In una splendida mattinata settembrina Il 18° Raduno Edipi si è aperto,  in concomitanza con la vigilia di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, con la visita guidata al Museo ebraico, ricco di oggetti della tradizione ebraica e la proiezione del video-documentario dal titolo “Generazione va, generazione viene”, sulla storia degli ebrei di Padova che hanno rappresentato una presenza importante nella storia, anche dal punto di vista demografico (oltre 1000 ebrei nel corso dell’800) e nel progressivo sviluppo della città, grazie anche alla nascita dell’Università che dava la possibilità agli ebrei di frequentare corsi di medicina. Purtroppo, con l’entrata in vigore delle leggi razziali del 1938, la comunità ebraica di Padova si è ridotta drasticamente. Decisamente interessante la visita alla Sinagoga di Via delle Piazze, prima Sinagoga di rito tedesco, data alle fiamme dai fascisti nel 1943 e completamente restaurata nel 1998 e adibita a conferenze e attività culturali. A Padova esisteva anche una sinagoga di rito spagnolo e una sinagoga di rito italiano, caratterizzata da un “pulpito” ligneo molto bello, come tutta la sala del resto, oggi l’unica regolarmente in funzione, fondata nel 1548 e completamente ristrutturata nel ‘600 e successivamente nell‘800.

Dopo la pausa pranzo il gruppo si è trasferito al Teatro Excelsior di Mortise dove il Presidente Edipi  Ivan Basana ha ufficialmente inaugurato il 18° Raduno Nazionale  e il Rosh Hashanah 5780, il Capodanno Ebraico, dando il benvenuto al Rabbino Capo della Sinagoga di Padova, Rav. Adolfo Locci e al Vice Sindaco Lorenzon, in rappresentanza del Comune di Padova che ha patrocinato l’evento.

Rav. Locci ha spiegato il significato del Capodanno Ebraico che in Levitico e Numeri è chiamato “Giorno del Ricordo” o “Giorno del Giudizio”, come riflessione sulla creazione dell’universo e soprattutto sulla creazione dell’essere umano. Nella Torah vi si fa riferimento definendolo “Il giorno del suono dello Shofar”.  Rosh Hashanah è un nome post biblico, ma sono  considerati “ capodanno” anche  il mese di Nisan (Pesach) e Tishri.

SHANA TOVA 5780 !

 Le lettere dell’alfabeto ebraico sono anche dei numeri; le parole che corrispondono a questi numeri significano: ANNO DELLA REDENZIONE  o del RISCATTO.                           E’ stato Dio a istituire le feste: in Esodo Dio comanda di andare a celebrare una festa nel deserto… “lascia l’Egitto e vai a festeggiare nel deserto”, perché il popolo doveva lasciare le tradizioni egiziane, portare via tutto, bimbi e animali, affinché avvenisse un completo  svuotamento dalle tradizioni egiziane ed essere purificati attraverso una nuova festa, un nuovo inizio, una nuova meta, una nuova speranza e in questo specifico caso la festa stabilisce la nascita del Popolo Ebraico. Le Feste Ebraiche, analizzate dal punto di vista del Nuovo Testamento, rappresentano l’associazione alla figura del Messia.

La Dott.ssa Rossella Genovese ha quindi presentato il suo primo libro, “L’ombra dei beni futuri” Un approccio antropologico alle feste ebraiche,  che, come lei stessa ha spiegato, è stato come un parto vissuto di pari passo con la gravidanza e la nascita di suo figlio David, al quale il libro è dedicato. Il libro prende spunto dalla tesi di laurea di Rossella e vuole aiutare il lettore ad affacciarsi alla conoscenza dell’Ebraismo attraverso la pratica delle sue festività, utile quindi per iniziare a comprendere le loro origini entrando in un mondo ancora velato per molti. La prima copia del libro autografato  è stata donata dall’autrice a Rav. Locci .

                                                                                                                                                 Ha preso poi la parola il Consigliere teologico  per Edipi, Mark Surey, insegnante di Oxford,  tradotto magistralmente da Monica Tamagnini. L’intervento è stato particolarmente toccante perché, ha spiegato Mark, “è successo qualcosa di inaspettato durante la visita mattutina alla Sinagoga e al Museo che lo ha in qualche modo sconvolto”.

Ecco la sua testimonianza: “I miei nonni venivano  da Trieste, che era una città austriaca fino al 1931. I nonni parlavano tedesco e il nonno era stato comandante di una nave austriaca, Quando mio nonno è morto nel 1930, mia nonna ha lasciato il paese insieme a mia madre e sono andate a Londra. Durante la recessione del 1930 era difficile trovare un lavoro per un rifugiato politico… ecco perché la famiglia di mia madre si è trasferita dall’Italia all’Inghilterra e per ironia della sorte nella famiglia di mia madre erano ebrei-armeni e si sono rifugiati anch’essi a Londra. I miei genitori sono diventati atei dopo aver visto come Dio “NON” era riuscito a proteggere il suo popolo. Io sono diventato comunista e volevo solo dimenticare il mio passato ebraico. Ho frequentato una scuola cattolica e a quell’epoca ci sono stati molti problemi con l’Irlanda del nord fra cattolici e protestanti. Per complicare la mia infanzia ho passato 4 anni come unico ebreo in una scuola cattolica senza che io sapessi di esserlo…. Perché non sapevo di essere ebreo fino a quando non ho avuto 15 anni e i miei genitori me l’hanno detto per due motivi: primo, perché credevano che dovevo interessarmi al cristianesimo evangelico; secondo perché un bambino ebreo ortodosso nella mia scuola aveva scoperto da un suo compagno al quale si era molto affezionato di essere ebreo e gli aveva detto: “essere ebreo non ha alcun valore, cerca di dimenticartelo…” e io sono cresciuto così, in questo modo e con queste convinzioni. Sono diventato un credente in Gesù prima ancora di realizzare di essere un ebreo! Sono diventato un credente in Gesù in una biblioteca, in quanto un cristiano mi aveva sfidato a convincermi di essere cristiano e io lo facevo studiando perché le persone che riescono a vincere le battaglie son quelle che riescono a capire il punto di vista degli avversari. Ho scoperto che Gesù Cristo era veramente resuscitato dai morti e che era il mio Messia. Volevo riprendermi la mia identità ebraica che mi era stata rubata…. Io sono fedele ai figli di Israele perchè sono ebreo e vengo dall’ Armenia e da Trieste.

Non sono più tornato a Trieste dalla mia infanzia  perché mi ricordava un bruttissimo periodo, ma stamattina, mentre scorrevano le immagini degli ebrei che hanno vissuto qui a Padova e hanno contribuito a mantenere, anno dopo anno, secolo dopo secolo, distruzione dopo distruzione, ricostruzione dopo ricostruzione, le radici ebraiche della propria fede affinché non venissero mai dimenticate …. ho capito di essere tornato a Trieste attraverso le vite dei protagonisti di questa comunità ebraica di Padova, di avere rivissuto tutto ciò che hanno vissuto loro e di essere orgoglioso di far parte di questo popolo.

Tutte le festività si riferiscono alla protezione di Dio verso il suo popolo: io vi proteggerò nel vostro viaggio. Tutte le feste ebraiche parlano della generosità che Dio ha riversato sul suo popolo; come durante un raccolto Dio provvede e protegge il suo popolo. Così, come popolo di Dio, anche noi siamo in un patto con il nostro Dio. Proteggere è una virtù, se lo fa Dio dobbiamo farlo anche noi.                                                                                                                  Generare, Provvedere, Proteggere: 3 Virtù importanti per Dio, 3 Virtù importanti per noi.

Il suono magnifico di uno Shofar ha introdotto il gruppo Terre di Danza, autentica sorpresa dell’evento, superiore ad ogni aspettativa per qualità di danza, costumi, ritmi e musicalità. I danzatori e le danzatrici si sono succeduti in sequenza ininterrotta per oltre un’ora e mezza rappresentando in danza e canto 14 momenti di festa e di vita del popolo d’Israele, dal 1°: Uno è il Signore (Echad), creatore del cielo e della terra, al 14°: Canto tradizionale a conclusione della cena rituale familiare per la Pasqua ebraica, nell’intento di sottolineare l’importanza del valore della libertà attraverso la memoria di gesti, riti e tradizioni.

L’intensa e piacevolissima giornata si è conclusa con un rinfresco offerto dalle amorevoli mani di Andie Basana, che ringraziamo di cuore, nel quale il simbolo per eccellenza di Rosh Hashanah, mele intinte nel miele, ci hanno deliziato.

Laura Calasso

 


 

Programma dello spettacolo “Echad” di Terra di Danza presentato in anteprima nazionale in occasione del 18° Raduno EDIPI