di Fabio Camillacci/ Sono passati 85 anni da quel drammatico 15 settembre 1935, quando in Germania, con l’avvento al potere del partito nazionalsocialista (avvenuto nel gennaio del 1933), cominciò la terribile persecuzione antiebraica in Europa; e non solo. Un punto programmatico del nazionalsocialismo, come scritto da Adolf Hitler nel “Mein Kampf”, prevedeva infatti la lotta contro gli Ebrei considerati “subumani”, cioè: di diversa e inferiore natura razziale e responsabili della sconfitta tedesca nella Prima Guerra Mondiale.

L’inizio. Con una prima serie di “leggi razziali” (aprile 1933) gli Ebrei furono esclusi da impieghi civili e dalle libere professioni (insegnanti, avvocati, medici, editori). Fu introdotto inoltre il “numero chiuso” nelle scuole, che successivamente doveva essere ridotto a zero. Inizialmente, alcune eccezioni furono fatte solo per gli ex-combattenti e gli orfani di guerra. Da quel momento, moltissimi Ebrei cominciarono ad abbandonare la Germania. Continua  aleggere su tag24.it