Che cos’è il sionismo?

Il sionismo è il movimento storico che Dio ha usato per riportare al centro dell’attenzione mondiale il fatto che, per sua esplicita volontà, il popolo ebraico costituisce una nazione che ha ricevuto da Lui un compito unico. L’attuale Stato d’Israele, fondato sulla terra che biblicamente e storicamente appartiene alla nazione ebraica, non è il regno messianico promesso a Davide ma esprime la precisa volontà di Dio di costituirlo in un futuro più o meno prossimo. Dichiararsi sionisti significa dunque, come cristiani, riconoscere questa volontà e proclamarla pubblicamente prendendo posizione a favore di Israele. Non si tratta di approvare e sottoscrivere tutte le decisioni che il governo israeliano prende, ma di ribadire che su quella terra lo Stato d’Israele non ha soltanto una presenza di fatto come “entità aliena”, ma ha un’esistenza di diritto che non ha bisogno di essere continuamente confermata dalla benevolenza delle altre nazioni. Opporsi a questo significa essere antisionisti, e essere antisionisti in questo senso significa prepararsi a diventare, nel migliore dei casi, antisemiti passivi.
Molti dicono di “non avere niente contro gli ebrei”, però sono capaci di fare lunghi elenchi delle cose brutte che fanno. Non si tratterebbe, a sentir loro, di malevola ostilità preconcetta, ma di pura e semplice realtà di fatto. Sono i fatti compiuti dagli ebrei quelli che renderebbero difficile la loro la vita in seno ai popoli; e sono i fatti compiuti dal governo israeliano quelli che renderebbero precaria la posizione dello Stato d’Israele in seno alla comunità internazionale, mettendo in forse la sua esistenza come nazione.
Ma nessun fatto che possa accadere nel mondo, e neppure nessuna azione che possano compiere gli ebrei, potrà provocare la scomparsa dalla terra della nazione ebraica. I cristiani non dovrebbero aver bisogno di acute analisi politiche per esserne certi, perché sta scritto:

“Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte; che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde; colui che ha nome: il Signore degli eserciti. «Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me», dice il Signore, «allora anche la discendenza d’Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza». Così parla il Signore: «Se i cieli di sopra possono essere misurati e le fondamenta della terra di sotto, scandagliate, allora anch’io rigetterò tutta la discendenza d’Israele per tutto quello che essi hanno fatto», dice il Signore”

    (Geremia 31:35-37).

In questo passo è contenuta una frase che suonerebbe come musica alle orecchie di molti antisemiti. Sta scritto infatti che “… la discendenza d’Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza”. Ma sono specificate anche le condizioni: questo avverrà quando il sole non sarà più la “luce del giorno” e verranno a mancare “le leggi alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte”. Si tratta quindi soltanto di aspettare un po’.
E se gli uomini, stanchi di tutto quello che gli ebrei hanno fatto e continuano a fare in mezzo alle nazioni, vorrebbero farla finita una volta per tutte con questa storia del “popolo eletto”, il Signore si dichiara disposto ad accontentarli invitandoli a misurare “i cieli di sopra” e a scandagliare “le fondamenta della terra di sotto”. Quando questa ricerca scientifica sarà portata pienamente a compimento, in modo che null’altro si possa aggiungere, allora anche il Signore si dichiarerà stanco di tutto quello che gli ebrei hanno fatto e li rigetterà.Continua a leggere su Notizie su Israele