i Enrico Martinet

La Storia si mescola alla finzione e ne esce un giallo con due omicidi e una traccia che conduce a uno dei più grandi alpinisti degli Anni 30 del Novecento, Ettore Castiglioni. Intellettuale milanese, raffinato esteta dell’alpinismo, pianista e partigiano, morì assiderato ai piedi del Passo del Forno, tra Valtellina e Engadina, per sfuggire alla prigionia. La chiave del giallo e anche della misteriosa fuga di Castiglioni dalla Svizzera è nel libro Il codice Debussy (Elliot editore), di Lorenzo Della Fonte, musicista e direttore d’orchestra, docente al Conservatorio di Torino. Otto dei 24 preludi di Claude Debussy rappresentano il codice che guida il capitano dei carabinieri Giovanni Bassan.
La vicenda si svolge tra l’autunno del 1944 e la primavera del 1945. I due omicidi (non storici) di cui si occupa lo portano da Asti (dove è stata uccisa una ragazza ebrea) a Valpelline, dove la vittima è invece una anziana perpetua. In questa località della Valle d’Aosta trova traccia di Castiglioni. Lui tenente degli alpini fino al 1943 alla Scuola militare di Aosta, diventa partigiano dopo 1’8 settembre e si rifugia nell’alpeggio Berio della conca di Ollomont, che si apre sulla Valpelline.
Da quel posto appartato Ettore Castiglioni, con la sua banda partigiana incrocia la sua vita con ebrei in fuga. Fa il passeur e contrabbanda formaggio. Guida in Svizzera gli ebrei attraversando il col Fenètre, lo stesso passo che consentì al futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi di sfuggire all’arresto da parte dei fascisti.

Continua a leggere su Notizie su Israele