Tra gli obbiettivi del prossimo viaggio in Israele in programma dal 19
al 26 maggio, oltre al sostegno di alcune congregazioni messianiche, ci
sarà anche la visita a molti kibbutz nel Neghev ad indirizzo agroturistico.
Lo scopo è di verificarne l’affidabilitò logistica per il futuro viaggio
di archeoligia biblica previsto per l’inverno 2020: “ALLA SCOPERTA
DELL’ARCHEOLOGIA BIBLICA nEL DESERTO DEl NEGHEV ASSIEME A DAN BAHAT”.
Grazie all’amicizia ormai consolidata con questo archeologo di fama
mondiale, per promozionare in maniera più incisiva il viaggio, da questo
mese comincieremo a presentare aricoli di attualitò archeologica
segnalatici. Ecco il primo.

ARCHEOLOGIA BIBLICA: NUOVE IPOTESI SUI ROTOLI DEL MAR MORTO.
E’ noto agli appassionati di archeologia biblica che i Rotoli del Mar
Morto possono esser stati redatti, almeno in parte, dagli Esseni, ma
questa ipotesi ha subito un notevole impulso con il recente
ritrovamentodi circa 200 frammenti di tessuto avvenuto nelle grotte
dell’area di Qumran, dove erano stati ritrovati i celebri rotoli.
Considerando che gli studiosi sono sempre divisi da chi sarebbe il vero
autore (o gli autori) dei Rotoli e sul modo in cui i testi sarebbero
arrivati a Qumran, questo ritrovamento potrebbe portare ad una soluzione
definitiva di questo mistero.
Gli studi e le ricerche condotte sui reperti dimostrano infatti che i
tessuti ritrovati erano realizzati con il lino, invece della lana, che
era il materiale più usato nell’antico Israele. Per di più non riportano
alcun tipo di decorazione e alcuni erano stati scoloriti fino a
diventare bianchi, nonostante i tessuti di quel periodo fossero
caratterizzati da colorazioni molto accese. L’insieme di tutti questi
elementi suggerirebbe che gli Esseni avrebbero composto alcuni dei Rotoli.
Questa versione dei fatti non è comunque condivisa da tutti; un
archeologo che aveva condotto gli scavi a Qumran dichiarava infatti alla
rivista “Live Science” che i tessuti in lino ritrovati potrebbereo esser
appartenuti a persone in fuga dalle armate romane dopo la caduta di
GERUSALEMME del 70 d.C., e che siano stati loro stessi  a nascondere i
Rotoli nelle caverne.
I Rotoli del Mar Morto sono composti da circa 900 testi, di cui i primi
sono stati ritrovati da un pastore beduino nel 1947. La loro datazione
li fa isalire a prima del 70 d.C. e alcuni risalirebbero al 3° secolo
a.C.; contengono una grandissima quantità di scritture, tra cui antiche
trascrizioni della Bibbia ebraica (con il libro di Isaia completo), inni
sacri, salmi e calendari. Gli oltre 200 frammenti di tessuti sono stati
trovati nelle medesime grotte e anche a Qumran, il sito archeologico
vicino alle caverne dove erano stati nascosti anticamente i Rotoli.
Ricercatori della Israel Antiquities Authority hanno messo a confronto i
tessuti di lino bianco trovati nelle undici caverne paragonandoli con
altri tessuti ritrovati in altre località archeologiche di Israele,
pubblicando le loro ricerche nella rivista “Dead Sea Discoveries”.
Una svolta negli studi effettuati su questi resti è avvenuta nel 2007,
quando un gruppo di archeologi è stato in grado di dimostrare che i
tessuti di lana colorata ritrovati nell’area Sud di Qumran (nota come le
Caverne di Natale),non avevano alcun collegamento con gli antichi
abitanti della zona. Questo vuol dire che la ricerca si è concentrata
sui 200 tessuti ritrovati nelle caverne dei Rotoli oltre a Qumran, con
la certezzaa che si trattava degli unici tessuti esistenti che potevano
vantare un’autentica connessione con i Rotoli del Mar Morto.
Si scoprì che ognuno dei tessuti ritrovati era di lino, anzichè di lana,
tessuto più popolare in Israele. La maggior parte di questi tessuti era
utilizzata per la realizazione di indumenti e successivamente tagliata
per altri scopi, come la creazione di bende utilizzate per avvolgere i
rotoli prima di inserirli nei loro contenitori.
Alcuni di questi tessuti sono stati sbiancati e la maggior parte non è
decorata, questo nonostante fosse uso comune nell’antica Israele
decorare i tessuti. Basandosi su questo ritrovamento, gli studiosi
suggeriscono che evidentemente i residenti di Qumran erano soliti
abbigliarsi in maniera molto semplice, proprio per differenziarsi dal
mondo di influenza romana; erano pesone molto umili e non volevano
indossare tessuti colorati, preferendo un tipo di abbigliamento più
semplice. Nonostante questo, emerge anche che i propietari dei tessuti
non dovevano esser poveri, in quanto solo uno dei tessuti ritrovati
presenta una toppa: scoperta importante in quanto il fatto di rappezzare
e riparare gli indumenti è sempre chiaro indice di una situazione
economica precaria.
Molto lontani da esser degli eremiti dediti ad una vita ridotta
all’essenziale, gli abitanti di Qumran potevano contare su una certa
ricchezza, probabilmente dovuta al commercio basato sulla realizzazione
di utesili in terracotta, sull’allevamento di animali e sulla produzione
di miele.
Gli studiosi hanno opinioni contrastanti riguardo a chi sarebbe l’autore
dei Rotoli del Mar Morto e soprattutto come i testi siano arrivati a
Qumran. Alcuni argomentano che i Rotali sarebbero stati scritti nel sito
stesso dove sono stati trovati, mentre altri sostengon che sono stati
scritti a Gerusalemme o i altra località di Israele, per esser poi
nascosti nelle grotte.
La località di Qumran è stata sottoposta a scavi archeologici per la
prima volta negli anni Cinquanta per opera di Roland de Vaux, che giunse
alla conclusione che il sito doveva esser stato abitato da una setta
religiosa chiamata Esseni, autrice dei Rotoli, conservati nelle caverne.
Tra le sue scoperte ci sono anche delle piscine, utilzzate per bagni
rituali e diversi calamai ritrovati in una stanza, da quel momento
definita “sriptorium”.
Secondo il risultato dei suoi scavi, gli studiosi sono anche riusciti a
stimare il numero delle persone che abitavano il sito, che si aggirava
intorno alle 200 unità.
Un lavoro archeologico più recente, però, dell’Israel Antiquities
Authority, suggerisce invece che il sito non poteva raccogliere più di
qualche dozzina di persone, peraltro estranee alla stesura dei Rotoli.
Secondo loro, infatti, i Rotoli del Mar Morto sono stati lasciati nelle
grotte da fuggitivi che cercavano di sottrarsi alle armate romane dopo
la conquista di Gerusalemme nel 70 d.C.