Il Giornale, 08 luglio 2017

Se Abu Mazen ha amico, quello dovrebbe prenderlo per la giacca e dirgli: “Ehi, frena. Non vedi  non funziona la delegittimazione di Israele che hai programmato a forza di “fake news” e “fake history”, false notizie e falsa storia? Risparmia la fatica, non vedi che Israele parla con l’Arabia Saudita?  Non hai visto gli abbracci fra Netanyahu e Narandra Modi, il P.M. indiano, non sai che quest’anno Bibi ha incontrato 230 capi di Stato? Ti sei accorto che c’era qui Britney Spears tre sere fa, con 50mila spettatori?”. 

Ma lui tira dritto con le bugie aiutato dalla solita l’Unesco che di nuovo ha tradito il suo ruolo assegnando ai palestinesi la tomba dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe con Sara, Rebecca e Leah sita a Hebron. E’ incredibile: per la terza volta in un mese l’organizzazione dell’ONU per l’Educazione la Scienza e la Cultura ha consegnato ciò che è indubitabilmente, secondo ogni persona di decente cultura, parte della storia e della cultura ebraica, ai palestinesi: un “sito palestinese della cultura del mondo”. Questo, dopo che a maggio Gerusalemme la capitale d’Israele, era semplicemente stata strappata alla storia ebraica e dichiarata anch’essa sito palestinese, arabo, islamico… E la presenza di Israele in loco solo “occupazione”. Non importa se la storia degli ultimi quattromila anni ne fa l’anima ebraica, della letteratura biblica, della storia narrata da Tacito e da Flavio Giuseppe. Adesso il secondo sito ebraico più importante viene scippato: la tomba dei Patriarchi e delle Matriarche è un episodio commovente della Bibbia, non del Corano, Abramo torna apposta da un viaggio per seppellire sua moglie e compra col primo atto ricordato nella storia un pezzo di terra di Caanan da Efron l’Ittita.

Stiamo parlando di tempi in cui l’Islam non era neanche all’orizzonte, e non lo era neppure quando il re Erode (non quello della “strage degli innocenti”) fece costruire una magnifica struttura ancora in piedi: anche lui era ebreo. Maometto arriva parecchie centinaia di anni dopo, mentre le tombe erano oggetto di venerazione ebraica. Gli ignoranti dell’World Heritage le collocano nello Stato di Palestina con 12 voti a favore, 3 contro, la Polonia e la Croazia (unici paesi europei con la Finlandia nel gruppo, ma la Finlandia odia Israele quanto ama l’ecologia) e la Giamaica e 6 astenuti, fra urla e spintoni perchè di fatto è stato impedito il voto segreto. Gli USA, il Canada, l’Australia hanno fatto interventi contrari benchè non in commissione. Specie gli USA che minacciano di ritirare i fondi dall’ONU. Netanyahu ha già ritirato un milione di dollari di contributo dalle Nazioni Unite. 

L’ambasciatore palestinese all’ONU Ryiad al Maliky ha poco da giubilare dicendo “L’occupazione del nostro Stato non concede la sovranità su nessun pezzo della nostra terra”. Ma la storia non ricorda nessuno stato palestinese salvo quello inventato per contrastare lo Stato d’Israele, con stragi, terrorismo, delegittimazione. La carta straccia delle risoluzioni dell’UNESCO; insieme a quelle dell’ONU, trabocca ormai  dai sacchi della spazzatura della storia. Intanto cresce il consenso intorno all’unico Paese che sa combattere il terrorismo, sa fornire tecnologia essenziale a tutto il mondo, lascia, come a Hevron dove gli ebrei non erano potuti mai avvicinarsi alla tomba dei loro santi fino all’occupazione araba, che tutte le religioni, come oggi avviene, possano pregare e prendere decisioni sui loro siti. Anche all’ONU la musica sta per cambiare, ed è del tutto realistico immaginare che queste risoluzioni come quella famosa che definiva il sionismo uguale al razzismo dovranno essere cancellate, secondo la stessa realistica lettura che oggi punisce il Qatar, getta Modi nelle braccia, letteralmente, di Netanyahu, e fa nascere all’ONU una star come Nikki Haley, la nuova ambasciatrice USA che ha il vizio di dire la verità.