Cronaca di Massimo Caprara dal Corriere + il commento di IC

Fiamma Nirenstein è stata ufficialmente nominata dal governo d’Israele ambasciatrice dello Stato ebraico a Roma, un incarico prestigioso, di grande responsabilità, in un momento che vede Israele in un confronto con Usa e Ue estremamente pericoloso. Succede a Naor Gilon, che lascierà un ottimo ricordo per la capacità dimostrata nel capire la caotica politica estera italiana. I lettori di IC conoscono meglio di chiunque altro Fiamma Nirenstein. Oltre ad essere scrittrice e giornalista, non ha mai disgiunto l’attività poltica, che l’ha vista coraggiosa combattente in difesa degli ebrei, di Israele e – non ultimo – dei valori del sionismo. Anche nella nascita di IC c’è la firma di Fiamma, quasi 15 anni fa, perchè fu nella sua casa di Gerusalemme che prese forma quel giornale online che state leggendo in questo momento. Fiamma ci è sempre stata vicina, perchè, lo ribadisco, è una combattente, non trovo aggettivo più nobile che si adatti meglio alla sua personalità. Certo, si è fatta anche dei nemici, tutte le persone oneste ne hanno, i quali non vedranno con piacere la sua nomina a ambasciatrice. Alcuni la criticheranno, altri sceglieranno il silenzio, ma gli amici di Israele esultano, festeggiano, perchè la conoscono, e sanno che con lei Israele avrà a Roma una lavoratrice instancabile e, lo ripeto, coraggiosa, cosa rara di questi tempi. L’ha dimostrato nei cinque anni che è stata in Parlamento, e con i fatti. Non riportiamo oggi le testate che l’hanno ignorata, o che hanno pubblicato ‘brevi ‘di poche righe di agenzia, perchè oggi è giorno di gioia. Gli unici due quotidiani che hanno dedicato spazio alla notizia sono Repubblica e Corriere della Sera. Ci auguriamo che gli assenti compaiano domani. Angelo Pezzana, direttore editoriale di Informazione Corretta Scegliamo la cronaca del CORRIERE della SERA, a pag,19, con il titolo ” Fiamma Nirenstein sarà ambasciatrice d’Israele in Italia ” di Maurizio Caprara. A Naor Gilon gli auguri di IC per un prossimo prestigioso incarico e un grazie per l’impegno profuso durante il suo mandato. Diplomatica per natura non lo è mai stata, ma in sintonia con il conservatore Benjamin Netanyahu e profondamente, entusiasticamente e orgogliosamente sionista lo è. Fiamma Nirenstein, giornalista, già deputata del Popolo della libertà e vicepresidente della commissione Esteri della Camera, sarà il prossimo ambasciatore d’Israele a Roma. «Sono commossa e felice, si tratterà della continuazione del lavoro di una vita», diceva ieri sera al telefono dopo aver avuto conferma della designazione quando è scesa dall’aereo partito dall’Italia per portarla Tel Aviv, tappa necessaria per raggiungere la casa di Gilo, Gerusalemme, affacciata su una bella vallata. La sua intesa con Netanyahu deve essere stata avI nonni deportati «Penso a quello che hanno passato i miei nonni, penso anche a loro» vantaggiata dal fatto che nessuno dei due ha gran che a che fare con certe cautele e certi giri di frasi della diplomazia: due temperamenti pugnaci, propensi alla lotta più che al negoziato. «Amo tanto anche l’Italia, il mio Paese natale, ma penso che oggi come oggi combattere contro la diffamazione di Israele e per l’esaltazione del suo magnifico attaccamento alla democrazia, benché circondato da nemici, sia il compito primario di ogni ebreo», ci diceva ieri sera Fiamma Nirenstein. Più o meno negli stessi momenti il premier Netanyahu faceva diffondere una nota nella quale elencava trai suoi titoli innanzitutto l’essere stata componente del Parlamento italiano, di Amici europei d’Israele e fondatrice di Iniziativa amici di Israele nonché l’essere stata eletta nel 20U presidente del Consiglio Internazionale dei Parlamentari ebrei. Fu un’elezione all’unanimità. A Montecitorio e dintorni di lei si ricorda di più la sua convergenza con Gianfranco Fini, cominciata quando il fondatore di Alleanza nazionale per distanziarsi dalle origini missine *** con radici nel fascismo preparò la prima visita in Israele. Si ricordano i suoi scontri dialettici con Massimo D’Alema che a sinistra ha sempre avuto ottimi rapporti con i palestinesi e la convergenza con Franco Frattini, diventato come Fini e come D’Alema ministro degli Esteri. II periodo dell’avvicinarsi di Fini a Gerusalemme porta alla mente che allora Israele aveva un altro ambasciatore dai modi essenziali e tutt’altro che blandi: Ehud Gol. II non appartenere agli organici della diplomazia, l’avere una doppia cittadinanza (l’israeliana l’ha presa nel maggio 2013), l’essere stata parlamentare di una parte politica sono caratteristiche non indifferenti nel curriculum della fiorentina Fiamma Nirenstein. II percorso tra la designazione e la nomina non è ancora completato, tuttora Israele è rappresentata in Italia dall’ambasciatore Naor Giton, sarebbe inusuale se la scelta resa nota ieri non accendesse anche discussioni. Per il carattere della designata alla successione è difficile considerarle un dramma. Fiamma Nirenstein non ha mai nascosto le sue posizioni da inviata e corrispondente da Gerusalemme per La Stampa, Il Giornale e da collaboratrice di Panorama. La sua attività più interna alla diplomazia è stata quella di direttore dell’Istituto italiano di cultura a Tel Aviv, nomina che spetta al ministero degli Esteri. Netanyahu ieri ha fatto sapere di essere stato «colpito dal suo talento» e ha dichiarato: «Sono convinto che Fiamma Nirenstein porterà con sé nel ruolo la sua considerevole esperienza politica e diplomatica e avrà successo nell’approfondire le relazioni tra Israele e Italia». Lei, nel frattempo, non dimenticava il nonno polacco deportato nei campi di sterminio come gran parte della sua famiglia e le persecuzioni che avevano colpito la parte italiana dei familiari: «Penso a quello che hanno passato i miei nonni, in questo momento penso anche a loro».

Art. tratto da informazione corretta