La prossima settimana sarò in Israele e in particolare in alcuni Kibbutz del Neghev; lo scopo è di verificare se qualcuno potrà offrirci una valida sistemazione logistica per il futuro viaggio di archeologia biblica nel deserto del Neghev in programma per la prima settimana del 2020.
Il programma preparato con la stretta collaborazione dell’archeologo Dan Bahat, con cui mi incontrerò nel week-end del 25 maggio, sta prendendo forma, almeno per l’itinerario, mentre per i costi si dovrà attendere qualche mese.
In linea di massima l’itinerario prevede un paio di giorni a Gerusalemme, uno a Masada per visitare poi il cratere di Ramon. per poi proseguire a Timna le citta nabatee, Advat, Shivdat, Elusa e Mampsis.
Pensavo anche una paio di giorni sul Mar Morto per fare shabbat in una
beauty farm di Ein Gedi o Ein Bokek, se la proposta economica sarà conveniente.
Segnalo anche una delle ultime notizie di cui siamo venuti a conoscenza.

TROVATI A GERUSALEMME I RESTI DELLA FORTEZZA DI ACRA DOVE I GRECI CONTROLLAVANO L’ACCESSO AL TEMPIO.
Alcuni ricercatori israeliani ritengono di aver scoperto i resti della fortezza di Acra, costruita da Antioco IV (215-164 a.C.), che i greci usavano per controllare il Tempio di Gerusalemme più di 2000 anni fa. Negli stessi scavi sono state trovate pietre da fionda, punte di frecce e balestre, prova dei tentativi da parte della dinastia degli Asmonei (fondata da Simone Maccabeo, segnò l’inizio del regno di Giudea, a partire dal 140 a.C., e mantenne il potere civile e religioso fino alla coquista romana) di conquistare la roccaforte e liberarla dal controllo greco come alla fine avvenne.
La scoperta che localizza la fortezza, sembra così risolvere, a giudizio degli archeologi, uno dei misteri rimasti a lungo insoluti di Gerusalemme.
Da 100 anni ad oggi sono stati numerosi i tentativi di scoprire Acra e tutti finora vanificati dalla scarsezza dei resti architettonici a disposizione sulla presenza greca a Gerusalemme. Ma ora i nuovi scavi hanno permesso di fare un grande passo in avanti. Questa scoperta permette per la prima volta di ricostruire la pianta degli insediamenti nella città all’inizio della rivolta dei Maccabei nel 167 a.C.