ECI celebra il 120° anniversario del primo congresso sionista a Basilea – Per l’Europa è tempo di celebrare lo stato ebraico Basilea – In un inaspettato volgersi degli accadimenti, il 31 agosto scorso la Coalizione Europea per Israele ha finito per ospitare l’unico evento ufficiale per la celebrazione del 120° anniversario del primo congresso sionista di Basilea. Quando il governo israeliano rinunciò ad organizzare una cerimonia ufficiale, al momento non risultava alcun evento celebrativo di quella data così importante per il popolo ebraico. Tutto però cambiò quando ECI organizzò una cena commemorativa nel Grand Hotel Le Trois Rois, il giovedì 31 agosto scorso. Nella sua nota di benvenuto, il direttore fondatore di ECI *Tomas Sandell* ha ricordato ai presenti il fatto che l’Europa è, allo stesso tempo, il luogo di nascita dello stato ebraico ed il più grande cimitero nel modo del popolo ebreo. Ha dunque affermato che: “Studiando la storia degli ebrei in Europa, si vedono due diversi percorsi; uno fatto da crociate, pogrom ed olocausto, ed un altro fatto di rinascita e vita fiorente. Uno porta alla maledizione ed alla morte, mentre l’altro porta alla benedizione ed alla vita. Uno è definito dal processo *Dreyfus* a Parigi nel 1895, dall’ascesa di *Hitler* a Berlino nel 1933, seguita dalla notte dei cristalli del 1938, che culminò più avanti nell’olocausto. L’altro è segnato dal congresso sionista di Basilea nel 1897, dalla dichiarazione di Balfour a Londra nel 1917 e dal riconoscimento del diritto del popolo ebraico a ricostituire la propria patria in Israele, sancito a San Remo nel 1920. Quale percorso scegliamo oggi?”. Sandell poi ha concluso citando le parole del Deuteronomio che ci incoraggia a “scegliere la vita così che tu ed i tuoi figli possiate vivere”. L’ospite d’onore, il principe *Philip Kiril von Preussen*, ha raccontato come il suo trisnonno, l’ultimo imperatore di Germania, il Kaiser *Guglielmo II*, aveva scelto il percorso sbagliato, negando la richiesta di *Theodor Herzl *di diventare il protettore della nazione ebraica nella loro terra d’Israele. Concludendo ha affermato che: “Qualche anno dopo la Germania perse la Guerra ed il Kaiser la sua corona, aprendo così la strada all’ascesa di Hitler e all’olocausto. Invece di scegliere un’evidente benedizione per la Germania, ha scelto una maledizione”. L’ambasciatore israeliano in Svizzera, *Jacob Keidar*, ha ringraziato ECI per aver organizzato la serata, avendo così evitato che l’evento del 31 agosto passasse inosservato nella terra in cui ebbe vita lo stato d’Israele. Il capo della comunità ebraica di Basilea, *Guy Rueff*, ha parlato di come il governo federale aveva celebrato il 120° anniversario due settimane prima ed ha ringraziato ECI per aver onorato Basilea, con una cena commemorativa, nel giorno esatto dell’evento. Ha anche ricordato che Basilea fu scelta nel 1897 grazie al sostegno della popolazione Cristiana ed ha aggiunto che: “Questa amicizia e sostegno è di grande importanza in questo giorno quindi è giusto che un gruppo Cristiano come ECI abbia deciso di celebrare il 120° anniversario con una sua propria celebrazione”. Sandell ha commentato che la riunione era stata organizzata seguendo lo spirito di grandi uomini come il reverendo *William Hechler *ed *Henri Dunant* che erano tra i dieci cristiani che presero parte al congresso. Ha affermato: “Come coalizione, vogliamo costruire sullo stesso legame di amicizia con il popolo ebraico e lo stato d’Israele”. La cena celebrativa era stata preceduta da una conferenza di preghiera organizzata dal direttore fondatore della Global Prayer Call, *Harald Eckert*, nella quale il cappellano della Christ Church di Gerusalemme, *David Pileggi*, aveva presentato il ruolo del leader Cristiano William Hechler nell’assistenza a Theodor Herzl, per coronare il suo sogno di un Congresso Sionista e di uno stato ebraico. Gregory Lafitte: l’occidente deve riconoscere le proprie radici ebraiche Basilea – Il discorso principale della serata è stato portato dal dott. *Gregory Lafitte*, del Forum per la Diplomazia Culturale. Il quale ha ricordato agli astanti che il delgati di 120 anni fa non erano solamente dei politici, ma anche scrittori, pensatori e membri di accademie. Ha citato anche il filosofo *Leo Strauss* che disse “La politica sionista deve essere basata sulla cultura”. Lafitte ha proseguito parlando delle due culture che hanno formato la civiltà occidentale, dicendo che: “Mentre il contributo dato dalla Grecia è stato opportunamente riconosciuto, non altrettanto è stato fatto per quello ebraico. Ora la comunità internazionale deve anche riconoscere le proprie radici ebraiche”. “La cultura ebraica ha spesso corso il rischio di essere assimilate o assorbita da quella greca. La nostra civiltà è debitrice più a Gerusalemme che ad Atene” ha sottolineato Lafitte, aspettando il giorno in cui la nostra eredità ebraica prenderà il posto centrale nella nostra cultura e ci sarà un vero ritorno a Sion. “Il sionismo è molto di più del ricreare uno stato ebraico” ha enfatizzato, citando *Theodor Herzl* che descrisse l’essenza del sionismo come un “ideale infinto”. Nel suo discorso ha evidenziato il contrato tra il pensiero greco e quello ebraico, piegando ed illustrando le differenze. Nel pensiero greco, tutto è incentrato sulla ragione, finita e fallace, mentre la cultura ebraica è incentrata sull’infinito e sulla speranza. La cultura greca cerca soluzioni nel qui e nell’adesso, ma il pensiero ebraico presenta una speranza per il futuro e dà una visione per l’eternità. Ma, ancora più importante, gli dei greci sono a sembianza degli uomini, mentre nella cultura ebraica è l’uomo ad essere ad immagine di Dio. Non voleva escludere la cultura greca, ma piuttosto voleva stabilirla al posto giusto e col giusto significato nella cultura di oggi. La cultura ebraica è stata tristemente trascurata nel passato ed ora è il momento che il mondo ne riconosca l’importanza ed il significato nella nostra cultura occidentale. Questo è stato l’obiettivo del Forum per la Diplomazia Culturale creato da ECI alle Nazioni Unite di New York per suscitare attenzione verso i numerosi contributi ebraici alla comunità internazionale, nella sua ricerca della pace. In conclusione, ha fatto notare che la visione sionista non si è completamente realizzata con la nascita dello stato ebraico. “L’adempimento della visione sionista non è ancora complete. Il sogno di Herzl –trasmesso nel primo congresso- è ancora vivo e valido oggi. Sì, lo stato di Israele è stato creato nuovamente, e gli ebrei non devono più combattere con l’unica alternativa: quella di essere assimilate ad un’altra cultura. Ma la visione deve ancora essere pienamente adempiuta, non solo a livello individuale ma ad un livello nazionale. Lo stato d’Israele non dovrebbe solo essere considerato semplicemente una nazione ricostituita, come un altro stato simile alla Grecia, ma dovrebbe essere riconosciuto come stato ebraico, e giocare pienamente il suo ruolo come luce delle nazioni”. L’intero discorso sarà pubblicato in seguito e messo sul sito web del Forum per l a Diplomazia Culturale. L’autorità palestinese rinnova il proprio programma – ECI: l’Europa dovrebbe smettere di finanziare il radicalismo e l’odio Bruxelles – L’Autorità Palestinese (AP) è impegnata dagli accordi di Oslo a preparare i propri cittadini alla coesistenza ed alla pace. Comunque, come ECI ha evidenziato molte volte in passato, la realtà nei territori palestinesi rivela un programma diverso. Attraverso una cultura di odio e demonizzazione, l’Autorità Palestinese continua ad incitare alla violenza contro la popolazione ebraica e ad onorare e ricompensare i terroristi condannati e quelli suicidi. Nel mese corrente l’Autorità Palestinese presenterà un nuovo programma per le scuole che, nonostante le proteste internazionali, continuerà a demonizzare il popolo ebreo e non metterà in atto alcun sforzo per preparare i propri bambini alla pace ed alla coesistenza. I contenuti dei libri di testo palestinesi sono stati criticati da molti anni, ma il programma non è stato modificato. Parte della colpa ricade sull’Unione Europea che rappresenta il più grande finanziatore dell’AP ed ha la responsabilità di assicurarsi che i suoi generosi fondi vengano utilizzati per preparare una via per la pace e non un’ulteriore radicalizzazione. All’interno della UE, alcuni stati membri si sono impegnati ad aiutare l’AP a formulare un nuovo programma per le scuole. Questi paesi sono la Finlandia, la Norvegia (anche se non membro della UE), l’Irlanda e l’Olanda. Oggi il comitato è guidato dalla Finlandia che ha ricevuto il riconoscimento internazionale per la bontà del suo sistema scolastico. Ma la questione è che oggi la Finlandia con altri stati membri della UE sta esportando la radicalizzazione in una delle regioni più instabili del mondo e non aiuta lo sviluppo ed il progresso. ECI si impegnerà con i governi dei suddetti stati e con la UE per assicurarsi che l’Europa innalzi il proprio impegno per I valori universali e per la pace. Siamo ECI Il comitato di ECI si riunisce a Gerusalemme e prepara il 15° anniversario Gerusalemme – Nel preparare il 15° anniversario di ECI del prossimo anno, il comitato e lo staff della Coalizione Europea per Israele si sono riuniti a Gerusalemme, per una riunione molto importante. Diversamente dallo scorso anno, quando il comitato incontrò il primo ministro *Netanyahu*, quest’anno l’attenzione è stata sulle questioni internazionali. Ha detto *Tomas Sandell*: “Considerato che ECI è uscita dalla fase pionieristica, è importante fare una pausa e guardare indietro in questi passati 15 anni e guardare avanti verso il futuro. Come gli edifici, anche le organizzazioni fatte da mano d’uomini hanno bisogno di rinnovamento e di aggiustamento, col passar del tempo. Così anche ECI ha bisogno di svilupparsi ed adattarsi per soddisfare meglio le crescenti richieste del futuro”. Attualmente il comitato è costituito da *Tor G. Gull* (presidente), *Bedros Nassanian* (vice presidente), *Rick Ridings*, *Antti Hämäläinen* e *Bo Sander*. Presenti a Gerusalemme erano anche Tomas Sandell, *Katariina Salmi*, *Ruth Daskalopoulou-Isaac*, *Gregory Lafitte* ed *Andrew Tucker*. Uno dei temi in discussione è stato il concetto dei “promotori di ECI” i quali possono aiutare a diffondere le informazioni riguardo al lavoro di ECI in Europa e nel mondo, mentre il comitato ed I membri dello staff sono principalmente occupati a raggiungere le persone che prendono le decisioni. In qualità di nuovo membro del comitato, Bo Sander ha detto: “ECI ha un grande potenziale nella sua attuale rete di amici. Ma dobbiamo migliorarci nell’evidenziare che ECI non è sostenuta nè dall’Unione Europea nè da agenzie governative, ma è un’opera senza fini di lucro che dipende solo dalla generosità dei suoi sostenitori. Fornendo ai volontari presentazioni in Power Point ed altri strumenti di divulgazione, questi possono diventare nostri ambasciatori tra quegli amici di Israele che non sanno nulla del lavoro di ECI”. Questi, ed altri progetti saranno presentati più nel dettaglio durante l’anno ed un gruppo special preparerà la visione per ECI 2025. European Report torna nello studio nel Parlamento Europeo per discutere del significato del Sionismo, 120 dopo il primo congresso sionista

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