Mail di preghiera e informazione della amzi associazione per la testimonianza messianica a Israele amzi, 12 settembre 2016

1. Nessun trucco psicologico

2. Nuovi visi

3. Ai margini della società

4. Aiutare le donne

5. Link della settimana

1. Nessun trucco psicologico

Comunità messianica Kerem El, Haifa

Un membro di chiesa racconta: Quando sono salito sull’autobus, mi sono sentito spinto dallo Spirito Santo a sedermi accanto a un’anziana signora. Ho iniziato a conversare con lei e ho notato che aveva una stampella. Allora le ho raccontato che anch’io una volta avevo subito uno strappo al tendine del tallone ed ero stata costretta a usare le stampelle. I medici mi avevano detto che avrei dovuto pazientare per qualche mese o persino per degli anni finché il tendine non sarebbe guarito. Tuttavia, dopo che qualcuno ha pregato con me nel nome di Jeshua, sono guarito e sono stato persino in grado di correre. Ho proposto alla signora di pregare per lei e lei ha risposto: „Ma Jeshua non può guarire il mio male. Le ossa del ginocchio sono fratturate e poi ho altri gravi problemi. Sono stata operata ma l’intervento non ha avuto successo e dovrò far impiantare una protesi.“ Le ho spiegato che Jeshua ha guarito ferite ben più gravi ma lei ha osservato: „Ci sono già state delle persone di Chabad [un movimento ebraico – ortodosso] e molti altri che hanno pregato per me ma non è servito a nulla.“ Le ho chiesto se quelle persone avessero pregato per lei nel nome di Jeshua e lei ha negato. Allora le ho chiesto un’altra volta se voleva che pregassi per lei e ha accettato. Prima di pregare, le ho chiesto se sentisse dolore e lei ha affermato che il ginocchio la stava facendo soffrire molto. Allora ho pregato nel nome di Jeshua e le ho chiesto subito dopo come si sentisse. Mi ha guardato con un’espressione sorpresa e ha risposto: “Forse è solo un fattore psicologico, ma non sento più il dolore.” “No, non è un fatto psicologico, Jeshua guarisce davvero!”, ho risposto io. Pregate che questa signora si metta alla ricerca di Jeshua.

2. Nuovi visi

Meno Kalisher, Comunità messianica Jerusalem Assembly, Gerusalemme

A primavera ho scritto di un giovane la cui famiglia anni fa si è distanziata da noi e che poi è ritornato in chiesa. Già allora mi aveva chiesto di battezzarlo. Sabato scorso, dopo un tempo di discepolato, l’ho battezzato. È stata una benedizione che anche la madre abbia accettato l’invito a partecipare al culto. Dato che il giovane è abbastanza solo, cerchiamo di aiutarlo. Fra poco inizierà una formazione professionale. In chiesa ci sono anche altri nuovi visi: persone che affrontano delle situazioni difficili perché sono originarie dell’ambiente ortodosso. Non appena il loro rapporto con Jeshua giunge alle orecchie dei loro vicini o colleghi di lavoro, può succedere che perdano l’appartamento o il posto di lavoro o che debbano lasciare la scuola e ricominciare da capo in un posto diverso. Prego che come corpo di Cristo li amiamo e siamo in grado di aiutarli sotto ogni aspetto.

3. Ai margini della società

Eric Benson, Centro di riabilitazione Beth Nitzachon, Haifa

Raja, che qualche tempo fa ha assolto il nostro programma di riabilitazione, oggi lavora con i drogati nella città vecchia di Gerusalemme. La settimana scorsa ci ha mandato Avo che sta affrontando diversi problemi. Da una parte droghe e alcol, dall’altra però anche delle profonde ferite psichiche. Confidiamo in Dio che agisca nella vita di Avo con il suo potere salvifico. Venerdì scorso è squillato il telefono. Era un arabo di Haifa che segue Gesù e che ho conosciuto in una chiesa della città. Mi ha chiamato per parlarmi di un senzatetto alcolizzato proveniente da un ambiente musulmano. Mi ha chiesto di accoglierlo nel nostro programma. Abbiamo invitato l’uomo per un colloquio la sera stessa e gli abbiamo spiegato il nostro programma e la nostra fede nel Messia d’Israele. Ha accettato volentieri di essere accolto nel programma e di porsi la domanda: “Chi è Gesù?”. Pregate con noi per Radwan, che giunga alla fede in Jeshua.

4. Aiutare le donne

Sandy Shoshani, Aiuto per le mamme Be’ad Chaim, Gerusalemme

Mona è venuta da noi su indicazione della sua assistente sociale e ci ha raccontato la sua storia. All’età di tredici anni la mamma non è più stata in grado di occuparsi di lei per cui è stata affidata a una famiglia. Lì è stata vittima di un abuso e ancora oggi soffre emotivamente e fisicamente degli effetti di questa esperienza. Più tardi Mona si è sposata con un immigrato americano che lavora in un supermercato. La coppia ha tre figli, due maschi e la neonata Malka. Uno dei figli segue un programma per bambini con handicap. Mona soffre di depressione e non è in grado di mantenere un posto di lavoro. L’assistente sociale l’ha mandata da noi perché l’aiutiamo e la consigliamo, visto che la sua situazione finanziaria è molto difficile. Stiamo aiutando Mona e la bambina Malka nel quadro del nostro progetto “Operazione Mosè”. Pregate per Mona e la sua famiglia.

5. Link della settimana

Stella di Davide e fede in Cristo: Ebrei messianici in Israele(tedesco)

www.amzi.org