Recensione di Alessandro Litta Modignani

Libia ebraica è un libro collettaneo, la raccolta di varie testimonianze e immagini fotografiche di un mondo millenario, oggi cancellato per sempre. Sulla base dei riscontri archeologici, le prime presenze ebraiche si registrano in Libia intorno al 300 a. C. Ne consegue che, al momento dell’invasione araba del Mahgreb, gli ebrei vivevano in quelle terre già mille anni prima dei conquistatori musulmani. Avevano vissuto, da minoranza religiosa, sotto il dominio di varie civiltà, con alterne vicende, sempre coniugando le tradizioni ebraiche con quelle specificamente locali. Nel XVI secolo fu la volta dei turchi ottomani, sotto i quali gli ebrei vissero nella condizione di “dhimmi” (protetti, cioè sottomessi, tassati e umiliati): un trattamento che durò fino al 1911, con l’occupazione italiana. “L’impatto del mondo arabo con il colonialismo europeo fu per gli ebrei della regione una possibilità di emancipazione da una condizione secolare di oppressione, insicurezza e umiliazione”, scrive David Meghnagi. Le vicende più recenti, quelle del Novecento, sono narrate con sofferenza e passione. Continua a leggere su informazionecorretta