Commento di Lara Crinò

All’inizio del suo romanzo più famoso, Non temere e non sperare (1986) lo scrittore israeliano Yehoshua Kenaz, scomparso a 83 anni dopo aver contratto il coronavirus, scrive: «Una voce interiore mi diceva che ci sarebbero state prove difficili e avrei dovuto (…) chiudermi in me stesso, adattarmi come quegli animali che si mimetizzano con l’ambiente circostante, non fare mai un mossa superflua, non farsi notare, avvolgersi su se stessi come una palla per ridurre al minimo la superficie vulnerabile. Vivere al margine».Continua a leggere su informazione corretta