milione di ebrei dall’Unione Sovietica. Harris ha affermato: “Questo prova che la storia della pasqua non è solo un messaggio del passato, ma è anche contemporaneo”. In un messaggio personale, il presidente dell’Albania H.E. Bujar Nishani ha spiegato l’importanza della pasqua nel suo paese in cui l’affrancamento dalla schiavitù degli egiziani significa l’abbandono dell’antisemitismo, del razzismo, dello sciovinismo, del comunismo, della persecuzione, dal totalitarismo e dal terrorismo. Lo scorso dicembre, il presidente Nishani ha invitato ECI alla celebrazione della festa dell’Hanukkah nel palazzo presidenziale di Tirana, dimostrando così il suo impegno verso i valori universali delle festività ebraiche. Il rappresentate permanente israeliano presso l’ONU, l’ambasciatore Ron Prosor, ha citato il poeta tedesco del XIX secolo Heinrich Heine, affermando che, dal tempo dell’esodo, la parola libertà è sempre stata pronunciata con un accento ebraico. L’esperienza ebraica, ha fatto notare Prosor, è che la libertà non può essere mai data per scontata. Commentando l’ultima fase cruciale dei negoziati con l’Iran, questi ha tracciato un parallelo con la storia di pasqua dei quattro figli; uno saggio, uno stolto, uno semplice ed uno che non sa come porre una domanda. Definendo l’Iran come figlio stolto, che vuole cancellare Israele dalle mappe, ha definito quelle nazioni che negoziano con l’Iran come il figlio che non sa come porre le giuste domande e che rifiuta di riconoscere la minaccia che l’Iran costituisce, su Israele e sull’intera comunità internazionale. Questo è stato il secondo pranzo di ECI per evidenziare una festività ebraica all’ONU.

Lo scorso settembre ECI organizzò un pranzo simile in preparazione del giorno dello Yom Kippur, per parlare dei valori del perdono e della riconciliazione nelle relazioni internazionali. La festa ebraica della pasqua comincia venerdì 3 aprile e termina l’11 aprile.

 

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