La comunità internazionale condanna gli attacchi terroristici contro i civili israeliani

ECI: solo una politica forte di tolleranza zero può bloccare il terrorismo internazionale

Bruxelles, 30 maggio 2018 – La comunità internazionale, dall’Alto Rappresentante della UE per la politica estera Federica Mogherini all’inviato dell’ONU a Gerusalemme Nikolay Mladenov, ha condannato la recente ondata di razzi e colpi di mortaio contro la popolazione israeliana nel sud del paese. In un tweet Mladenov ha detto di essere profondamente preoccupato per gli attacchi armati indiscriminati da parte dei militanti palestinesi di Gaza. Altri leader nel mondo hanno espresso la stessa preoccupazione. In una dichiarazione di mercoledì scorso, il direttore fondatore di ECI Tomas Sandell ha fatto notare che “gli attacchi terroristici contro i civili israeliani si fermeranno solo quando la comunità internazionale adotterà una solida politica di tolleranza zero riguardo tutti gli attacchi terroristici contro Israele, invece di ricompensare alcuni di loro con coperture mediatiche compiacenti e di invocare immediatamente investigazioni indipendenti per il presunto uso sproporzionato della forza da parte delle forze di difesa israeliane”.

“Il governo israeliano ha il diritto ed il dovere di proteggere i propri cittadini. Due settimane fa, le premature conclusioni dopo le violenze al confine di Gaza, con la richiesta di un’indagine guidata dall’ONU per l’uso eccessivo della forza da parte dell’esercito israeliano, hanno incoraggiato i gruppi terroristici coinvolti, Hamas e la Jihad Islamica, a continuare la loro campagna di terrore contro i civili israeliani. Hanno capito fin troppo bene che si sarebbe incolpato l’esercito israeliano, e non certo loro, per le inevitabili perdite causate dall’uso di donne e bambini come scudi umani”. “Il sostegno internazionale non può cessare nel momento in cui l’IDF agisce per proteggere i propri cittadini” ha detto Sandell sottolineando come la solidarietà internazionale si attiva subito contro Israele appena l’IDF risponde al fuoco dei terroristi. “L’uso proporzionato della forza non significa che i militari israeliani debbano tirare a loro volta le pietre che i terroristi scagliano verso i soldati insieme ai copertoni bruciati ed usano armi da usare al riparo di donne e bambini”.

All’inizio della settimana è morto un soldato israeliano a causa delle ferite dopo essere stato colpito da un pesante blocco di marmo scagliato da un palestinese. In ogni modo, mentre Israele subisce il peggior attacco missilistico dal 2014, la parlamentare europea spagnola Elena Valenciano, parlando a nome del gruppo Social Democratico ha chiesto che la UE valuti se Israele stia rispettando i diritti umani. Il gruppo, che ha richiesto una commissione indipendente per investigare sui fatti accaduti, è il secondo più grande partito nel parlamento europeo. La Valenciano è stata contraddetta da altri oratori, tra i quali il parlamentare danese Anders Primdahl Vistisen che ha affermato che “Il terrore è sempre responsabilità di chi lo attua, mai delle vittime”.

Anche il ministro degli esteri ceco Martin Stropnický  aveva dichiarato in settimana: “Hamas è l’unico responsabile della violenza che ha portato dei morti a Gaza ed il tentativo di varcare con forza le barriere di confine può bene essere visto come un atto di terrorismo”. Con un chiarimento pubblicato su Facebook, la rappresentante a Bruxelles di ECI Ruth Isaac ha affermato che Israele si ritirò completamente da Gaza nel 2005, e da quel momento quel territorio è diventato la culla del terrorismo. È estremamente offensivo che la comunità internazionale continui a richiedere che anche la Giudea e la Samaria cadano sotto il controllo palestinese, mentre non affronta la costante minaccia terroristica di Gaza.

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