In questo mese ECI si è attivata per raggiungere i leader politici, da Reykjavik a nord fino a Ginevra nel sud perché si tratti Israele ed il popolo ebraico in maniera corretta. Insieme continuiamo a fare la differenza.

Coalizione Europea per Israele:

una chiamata specifica verso coloro che sono in autorità, con un cuore per l’unità Sin dalla sua fondazione nel 2003, ECI ha diffuso costantemente la propria influenza a partire dalla sua base a Bruxelles per raggiungere molte nazioni in tutti i continenti.

Solo quest’anno ECI è stata di grande aiuto per guidare numerose iniziative in tutto il mondo. Il mese scorso il nostro consulente legale Andrew Tucker si è recato in Nigeria per partecipare ad una conferenza in cui, per la prima volta, è stata considerata l’idea di formare una Coalizione Africana per Israele. Precedentemente, sempre in quest’anno Tucker è stato in Nuova Zelanda per agevolare un’iniziativa nazionale a favore di Israele, coinvolgente anche il governo.

Nel mese scorso, il direttore di ECI Tomas Sandell è stato in stretto contatto con la nuova Coalizione Ispanica per Israele, per condividere le risorse ed aumentare la collaborazione. Durante quest’anno il presidente di ECI Harald Eckert ha visitato i quattro angoli della terra per stimolare i cristiani a sostenere Israele, dando l’esempio di ECI, cioè di come si possano raggiungere grandi obiettivi lavorando insieme. Comunque, ECI non è chiamata ad andare in qualsiasi posto nel mondo. Siamo parte di un quadro più grande. Così come nei tempi di Neemia “l’opera è grande ed estesa, e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l’uno dall’altro” (Neemia 4:19). Questa è una delle ragioni per cui ECI è stata fondata nel 2003: per fare da ponte in quelle aree in cui i ministeri non sono stati attivi, in special modo nel fare leva sui propri governi.

Oggi ECI è in partnership con ministeri cristiani famosi come Cristiani per Israele International, Operazione Esxodus, Camera di Commercio Internazionale, Alleanza Pentecostale Europea, Word of Life International, per coordinare meglio l’aiuto per Israele nei vari forum internazionali. C’è un compito specifico ed una chiamata per ognuno di noi, come individui e come ministeri.

Nei prossimi anni, ECI cercherà di rendere sicure le nostre chiamate (2° Pietro 1:10) mentre lotteremo per avere unità con gli altri ministeri che fanno parte, a loro volta, dello stesso quadro. Questa è stata anche la conclusione, quando il direttore esecutivo di ECI ed il rappresentante della Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme si sono incontrati ad Helsinki, due settimane fa. Questi sono due ministeri importanti che crediamo il Signore abbia fatto crescere, a volte con le stesse chiamate, con il desiderio di vedere un’unità, una sinergia ed un’efficacia più grandi nel quadro più ampio dei ministeri collegati con Israele. Insieme, possiamo servire meglio gli interessi di Israele e del popolo ebraico. La visita nel Regno Unito aiuta a diffondere la visione di ECI Londra – La Coalizione Europea per Israele è un movimento popolare che trae la sua forza dal sostegno della base. Nella seconda settimana di ottobre, il direttore e fondatore Tomas Sandell si è recato a Londra per parlare ad una conferenza, in occasione della festa delle capanne, all’Emmanuel Centre, organizzata da Barry e Batya Segal della Joseph Storehouse. Nella sala affollata all’Emmanuel Centre molti hanno udito per la prima volta la storia di ECI ed un buon numero di persone ha chiesto di ricevere il nostro bollettino mensile. La Joseph Storehouse sta facendo un grande lavoro, curandosi delle persone più vulnerabili in Israele mediante la sua speciale opera di assistenza.

ECI ha sempre dichiarato che la propria chiamata è innanzitutto e soprattutto verso il mondo politico ed i suoi leader, e collabora con altri ministeri per benedire Israele con programmi di aiuto sociale. A questo riguardo ECI sostiene molti ministeri esistenti a favore di Israele ed aggiunge valore al quadro complessivo. Proprio perché i nostri obiettivi sono i leader politici non sempre siamo stati bravi a far conoscere la nostra organizzazione nell’ampio mondo delle organizzazioni amiche di Israele. Quindi è importante, di tanto in tanto condividere il nostro lavoro, così come è avvenuto a Londra il 9 e 10 ottobre. Alla domenica, Sandell è stato invitato a predicare nella chiesa Kingdom Faith ad Horsham, i cui leader sono i nostri amici Clive e Jane Urquhart. Di nuovo, alcune centinaia di persone hanno ascoltato il messaggio di preghiera, sostegno ed informazione a favore di Israele. Tutto questo è stato possibile grazie all’iniziativa di Alistair e Connie Scott che coordinano il nostro ministerio nel Regno Unito. Ora stiamo programmando altri incontri a Londra ed altri modi per rimanere in contatto con le nostre persone e per diffondere la nostra visione tra nuovi gruppi di persone. ECI è anche disposta a visitare altre capitali europee. Siate liberi di contattarci se volete invitare ECI nella vostra capitale. All’Unione Europea ECI parla delle cause di fondo che provocano la crescita della violenza in Israele  – Ottobre è stato uno dei mesi più violenti del 2015 in Israele, allorché i cosiddetti “lupi solitari palestinesi terroristi”, ispirati dai loro capi ad assassinare gli ebrei, hanno ucciso circa una decina di persone e ferito altre cinquanta, mediante atti di violenza particolarmente brutali, come da tempo non accadeva in Israele. È chiaro che questa ondata di uccisioni è ispirata giornalmente dalla chiamata alla violenza che arriva dalle moschee, dalle scuole e dalle televisioni palestinesi, ben orchestrate dai loro leader politici. ECI, per molti anni, ha continuamente protestato contro questa cultura dell’odio ed ha ripetutamente chiesto all’ UE ed ai governi occidentali di condizionare i finanziamenti ad un blocco immediato di questi discorsi incitanti all’odio.

Eppure, i leader a Bruxelles hanno sino ad ora rifiutato di ammettere qualsiasi responsabilità per la violenza, sebbene l’Unione Europea sia il più grande finanziatore dell’Autorità Palestinese. Il fatto è che, senza i fondi dell’UE, l’AP semplicemente cesserebbe di esistere. Quando il leader palestinese Mahmoud Abbas ha visitato Bruxelles, qualche settimana fa, questi è stato ricevuto, come un dignitario straniero, dalla responsabile per gli affari esteri dell’unione, Federica Mogherini che si è rifiutata di parlare con Abbas dei sui discorsi di fuoco, menzionando semplicemente, come causa della violenza, la “mancanza di speranza”. Nel frattempo ECI ha potuto incontrare in modo privato alcuni funzionari dell’UE per discutere dell’attuale ondata di violenza in Israele, imputando la responsabilità ai capi palestinesi che non fanno nulla ed all’Unione Europea che non mette delle condizioni per l’erogazione dei finanziamenti. La discussione è stata franca ed aperta e le differenze di opinioni sono apparse evidenti. La discussione, comunque, è stata condotta con uno spirito positivo, nel rispetto reciproco. Nel giorno in cui ECI, attraverso Tomas Sandell, aveva espresso per prima le proprie preoccupazioni non ci furono reazioni ufficiali per la violenza in Israele. Ma, a poche ore dall’incontro, l’ambasciatore dell’UE in Israele espresse le proprie condoglianze, e la cosa rasserenò la situazione. L’ambasciatore dell’UE in Israele opera sotto le direttive di funzionari dell’UE a Bruxelles e noi abbiamo ragione di credere che egli riceva istruzioni sul cosa fare direttamente dalla capitale belga. L’unico modo per avere un’influenza all’UE è quello di relazionarsi in modo costruttivo e rispettoso con i funzionari incaricati. Ci sentiamo onorati di avere molte porte aperte con numerose di queste persone, così da poter liberamente presentare i nostri punti di vista e vedere che i nostri sforzi hanno un effetto. ECI si incontra col nuovo direttore generale dell’ONU di Ginevra – Il direttore generale per l’ONU di ECI Gregory Lafitte si è incontrato col nuovo direttore generale del quartier generale dell’ONU in Europa, Michael Møller*. Møller è stato recentemente nominato direttore generale, dopo aver lavorato come direttore esecutivo. Lafitte, che aveva già incontrato in precedenza Møller, lo ha aggiornato riguardo alle recenti attività di ECI presso le Nazioni Unite di New York ed ha discusso sulla campagna in atto per il riconoscimento della festa dello Yom Kippur. L’ufficio dell’ONU di Ginevra è stato sotto accusa per aver promosso dei libri anti israeliani nella sua libreria ufficiale e per aver designato l’Arabia Saudita come presidente della commissione per i diritti umani. Comunque, come per molte altre decisioni, sono gli stati membri che eleggono le perone dell’UNHRC e non i funzionari dell’organizzazione. Quest’anno, ECI ha aumentato la propria attività a Ginevra. A giugno ha partecipato ad una grande manifestazione a favore di Israele, davanti al quartier generale dell’ONU, promossa del Congresso Ebraico Mondiale e Lafitte è stato uno degli oratori principali. Contemporaneamente a Parigi, la nostra direttrice europea Perrine Dufoix issava una bandiera rossa quando i 58 membri esecutivi dell’UNESCO votavano per riconoscere le tombe dei patriarchi e di Rachele come sito di pertinenza ed eredità musulmana. Un tentativo di dichiarare il muro occidentale di Gerusalemme come musulmano è stato vanificato da una campagna internazionale di condanna, guidata dal Direttore Generale dell’UNESCO, Irina Bokova. L’UNESCO è un’agenzia special dell’ONU per l’istruzione, la scienza e la cultura ed ha il suo quartier generale a Parigi. Il nuovo tentativo di riconoscimento di uno stato palestinese è stato bloccato al Consiglio Nordico Reykjavík, Islanda – Una nuova iniziativa dell’assemblea parlamentare del Consiglio Nordico, perché i governi dell’Europa del Nord riconoscessero immediatamente uno stato palestinese, non ha avuto successo durante l’annuale sessione, a Reykjavík. Lo scorso anno il nuovo governo svedese riconobbe uno stato palestinese e cercò di farsi seguire dagli altri paesi nordici (Finlandia, Norvegia, Danimarca ed Islanda). Il tentativo fallì e la risoluzione, quest’anno, non ha avuto sorte migliore dato che l’iniziativa è stata respinta dalla maggior parte dei delegati. In una risoluzione di compromesso, è stata sottolineata la “necessità di pace e riconciliazione”, rimandando ad un tempo futuro un possibile riconoscimento di uno stato palestinese, il che implica un negoziato e non una dichiarazione unilaterale. Molti attivisti di ECI, nei paesi nordici, si sono mobilitati per sostenere il respingimento della risoluzione. Una sua approvazione avrebbe comportato uno disprezzo delle leggi internazionali ed avrebbe mandato un segnale pericoloso alla comunità internazionale. L’assemblea parlamentare del Consiglio Nordico non ha potere legislativo, ma può dare delle raccomandazioni. ECI ringrazia tutti i suoi sostenitori nordici per essere stati diligenti e propositivi. Se volete sostenere il lavoro della Coalizione Europea per Israele, cliccate sul sottostante pulsante “Donate” (sul sito)e troverete tutte le informazioni per un bonifico o per un versamento online. A cura di Tomas Sandell tomas.sandell@pp.inet.fi

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