Commento di Stefano Jesurum

Tra meno di un mese il Ghetto di Venezia compirà 500 anni. In attesa delle importanti celebrazioni e delle prestigiose collaborazioni internazionali che s’inseguiranno per l’intero 2016, forse è il caso di provare a trarre da quella storia qualche spunto di riflessione. Perché abbiamo bisogno di messaggi e speranze di libertà e dignità per ogni individuo oppresso da reclusioni fisiche e mentali, guerre, fame, attacchi terroristici, campi profughi, banlieue. E dunque quale miglior narrazione se non ciò che un tempo fu area di umiliazione, soprusi e sopraffazione per poi divenire — benché a fasi alterne — laboratorio di inclusione e infine, nella contemporaneità, straordinario luogo di incontro tra ebrei e cittadinanza? Continua a leggere la notizia su informazionecorretta