Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici, il più evidente dei misteri e dunque delle ragioni di odio e di invidia per il popolo ebraico sta nella sua sopravvivenza, senza pari nel mondo. Tutti i popoli antichi sono spariti, sumeri e romani, egizi e vandali, galli e moabiti, troiani ed achei salvo il popolo ebraico. Badate, non sto parlando di eredità genetica, né tanto meno della sua versione volgare della razza. I discendenti dei popoli antichi sono ancora qua, si è rilevato del DNA etrusco negli abitanti dell’Italia centrale, senza dubbio vi sono pronipoti dei Celti in mezz’Europa, non solo in Scozia e Irlanda, gli eredi dei visigoti sono ancora in Spagna e magari in Tunisia, i Galli vivono in Francia (ma anche in Lombardia) e non solo nei fumetti di Asterix. Il privilegio degli ebrei è la sopravvivenza religiosa, culturale e politica, la durata di un’identità continuamente riconosciuta. Chi crede (non solo nel mondo ebraico, anche in quello cristiano) attribuisce questa durata a una scelta divina, alla responsabilità che il popolo ebraico si è assunto accettando il patto del Sinai. Non discuto qui naturalmente di queste letture, perché Informazione Corretta è uno spazio laico, che si limita all’analisi politica, culturale e mediatica. Ma c’è una spiegazione più banale, che ha relazione sì con la dimensione religiosa, ma nella sua manifestazione culturale. Chi vuole capire le ragioni della vita di un popolo così duramente perseguitato, esiliato, diffamato per millenni, dovrebbe partecipare con attenzione questa sera a una cerimonia che unisce gli ebrei di tutto il mondo e che si svolge ogni anno da almeno venti, ma probabilmente più di trenta secoli. Si chiama “seder”, parola che significa ordine, successione, regola, e sul piano materiale è banalmente una cena. Continua a leggere su informazionecorretta