Brokken e Todorov, artisti di San Pietroburgo
Analisi di Diego Gabutti

Secondo la profezia, pronunciata dai padri fondatori, la rivoluzione socialista, superando con un olè «i rapporti di produzione borghesi», avrebbe posto fine alla «preistoria» dell’umanità; e sarebbe cominciata la «storia», finalmente. Questo avevano detto Marx, Engels, Kautsky e gli altri marxisti ortodossi; e questo ribadirono i loro seguaci russi – marxisti nichilisti e dostoevskiani, marxisti indemoniati – che stavano alla tradizione del movimento socialista come i cubisti alla storia dell’arte. Ma la «preistoria» non finì. S’interruppe e basta. Ci fu un intervallo di settant’anni, un lungo surplace in cui non accadde nulla, a parte guerre e massacri e Gulag e corse agli armamenti. Quindi il meccanismo della storia, come una vecchia pendola coperta di polvere, si rimise in moto lentamente e rugginosamente. Continua  a leggere su informazionecorretta