di Fernando De Angelis

Nato cattolico, ho cominciato a frequentare la chiesa “dei Fratelli” di Perugia (allora in via Benincasa) nel 1968, sperimentando una “nuova nascita” nel 1969. A Perugia approdavano diversi missionari all’inizio del loro impegno, con lo scopo di imparare la lingua italiana. Rinaldo dovrebbe essere stato uno di questi, ma il mio dialogo con loro era fatto solo di sorrisi, dato che non conosco l’inglese. Ogni tanto Rinaldo ricapitava a Perugia e c’era occasione di incontraci in qualche convegno, ma per un decennio non ricordo di aver stabilito una relazione personale. Attraverso gli insegnamenti di Alfredo Terino, mi era chiaro che fra Antico e Nuovo Testamento c’erano collegamenti ma non contrasti; compilai allora una lista di versetti che si opponevano all’idea che Dio era prima severo (“tempo della legge”), mentre poi con Gesù sarebbe diventato buono (“tempo della grazia”). Quando ne parlavo a “stimati fratelli” come Samuele Negri, scuotevano il capo ed io rimanevo deluso. Convinto delle mie buone ragioni, scrissi alcune riflessioni, facendone le circa 5 copie che si potevano ottenere con la macchina da scrivere (usando la carta carbone, dato che le fotocopiatrici ancora non c’erano). Una di queste copie la mandai a Samuele Negri, che mi rispose chiedendomi… se poteva farne un articolo per “il Cristiano”, dove comparve nel numero di agosto 1979 col titolo “Ma Dio è buono o severo?”. Poco dopo Samuele mi rimbalzò la lettera di un lettore che aveva voluto esprimere il suo apprezzamento per l’articolo… era di Rinaldo Diprose, che evidentemente non aveva ancora il mio indirizzo. Dopo questo episodio, quando capitava di incontrarci avevamo molto da condividere. Nel nostro ambiente, in quegli anni, c’erano i “conservatori” che si difendevano “Bibbia alla mano”, contrastando per esempio l’evoluzionismo con la citazione della Genesi. Dall’altro lato c’erano i “progressisti”, che invitavano a non chiudersi nel ghetto, prendendo atto che la scienza aveva ormai dimostrato che l’evoluzionismo era una realtà. Rinaldo aveva delle convinzioni “da conservatore”, ma voleva difenderle con armi “progressiste”, contrastando gli attacchi alla Bibbia con le stesse armi degli avversari, cioè opponendo argomenti scientifici ad argomenti scientifici, argomenti esegetici ad attacchi esegetici e così via: un metodo che io avevo imparato da Alfredo Terino. Di fronte al dilagare dell’evoluzionismo nel mondo evangelico, ravvisavo la necessità di reagire e pensavo che dovesse farlo qualcuno che, conoscendo l’inglese, potesse attingere alle argomentazioni dei creazionisti americani. Rinaldo mi ripeteva: «Se non lo fai tu, non lo farà nessuno». Io però mi sentivo del tutto inadeguato e allora mi esortava ripetendomi: «Comincia a scrivere, poi sarà tutto più facile». Ho cominciato a scrivere nel 1984 per i miei studenti della scuola pubblica, con lo scopo di far vedere le connessioni fra cultura e Bibbia. Nel 1988 abbiamo con altri fondato un’Associazione creazionista con relativa rivistina semestrale (Associazione “Daniele-Baltazzar” e rivista “Proiezioni”), mentre nel 1991 uscì il mio piccolo libro sull’origine della vita. Dati i suoi impegni, Rinaldo mi appoggiava come “tifoso”, più che con un impegno diretto; la sua sintonia con questi impegni, comunque, la manifestò invitandomi a parlare agli studenti della scuola biblica da lui diretta (IBEI), dove andai nel novembre del 1992. Poco dopo (1993) ci sono state delle “incomprensioni” con i fratelli della zona e così mi sono messo in disparte, interrompendo i rapporti con quasi tutti e, di conseguenza, anche con Rinaldo. Sarebbe stato un altro interesse comune a farci ritrovare: l’amore per Israele, che mi ha portato nel 2007 a conoscere EDIPI, Associazione alla quale mi sono subito iscritto e della quale Rinaldo era il “teologo di riferimento”, traendone lo spunto per organizzare un Convegno sulla “Israelologia” a Firenze, nell’ottobre 2008, con oratore Rinaldo. In quell’occasione Rinaldo tornò a casa nostra e questa volta insieme ad Eunice. Eunice era prima per me come “un nome senza volto”, ma mi resi subito conto della sua grande forza e determinazione, seppur rivestita di umiltà e di quella calma che è tipica di chi, appagato della sua relazione col Signore, non è interessato ai palcoscenici. Mi convinsi che Eunice svolgeva un ruolo essenziale nella costanza e nella determinazione con la quale Rinaldo portava avanti i suoi impegni. L’esserci reincontrati rinnovò subito la nostra amicizia ed io ho sperato che si potesse rinnovare anche la nostra collaborazione. Mi sono però reso conto che ormai le mie convinzioni sulla Bibbia sono divenute troppo diverse da quelle comunemente accettate, così mi sono accontentato di aver ritrovato un’amicizia e non ho voluto che fosse disturbata da dispute. Ringrazio Dio, in conclusione, per aver posto Rinaldo sul mio cammino, usandolo per aiutarmi a portare avanti la mia chiamata; lo ringrazio anche per avermi dato modo di conoscere Eunice. Anche se non sono più fra noi, ringrazio Rinaldo ed Eunice per essere stati strumenti che si sono fatti usare da Dio volentieri ed efficacemente.