di Marcello Cicchese

 
 

L’incendio di Notre Dame ha trasformato quel manufatto in un ricettacolo di simboli. Stando ai giornali, Notre Dame è simbolo di Parigi, della Francia, della chiesa francese, del cattolicesimo, del cristianesimo, dell’Europa cristiana, dell’anima cristiana, della bellezza umana, e altro ancora. Questo per quanto riguarda la gloria del passato; per quanto riguarda il presente Notre Dame è diventata per alcuni simbolo della pronta volontà europea di ricostruzione, per altri simbolo di disfacimento dell’Europa come la vediamo oggi
Naturalmente in tutto questo Dio non c’entra, e infatti non viene neppure nominato. Del resto, che c’entra Dio? E’ vero che sì, si parla di cristianesimo, cattolicesimo, chiesa, ma si sa bene che si possono usare questi termini senza fare alcun riferimento a Dio. Si dirà che è contenuto nell’aggettivo “cristiano”; ed è vero, perché potrebbe anche esserci qualcuno che nel dire “cristiano” pensi davvero e faccia riferimento a Dio, ma questo non è strettamente necessario per la continuazione del discorso fra di noi, uomini di varie fedi e convinzioni. Se ci limitiamo a parlare di “Europa cristiana” o “anima cristiana”, tutti possiamo partecipare alla conversazione, se invece ci mettiamo dentro Dio il discorso s’inceppa e non va avanti. Meglio rimanere sugli aggettivi. Del resto, lo stesso Benedetto Croce, dopo tanto pensare, era arrivato alla conclusione che “non possiamo non dirci cristiani”, noi europei. E per dirci cristiani non è affatto indispensabile credere in Dio, e tanto meno avere un’idea sufficientemente chiara di quello che Lui pensa e fa e vuole da noi. Dunque, avanti con i collegamenti simbolici culturali: ce n’è per tutti.
Mi sia permesso allora di tentare un collegamento simbolico che ha l’ardire di fare esplicito riferimento a Dio.
   Notre Dame è il simbolo della superbia umana che si eleva verso l’alto a maggior gloria dell’uomo e nel disinteresse per la volontà rivelata di Dio.
   E’ chiaro che per chi scrive questa volontà rivelata di Dio si trova nella Bibbia, e soltanto nella Bibbia.
Tra le espressioni di superbia verso Dio presenti in quell’opera umana che è la cattedrale di Notre Dame, ne vorrei mettere in rilievo una di fondamentale importanza che esprime in modo plastico il rifiuto da parte dell’uomo della volontà rivelata di Dio: la superbia verso il popolo che Dio si è formato per la sua azione sovrana e salvifica sulla terra: Israele.
La prima e la quarta pagina di copertina del mio libro “La superbia dei Gentili”, contengono le immagini di due bassorilievi che si trovano nelle due nicchie a destra e a sinistra del “Portale del Giudizio Universale” della cattedrale di Notre Dame a Parigi. In una nicchia è rappresentata in forma personificata la Sinagoga, nell’altra la Chiesa.
La Sinagoga ha la testa bassa, il capo scoperto e gli occhi gonfi velati da un serpente sibilante; la Chiesa ha la testa alta e porta in capo una corona regale.
La Sinagoga ha nelle mani la lancia, simbolo di forza e autorità, ma la sua punta è spezzata e cade indietro, mentre a terra giace la corona regale; la Chiesa invece tiene in mano il simbolo di forza e autorità espresso dalla lancia, che è tutta intera e alla cui cima si trova una croce.
Dalla mano destra della Sinagoga cadono le tavole della legge, simbolo dell’Antico Patto; nella mano destra della Chiesa si trova una coppa, simbolo del Nuovo Patto.
Questi due bassorilievi fanno parte di quel carattere simbolico che si cerca in Notre Dame: un simbolo di superbia che si eleva contro Dio resistendo e opponendosi alla Sua volontà rivelata.
E se è così, anche l’immagine di quella guglia infuocata che crolla rovinosamente a terra fa parte del simbolo.

(Notizie su Israele, 17 aprile 2019)