Mail di preghiera e informazione della amzi associazione per la testimonianza messianica a Israele

amzi, 16 gennaio 2017

1. (Quasi) tutto distrutto

2. Indesiderato

3. Ospiti arabi

4. Esperienza dell’opera di Dio

5. Causa di morte più frequente fra i soldati: suicidio

6. Link della settimana

1. (Quasi) tutto distrutto

Dani e LuAnne Sayag, Comunità messianica Kerem El, Haifa

Alla fine di novembre a Haifa ci sono stati dei gravi incendi, diffusisi rapidamente perché fino a quel momento c’erano state pochissime precipitazioni. G., una signora della nostra chiesa, è stata costretta ad abbandonare l’abitazione perché le fiamme si stavano avvicinando pericolosamente. Il suo timore maggiore era la perdita dei libri e dei vestiti. Quando l’incendio è stato finalmente domato, è potuta rientrare in casa. Anche lì le fiamme avevano imperversato. Tutto era distrutto fuorché il suo guardaroba e i suoi libri, che sono rimasti indenni. Per G. è stato commovente e incoraggiante notare il modo speciale in cui Dio aveva vegliato su di lei. In questo tempo difficile è stato un segno del suo amore.

2. Indesiderato

Eric Benson, Centro di riabilitazione Beth Nitzachon, Haifa

Per qualche anno Habib è vissuto sulle strade di Tel Aviv, dove l’abbiamo conosciuto durante uno dei nostri giri. Tre settimane fa è venuto nel nostro centro. I numerosi anni di abuso di stupefacenti hanno provocato gravi danni alla sua salute. Stiamo organizzando una cura medica adeguata per le numerose e profonde ferite che ha sul corpo. Di recente siamo riusciti a metterci in contatto con la sua famiglia. Quando abbiamo parlato brevemente con il fratello di Habib, ci siamo dovuti rendere conto di come fossero fondamentalmente distrutti i rapporti all’interno della famiglia. Il fratello ci ha urlato nel telefono: „Non ho tempo di parlare al telefono con mio fratello!“ Poi ha appeso la cornetta. Così ci siamo dovuti rivolgere alla polizia per ricevere informazioni su un procedimento penale in cui Habib è coinvolto. Dopo che il poliziotto ha consultato l’incartamento, ci ha consigliato di essere prudenti perché Habib è „pericoloso“. Al momento vogliamo semplicemente testimoniargli della nostra fede dimostrandogli l’amore di Dio. Siamo convinti che questo cambierà la sua vita. Pregate con noi che ciò succeda.

3. Ospiti arabi

Rachel Netanel, Beth Netanel, Gerusalemme

Un giorno ho visto due donne arabe che indossavano il velo islamico, ferme davanti a casa nostra. Le ho invitate e loro mi hanno chiesto: „Davvero? Possiamo entrare?“ Ho parlato un po’ con loro in arabo ed erano sorprese che una donna ebrea le invitasse. Ho spiegato loro che la nostra è una casa di pace fra gli ebrei e gli arabi, una casa di preghiera per tutte le nazioni. Hanno mangiato con noi, hanno fatto foto e ci hanno chiesto di poter ritornare con i loro mariti. Vivono in un villaggio arabo ma mandano i figli in una scuola cristiana perché la considerano migliore. Ho potuto spiegare loro la mia fede in Jeshua e prego che il piccolo seme sparso possa portare frutto nei loro cuori.

4. Esperienza dell’opera di Dio

Hatim e Renate Jiryis, Comunità arabo-cristiana, Tharshiha e Rama

230 persone, grandi e piccole, hanno partecipato al nostro convegno comunitario a Betlemme. Abbiamo viaggiato con tre autobus e alcune auto private. Fra i partecipanti c’era un grande desiderio di sperimentare l’azione e l’opera di Dio. La domenica mattina molti hanno dato la loro testimonianza, anche di guarigione. Un pomeriggio, abbiamo svolto una campagna di evangelizzazione a Beit Jala. In un calzaturificio abbiamo conversato con una donna non credente. Ci ha detto di aver già previsto la nostra visita e di essere riconoscente che siamo venuti a raccontarle di Gesù. Dio ci ha dato una parola di sapienza e abbiamo pregato per i suoi occhi gravemente infiammati. Il giorno dopo l’abbiamo rivista per caso, con un viso diverso, gioioso, e con gli occhi completamente guariti!

5. Causa di morte più frequente fra i soldati: suicidio* Domenica scorsa l’esercito israeliano ha pubblicato le statistiche riguardanti i soldati morti l’anno scorso. Nel 2016 sono deceduti complessivamente 41 soldati israeliani. Quindici di loro hanno commesso suicidio per cui il suicidio è in cima alla classifica delle cause di morte fra i soldati israeliani. Quattro soldati hanno perso la vita durante operazioni militari. Nove sono morti a causa di un infortunio nella base militare. Altri sette soldati sono deceduti fuori servizio e sei per malattia o per motivi medici. Tutti i soldati che hanno commesso suicidio sono uomini.

6. Link della settimana Il lago di Genezareth – il quarto mare d’Israele.

<http://www.amzi.org/>

https://youtu.be/t1p5VNU0-YI