ECI si reca in Israele per celebrare il 70° anniversario del giorno della vittoria a Gerusalemme

JLM Western wall2Gerusalemme, 20 maggio 2015

– Mentre questo mese i leader mondiali celebravano il giorno della vittoria in varie parti del mondo, la dirigenza di ECI si è recata in Israele per celebrare a Gerusalemme, sua capitale, la capitolazione dei nazisti e la conseguente nascita del moderno stato di Israele. Di seguito trovate una dichiarazione prodotta dalla conferenza di tre giorni:

L’olocausto non ha creato né legittimato il moderno stato d’Israele, ma ha reso perfettamente chiaro che il popolo ebraico aveva bisogno di un luogo che avrebbero potuto chiamare patria. Mentre affrontiamo nuovamente la crescita dell’antisemitismo in Europa, il popolo ebraico ora ha un posto sicuro in Israele. Per questa ragione i leader mondiali dovrebbero fare del loro meglio per proteggere, rafforzare e sostenere l’unico stato ebraico del mondo. Quando era il tempo di attuare gli accordi raggiunti con la Risoluzione di San Remo, nel 1920, per creare una patria in Israele per il popolo ebraico, il fallimento della comunità mondiale portò ad una catastrofe per gli ebrei allorché i britannici chiusero le porte della Palestina e le altre nazioni si disinteressarono, mentre i nazisti davano loro la caccia. Celebrando la vittoria sul nazismo non possiamo dimenticare che anche le nazioni vincitrici hanno avuto la loro parte di colpa. Sarebbe sbagliato credere che solo i nazisti volevano la morte degli ebrei; molti abitanti delle nazioni occupate dai tedeschi li aiutarono e alcune nazioni che avrebbero potuto aiutare gli ebrei a trovare un luogo sicuro si sono rifiutate di farlo.

Il giorno della vittoria è quindi un giorno di riflessione e di pentimento, re- impegnandoci a garantire la sicurezza e la salvezza del popolo ebraico che ancora una volta deve affrontare dei nemici mortali nelle strade europee ed a Teheran. Non ci può essere un giorno della vittoria fino a che gli ebrei non saranno al sicuro per le strade d’Europa, senza la minaccia nucleare dell’Iran. La questione cruciale non è quello che accadde 70 anni fa, ma piuttosto come la storia giudicherà coloro che non agiranno oggi. In mezzo a tutto questo, Israele si erge come simbolo di perseveranza e speranza. Israele non è perfetto, così come non lo sono le democrazie occidentali. Comunque è una luce per le nazioni, non solo in Medio Oriente, in cui continua ad essere l’unica democrazia parlamentare, ma anche in altre zone di crisi intorno al mondo. Le squadre di soccorso israeliane sono le prime e le più veloci ad accorre in situazioni come quelle del Nepal o per l’epidemia di ebola nell’Africa occidentale.

Come europei sappiamo che le nostre società sono state modellate dal pensiero ebraico nel corso dei secoli e che si fondano su valori giudaico-cristiani. Celebrando la vittoria sul Nazionalsocialismo e per la liberazione dei campi di sterminio nazisti, nella culla della nostra civiltà sta Gerusalemme, che si erge come il segno più visibile della vittoria sull’angelo della morte dell’olocausto. Am Israel Hai! Lunga vita ad Israele!”

Nota: La conferenza ha avuto luogo a Gerusalemme, dal 10 al 12 maggio, ed è stata seguita da un viaggio di studi per gli attivisti di ECI.

La conferenza ha anche segnato la conclusione della campagna di 100 giorni partita da Auschwitz, in Polonia, il 27 gennaio, 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

La conferenza è stata organizzata da ECI, Cristiani per Israele e da Eben-Ezer, ed ha visto la partecipazione di più di 300 persone, provenienti dai 5 continenti.

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