Il prossimo direttore generale dell’UNESCO deve rispettare la scienza e la cultura

Bruxelles – 11 ottobre 2017

“L’elezione, in questa settimana, del nuovo direttore generale dell’agenzia dell’ONU per l’istruzione, la cultura e la scienza è un’occasione d’oro per gli stati membri per rinnovare il proprio impegno nei confronti dei valori e dei principi della carta dell’ONU, eleggendo un candidato che rispetti pienamente la scienza e che promuova una cultura di dialogo e coesistenza” ha affermato il fondatore e direttore di ECI *Tomas Sandell*, prima della votazione finale a Parigi.

All’inizio della settimana, nella prima votazione, il candidato del Qatar Hamad Bin Abdulaziz Al-Kawari ha ottenuto 19 voti su 58, seguito dal francese Audrey Azoulay che ha ottenuto 13 voti. Una ricerca del centro Simon Wiesenthal ha rivelato che Al-Kawari è stato il supervisore sulla distribuzione di materiale antisemitico, mentre era ministro della cultura nel suo paese e la sua canditatura è stata contestata dalla delegazione israeliana.

La comunità internazionale, guidata dalla delegazione USA, ha espresso una forte preoccupazione riguardo alle recenti risoluzioni della agenzia dell’ONU di Parigi che ha ripetutamente negato qualsiasi legame storico degli erbrei con i luoghi sacri in Isarele e nei territori palestinesi.

Lo scorso anno, i 58 stati membri, fortemente presenti nel comitato esecutivo guidato dal Qatar, hanno dichiarato che la tomba di Rachele, ad Hebron, era un luogo esclusivamente musulmano. Allo stesso modo il comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO aveva già inserito il Muro Occidentale nella sua lista dei siti protetti, usando solo il nome arabo. Sandell ha aggiunto che “questa cultura del falso storico e politicizzato deve avere una fine se l’organismo dell’ONU vuole che la propria reputazione venga mantenuta, come agenzia per l’istruzione, scienza e cultura”.

In aprile, la direttrice generale uscente dell’UNESCO Irina Bokova aveva inviato una dichiarazione alla Conferenza Programmatica Annuale di ECI, nel parlamento europeo, nella quale chiariva la propria posizione su Gerusalemme. Nella dichiarazione, mandata dal direttore dell’UNESCO Gene Seiti, ella riafferma il legame storico tra il popolo ebraico e Gerusalemme dicendo che: “Gerusalemme è la capitale del Re *Davide*, in cui *Salomone* costruì il tempio e vi collocò l’Arca del Patto. Negare, nascondere o cancellare ogni tradizione ebraica mina alla base l’integrità dei siti e va contro la ragione per cui tali siti sono stati iscritti come patrimonio dell’umanità”.

Il segretrario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha perso anch’egli pubblicamente le distanze dalle recenti risoluzioni dell’UNESCO affermando che : “non vi è alcun dubbio che ci sia stato un tempio ebraico a Gerusalemme”. “Il prossimo direttore generale dell’UNESCO deve essere un riformatore che rinnovi la fiducia nell’agenzia dell’ONU esprimendo un pieno rispetto per le inconfutabili scoperte scientifiche e promuovendo una cultura di dialogo e coesistenza” ha concluso Sandell. Leggi articolo su EC4I