di Marcello Cicchese

Qualcuno potrebbe pensare che lo scandalo provocato dall’esplosiva relazione dell’«Arcivescovo di Ulpiana, Nunzio apostolico» Carlo Maria Viganò pubblicata sul quotidiano “La Verità” del 26 agosto, in cui si scopre il coperchio su uno stomachevole secchio di immondizia fatta di veri e propri “crimini contro l’umanità” per la devastazione morale di giovani in via di formazione e sviluppo, siano la prova incontestabile della impossibilità per la CCR (Chiesa Cattolica Romana) di proclamarsi strumento divino, con l’autorità di stabilire ciò che è vero e ciò che è falso su tutto quello che riguarda Dio e gli uomini, e di avere l’autorità di aprire e chiudere le porte del Regno dei Cieli. Non è così. Almeno nell’autocoscienza della CCR. L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò termina la sua relazione su quell’immonda realtà fatta non soltanto di perversioni sessuali ma anche di complicità e silenzi, tra cui quello di Jorge Mario Bergoglio, detto Papa, con queste parole: «E nei momenti di grande prova che la grazia del Signore si rivela sovrabbondante e mette la sua misericordia senza limiti a disposizione di tutti; ma è concessa solo a chi è veramente pentito e propone sinceramente di emendarsi.

Questo è il tempo opportuno per la Chiesa, per confessare i propri peccati, per convertirsi e fare penitenza. Preghiamo tutti per la Chiesa e per il Papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui! Rinnoviamo tutti la fede nella Chiesa nostra madre: «Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica». Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito! Maria, madre della Chiesa, prega per noi! Maria Vergine Regina’ madre del Re della gloria, prega per noi!». Secondo questa concezione, la CCR può uscire addirittura rafforzata da questi scandali, perché – penserà qualcuno – se Dio ha mantenuto in vita una simile istituzione religiosa per così tanto tempo, nonostante ci sia in essa così tanto letame, vuole dire che esiste un’elezione dipendente soltanto dalla scelta di Dio e non dalla maggiore o minore fedeltà degli uomini.

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