Gregory Geneva*Ginevra, 30 giugno 2015

La Coalizione Europea per Israele, insieme a numerose altre organizzazioni, ha mobilitato amici e sostenitori in tutta Europa per la manifestazione a favore di Israele, nella Piazza delle nazioni di Ginevra, lunedì 29 giugno. Questo evento è stato in concomitanza col dibattito della Commissione d’Inchiesta sul conflitto del 2014 a Gaza, nell’ambito del Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani. Molti cristiani ed ebrei, provenienti da numerosi paesi europei ed appartenenti a diverse organizzazioni e denominazioni, hanno viaggiato anche per tutta la notte per manifestare il proprio sostegno ad Israele. La relazione delle Nazioni Unite è stata rifiutata da molti esperti militari, avendo questa paragonato l’organizzazione terroristica Hamas con le forze di difesa israeliane (IDF) ed avendo accusato Israele per il conflitto della scorsa estate. In un editoriale sul New York Times del 25 giugno, il colonnello Richard Kemp, l’ex comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, ha definito il rapporto “inconsistente e pericoloso” e crede che potrebbe provocare ulteriori violenze e spargimenti di sangue nella regione. Richard Kemp è stato uno degli oratori alla manifestazione di Ginevra ed ha anche testimoniato davanti alla commissione dell’ONU per i diritti umani. ” Il desiderio di Hamas è quello di obbligare Israele ad uccidere i civili palestinesi, lanciando missili dalle aree residenziali e questa strategia si può vedere che funziona ancora” ha dichiarato Kemp, accusando l’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHRC) dell’ONU di essere uno strumento del terrorismo di Hamas. La manifestazione giunge pochi giorni dopo una serie di attacchi terroristici in Francia, Tunisia e Kuwait che hanno causato 66 morti. Ma per UNHRC è Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente, ad essere messa sotto accusa. Nel suo discorso, il direttore di ECI per le relazioni con le Nazioni Unite, Dr. Gregory Lafitte, ha chiesto perché solo Israele è stata segnalata dalla Commissione per i Diritti Umani. “Per anni siamo stati testimoni di una nuova forma di antisemitismo, vestito della demonizzazione d’Israele, oggi così di moda.

È tempo di esprimere il nostro disaccordo e di prendere una posizione e di farci sentire” ha proseguito Lafitte, affermando che la comunità ebraica e lo stato di Israele hanno il sostegno di una vasta comunità cristiana in Europa che vuole imparare dalla loro storia e parlare nel tempo opportuno. A Lafitte si è unito Robert Singer, responsabile esecutivo del Congresso Ebraico Mondiale, che ha chiesto alle Nazioni Unite di superare l’ossessione verso Israele e di concentrarsi sulle vere violazioni dei diritti umani nel mondo. Ha proseguito dicendo che Gaza è ancora un territorio occupato, non da Israele, ma da Hamas. Alla manifestazione hanno anche parlato i residenti di vari kibbutz, in prossimità della striscia di Gaza. *Ofir Libstein*, una residente del kibbutz Kfar Azza, a solo un chilometro dal confine della striscia, ha descritto come i suoi quattro figli piccoli siano nati nella realtà detta “dei 15 secondi”, il tempo cioè dal suono dell’allarme missilistico all’esplosione. Ha parlato dell’effetto traumatizzante per i bambini che vivono in quelle condizioni. Suo figlio di 11 anni non riesce più a dormire da solo, ed ogni allarme gli fa rivivere gli attacchi dell’estate scorsa. La manifestazione ha visto riunite circa 80 ONG a sostegno di Israele, con la richiesta di un maggior equilibrio nel Consiglio per i diritti umani.

Tra gli altri oratori, sono saliti sul palco l’ambasciatore israeliano in Svizzera, Yigal caspi ed il giornalista italiano *Giuliano Ferrara*. Come rappresentante dell’unica organizzazione cristiana sul palco, Gregory Lafitte ha parlato dell’importanza che ebrei e cristiani siano insieme a favore dei diritti di Israele. Ha ripetuto la visione dei primi giorni di ECI, nel 2004, quando in un incontro dell’UE sull’antisemitismo, a Bruxelles, il premio Nobel Elie Wiesel chiese perché fosse solo la comunità ebraica a reagire all’antisemitismo. “Dove sono tutti gli altri?” domandò. Lafitte ha concluso rispondendo all’appello di Wiesel con queste parole: “Noi, la Coalizione Europea per Israele, insieme a molte altre organizzazioni cristiane presenti qui oggi, vogliamo essere la coalizione di tutti gli altri. /Nous, la Coalition Européenne pour Israël, avec beaucoup d’autres organisations chrétiennes présentes ici aujourd’hui, voulons être cette coalition de tous les autres.”

European Coalition for Israel