Certamente le Sacre Scritture, non propongono specificatamente una teoria politica, anche se la Bibbia ebraica parla spesso di capi e di leggi, di aspri conflitti interni e di guerre tra nazioni, di questioni di autorità e di politica, di critiche mosse pubblicamente al governo e agli strati sociali dominanti. Tutto ciò all’ombra di un Dio onnipotente.

Di qui consegue una serie speciale di domande a cui ci si trova davanti nel caso della Bibbia: quale spazio può esservi per la politica quando chi governa in ultima analisi è Dio? in altre parole, in una nazione che vive sotto la dominazione divina e la protezione di Dio, quale spazio resta al processo decisionale guidato da assennatezza e prudenza; e se invece non lo è, e tanto meno non lo vive, quale dovrebbe esser il comportamento del credente?
L’indicazione di esser sottomessi all’autorità ci viene chiaramente indicata nella lettera paolina ai Romani (Rom. 13:1), ma l’eccezione scritturale a questo comandamento è prevista allorchè l’ubbidienza all’autorità civile comporta la disubbidienza alla Parola di Dio.
Illuminante in tal senso è la vicenda narrata nel libro di Daniele (Dan.3:16-18;6:7 e 10) ma ancor di più, in prospettiva di una drammatica attualità, lo è la situazione narrata in Levitico 1:15-17 quando l’ordine della massima autorità del tempo (il Faraone d’Egitto) venne completamente disatteso dalle levatrici ebree. Queste coraggiose donne di una certa età temevano Dio e scelsero di ubbidire a Lui, anzichè all’uomo. Comprendevano che i bambini erano un dono di Dio e che ucciderli era sbagliato.
Applicando questo principio biblico ai nostri giorni risulta chiaro il riferimento antiabortista che contiene ed è drammatico aver assistito, anche al recente Convegno per la Famiglia di Verona, proteste sguaiate e
sceneggiate a favore dell’aborto, quasi fosse un’anticoncenzionale.
Certo è imbarazzante per un credente scrupoloso verso gli insegnamenti della Parola di Dio avere un impatto coerente con l’attuale compagine governativa “arancione” (colore che si ottiene mescolando il giallo con
il rosso!).
Il riferimento all’aborto introduce l’argomento importante sul matrimonio e la famiglia all’interno della nostra società che purtroppo rivela poca conoscenza dei fondamenti biblici. Prima di tutto, il matrimonio e il sesso provengono da Dio e per ciò sono buoni. La nostra capacità di stabilire una relazione con una persona di sesso solamente opposto è legata direttamente al fatto di esser stati creati a immagine di Dio:”Così Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza…li creò maschio e fammina”(Gen:1:27).
Purtroppo nell’attuale governo Conte bis si è accorporato in un unico Ministero le Pari Opportunità e la Famiglia assegnando il dicastero al ministro Elena Bonetti (ora in forza al movimento di RENZI), già in passato promotrice di iniziative ed “esperienze di divorzio, convivenza, omosessualità valide per la partecipazione alla vita associativa e al ruolo educativo”. Da qui anche la richiesta alle gerarchie vaticane di”mettersi in discussione” rivalutando “I TEMI DELL’OMOSESSUALITA’, CONVIVENZA E DIVORZIO”: ovvero la dissoluzione programmata della famiglia. Appello anche allo stato, affinchè riconoscesse giuridicamente le associazioni omosessuali “perchè tutti abbiamo il diritto di amare ed esser amati” e questo già dal 2014 ben prima dell’approvazione dell’infausta legge Cirinnà.
Ma non è finita! Il nuovo ministro per le Politiche giovanili e per lo Sport è Vincenzo Spadafora, politico pentastellato che è la punta di diamante delle lobby LGBT all’interno delle istituzioni e che si è sempre dichiarato favorevole a una legge sulle adozioni gay. Penso sia chiara la gravità della situazione politica italiana con una compagine governativa che ha assemblato due tali personaggi nei ruoli autorevoli relativi alla famiglia e all’educazione giovanile. Le premesse sono chiaramente in contrasto con gli insegnamenti della Parola di DIO e i credenti dovranno prendere coscienza del ruolo decisionale da seguire nelle situazione in cui saranno coinvolti.
Se il matrimonio e la famiglia rappresentano la base e il principio sociale voluto e desiderato da Dio definendolo “molto buono” (Gen.1:31; 1Tim.4:4), un altro aspetto molto caro a Dio definito addirittura la sua
pupilla (Zac.2:8) è certamente lo Stato di Israele.
Su questo punto la posizione del governo italiano può diventare drammatica. E’ bene ricordare che il giudizio di Dio sulle Nazione avrà come criterio di applicazione la modalità del comportamento verso Israele (emblematica la situazione della Gran Bretagna con la Brexit che sta diventando sempre meno “Gran”, da impero mondiale di un secolo fa, la Dichiarazione di San Remo del 1920 insegna).
L’attuale governo, considerando il dicastero della Farnesina, cioè degli Affari Esteri è il più anti-sionista di sempre.
Preambolo interessante: prima ancora di diventare titolare del dicastero, l’attuale nuovo ministro degli esteri Luigi Di Maio insieme a Di Battista, qualche mese fa, hanno fatto una visita di solidarietà ai Gilet Gialli in Francia poco dopo l’assalto a Alain Finkelkraut, filosofo ebreo molto noto.
La solidarietà non era certamente verso FinkelKraut ma a sostegno dei moti di protesta populista con cui manifestano da mesi i Gilet Gialli.
L’antisemitismo è un buon concime populista e il populismo confonde l’odio per gli ebrei con quello per i padroni, gli sfruttatori, la burocrazia, l’elite ladra e l’ingiustizia economica. Probabilmente quello di Di Maio è stato un passo falso dovuto all’inesperienza per cui saranno di aiuto i suoi 4 sottosegretari. In particolare Manlio Di Stefano, già nel precedente sottosegretario agli esteri, manifestamente fanatico contro Israele.
Un altro sottosegretario agli esteri è Ivan Scalfarotto però a favore di Israele in quanto ama Tel Aviv e soprattutto il Gay Pride che frequenta con il suo compagno in quanto politicamente impegnato per LGTB e la legalizzazione dei matrimoni omosessuali: un amore per Israele alquanto deviato!
Certo Di Maio nella sua inesperienza avrà un certo imbarazzo ad affidarsi a questi due sottosegretari.
Il Movimento Cinque Stelle è impregnato di ignoranza e di accaniti luoghi comuni sul Medio Oriente (la moglie di Grillo è iraniana).
Di Maio nel 2016 accompagnato appunto da Manlio Di Stefano e la senatrice Ornella Bertotta vistarono polemicamente Israele accusandolo di apartheid e concludendo che avrebbe certamente riconosciuto lo stato di Palestina. Nella storia dei 5 stelle c’è un rapporto stretto con Omar Barghouti, fondatore del famigerato BDS, che traveste la battaglia internazionale per la sparizione di Israele con la legalità dell’invito al boicottaggio. Il BDS ha inoltre solidi rapporti con ONG legate al terrorismo.
Infine il governo Conte bis ha come ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti promotore anch’esso al boicottaggio di Israele a tutti i livelli: economico, culturale, sportivo e istituzionale scrisse che “il boicottaggio di Israele è la chiave per aiutare la causa di una pace equa e sostenibile in Medio Oriente”.
Ci dobbiamo aspettare una quantità di equilibrismi ed intrighi in quattro settori di vitale importanza come la famiglia, la politica giovanile, Israele e la politica estera e l’istruzione, perchè questo governo non possa implodere.
D’altro canto campione di intrighi mi sembra proprio il primo ministro Conte, che è riuscito nell’intrigo di esser il capo di governo in successione a due schieramenti di opposta tendenza politica. Mi rieccheggiano due passi del libro di Daniele sugli ultimi tempi: Dan.8:23-24 “un re…esperto in intrighi. Il suo potere si rafforzerà,
ma non per la sua propria forza”.
Penso che si stia rimarcando un periodo storico in cui molti personaggi in autorità assumeranno comportamenti e atteggiamenti tipici del carattere dell’anticristo (1 Giov.2:18), proprio per prepararne la via.
Che possiamo meditare la Sua Parola, sottoponendoci alle autorità nella guida dello Spirito Santo, pregando e vigilando sulla nostra vita.

Past. Ivan Basana (presidente EDIPI)
ivan.b@edipi.net