Recensione di Diego Gabutti

A lungo ci siamo consolati pensando che fenomeni ideologicamente e politicamente mostruosi come il nazismo, come il comunismo e il dannunzianesimo, come il fascismo italiano, rappresentassero un’eccezione storica. Nati in un contesto irripetibile, quello del primo dopoguerra europeo, quando le generazioni comprese tra i venti e i quarant’anni, cioè la parte creativa e operosa della società, scomparvero in una fiammata nei massacri d’un conflitto di proporzioni mai viste prima, ci siamo a lungo consolati pensando che nichilismo e fantasie sociali estreme e devastanti fossero il fallout della Grande guerra, vista (non a torto) come una specie di guerra atomica scatenata dai Dottor Stranamore dell’epoca: milioni di morti, morta la politica, morte le democrazie, morta l’arte, morto tutto quanto. Continua a leggere su informazione corretta