Alla ricerca di Joseph Rabinovitz

Quest’anno nel viaggio in Moldova il paese di mia moglie Paola, abbiamo avuto il piacere di incontrare sia gli ebrei tradizionali che quelli messianici. La sinagoga di Chisinau che si trova nel vecchio centro della città risale alla fine dell’800. Abbiamo incontrato il rabbino capo Yosef Abelsky molto cordiale ed ospitale. Era attento allo studio affacciato all’Aron ma come siamo entrati ci è subito venuto incontro…Disse che molti turisti da ogni dove vengono a visitare la sinagoga. Mia moglie l’anno scorso incontrò l’anziano padre Zalman purtroppo mancato qualche mese più tardi. Fu gentilmente ospitata dalla moglie nella sua umile dimora, tra le varie cose le accennò anche dei segnali che il Signore sta dando al suo popolo e a quanto pare l’anziano ne era al corrente… Ho chiesto al rabbino che contrariamente al papà non parla russo ma solo inglese, ebraico e yiddish, se avesse sentito parlare del fondatore del movimento messianico Joseph Rabinovitz ma la sua risposta fu negativa. Tuttavia non ci convinse del tutto… Gli dissi inoltre che noi cristiani uniti agli ebrei messianici sentiamo l’imminenza del Messia in virtù dei molti segnali che ci stanno arrivando e che il prossimo Jovel o anno giubilare sarà decisivo ed importante dal punto di vista profetico, su questo fu d’accordo pure lui sebbene traspariva un atteggiamento piuttosto riservato. Classico degli ebrei, direi… Chiedemmo inoltre dove fosse l’amico Elia, una sorta di suo braccio destro e vecchio amico anche di mia moglie e ci disse che era andato a far un po’di spesa. Ci accomiatammo dal rabbino e un centinaio di metri più in là incontrammo proprio il vecchio Elia e così mia moglie ebbe modo di scambiare due parole in russo anche con lui. Nel frattempo il rabbino ci raggiunse e colsi l’occasione per scattare una foto insieme ad entrambi. Il giorno seguente incontrammo invece il giovane gruppo di ebrei messianici, che purtroppo con gli ebrei tradizionali non hanno, per ovvie ragioni, ottime relazioni. La loro sede non è molto distante dalla sinagoga si trova nella zona universitaria in un vecchio istituto per sordomuti. Hanno una piccola stanza per gli incontri settimanali dove vengono svolte anche le prove musicali e i canti per lo Shabbat. Paola dopo averla contattata telefonicamente ci incontrammo con Natalia la moglie di Simeon il rabbino messianico. Entrambi studiarono alla scuola del rabbinato di Odessa. Abbiamo saputo della loro esistenza casualmente l’anno scorso navigando su internet alla ricerca di informazioni su Rabonovitz. Mi apparve un sito di ebrei messianici di Chisinau i quali avrebbero invitato Kai Kjaer-Hansen l’autore del libro intitolato “Joseph Rabinovitz e il movimento messianico. L’Herzl del cristianesimo ebraico” in occasione dei 130 anni dalla data della fondazione del movimento. Natalia gentilmente ci regalò l’intera registrazione dell’incontro, cinque ore circa, ricca di musica preghiere e riflessioni. Inoltre ci diede due libri di Don Finto “Il Tuo popolo sarà il mio popolo” e altro materiale, naturalmente tutto in russo. I libri di Don Finto li lasciammo alle amiche di mia moglie di Chisinau dopo avergli dato anche una bella testimonianza. Demmo a loro anche al libro di Hansen sempre in versione russa, nella speranza di far crescere in loro l’interesse per la causa ebraica e di stimolare la curiosità di incontrare il gruppo di ebrei messianici della loro città. Natalia fu molto felice del nostro incontro, purtroppo il marito era appena partito per una conferenza a Gerusalemme. Le dicemmo che lo scopo del nostro incontro era anche quello di ottenere da Hansen, visto che loro lo avevano di recente conosciuto, i permessi per la pubblicazione in Italia del suo libro che una sorella sta attualmente traducendo. Ci disse che gli avrebbe inviato una lettera e che dopo ci avrebbe lui stesso contattati. Era nostra intenzione documentare qualcosa ma purtroppo della casa, della tomba e di qualsiasi altra cosa di Rabinovitz non rimase e non fu mantenuto nulla… Il sabato seguente fummo invitati a partecipare al loro allegro incontro nell’elegante sala conferenze dell’istituto dove si raccolgono regolarmente per la preghiera il canto e le danze dello Shabbat. Appena arrivati siamo stati accolti molto bene, nonostante la mia barriera linguistica, che a parte il mio maccheronico inglese, non so che spiccicare qualche parola di russo o ebraico e forse qualcuna in più di romeno ma niente più. In questi casi, accidenti quanto vorrei essere poliglotta! Confidiamo nel prossimo versamento dello Spirito Santo e in un’eventuale secondo miracolo della glossolalia, non per me naturalmente ma per tutti, la lingua non dovrà essere più una barriera per i veri credenti in Jeshua! Tuttavia mia moglie e il figlio Pavel, insomma per loro il problema non sussisteva visto che si trovavano nella loro vecchia città e con la loro lingua madre. La gente affluiva nella sala alla spicciolata, all’inizio erano in pochini ma poi il numero si fece più consistente. Prima di iniziare il culto ognuno stava a gruppetti per conto suo e nel palco i musicisti e i cantori facevano le varie prove d’accordo. Paola ebbe la gioia di incontrare una sua vecchia collega di lavoro che peraltro per mio grande piacere parlava italiano, Tatiana un anziana ed elegante signora che dopo il crollo del comunismo si trasferì per lavoro in Italia, più precisamente a Venezia e rimase per ben vent’anni. Fu molto felice anche lei di incontrarci e ci siam scambiati alcune parole durante il culto, e da quanto ho capito sono anche loro molto informati su tutti i segnali che coinvolgono il popolo e il calendario ebraico. Il culto iniziò con un piacevole sottofondo musicale e la lettura di un passo di Isaia accompagnato da una fervente preghiera di un fratello che andava crescendo in tono ed in spirito sempre più eccitando tutti i fratelli. La musica, il canto, le danze ebbero inizio e ci trovammo immersi inaspettatamente in un clima di gioia, preghiere, canto e adorazione per Jeshua ed Israele! Sebbene non comprendessi nulla di quanto si diceva ero in perfetta armonia con quanto intuivo spiritualmente e mi commossi nel vedere come lo Spirito di Dio agisse anche in una città frenetica e materialistica come Chisinau. Iniziarono a danzare camminando attorno alla sala sventolando le bandiere di Israele e bandiere con il disegno del leone della tribù di Giuda, di tanto in tanto si sentiva il cupo e potente suono dello shofar…che bello essere permeati da un clima così festoso. Tatiana prese per mano me e mia moglie e ci accompagnò sotto un immenso Tallit grande come un lenzuolo matrimoniale, dove si radunarono diverse persone per ricevere un benedizione dedicata alle coppie. Insomma fu davvero una bella esperienza. Ad una cert’ora fummo costretti però a salutare ed andarcene perché il nostro viaggio doveva continuare verso gli amci e i parenti proprio nel paese natale di Rabinovitz ovvero verso Orhei e Rezina ai confini con la Moldova rimasta sotto il controllo russo la Pridniestrovia o Trasnistria ad un centinaio di chilometri dalla capitale Chisinau. Abbiamo lasciato il gruppo messianico con in cuore la speranza che un giorno, non molto lontano, lo Spirito del Signore venga versato su ogni carne per una nuova e definitiva Shavuot in modo che tutti i sinceri cristiani riconoscano Israele come vero popolo di Dio ed Israele rimasto sotto la legge si unisca per formare un sol corpo, guardando a Colui che hanno trafitto con cordoglio, pentendosi e riconoscendolo in Jeshua HaMasshiah! Amen!

Roberto e Paola