di Massimo Giuliani

Il fenomeno compare più volte nella Bibbia ed è sviluppato teologicamente dalla tradizione qabbalista Nello Zohar è immagine della redenzione futura, del riscatto messianico e della benevolenza divina sul mondo

 

Sin dai primi giorni di questa surreale e drammatica emergenza sanitaria sono comparsi sui balconi, alle finestre e sulle porte delle nostre case molti striscioni, lenzuola o disegni con l’immagine dell’arcobaleno, accompagnato dalla scritta: ”Andrà tutto bene”. Un gesto di incoraggiamento collettivo, di solidarietà nazionale ( come l’ esposizione del tricolore) e, forse, inconsciamente anche una barriera simbolica, dal vago sapore apotropaico, tesa cioè a tener fuori casa e fuori paese quel demone o spirito maligno invisibile ma aggressivo che chiamiamo virus, che in latino significa “veleno”, e che sta ammorbando le nostre vite. Mentre però le bandiere nazionali con i loro colori sono simboli convenzionali, adottati da comunità o da individui un po’ come gli stemmi araldici, l’arcobaleno ha un’altra origine: si tratta di un fenomeno del tutto naturale, che accade solo a certe condizioni meteorologiche o climatiche, raffigurato come uno spettro di sette colori, e che viene caricato di significati culturali diversi (in Italia è prevalso nel tempo il suo impiego come segno di pace; nel continente americano indica la rivendicazione alla diversità sessuale, che sventola soprattutto nei quartieri più gay delle grandi città). In ebraico, arcobaleno si dice qesher che vuol dire sia “arco” sia “varietà”. Il termine rimanderebbe dunque alla pluralità di colori che lo compongono e che appaiono in cielo in forma di arco.Continu a leggere su Notizie su Israele