di Maurizio Del Maschio

Alla mistificazione della storia non c’è limite. Una risoluzione di tipo politico, sfacciatamente critica nei confronti della politica israeliana riguardante Gerusalemme peraltro presentata in modo falso e pretestuoso, è stata votata il 21 ottobre scorso dall’Unesco, uno dei piccoli carrozzoni facenti parte del grande carrozzone che è l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel testo si chiedeva che il Muro Occidentale, detto “del Pianto” dai non ebrei, venisse considerato un’appendice facente parte integrante della Spianata delle Moschee, il cosiddetto Haram as-Sherif, il Recinto Nobile. Quindi, sotto la giurisdizione del Jerusalem Muslim Council. In realtà, esso costituisce il grande basamento fatto costruire da Erode il Grande per sorreggere la vasta area del Santuario di Gerusalemme da lui ingrandito ed abbellito fra il 19 e il 64. Da quando il Tempio fu distrutto dalle legioni romane di Flavio Tito, vincitore della prima guerra giudaica nel 70, il Muro è divenuto il luogo santo più venerato dagli ebrei, l’unico reperto rimasto dell’antico Santuario.

 

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