La Corte Penale Internazionale riapre il fronte contro Israele. Le conseguenze della caduta dell’amministrazione Trump, la più vicina a Israele dalla fondazione dello stato ebraico, si incominciano a vedere. Innanzitutto nella politica americana, che ha richiamato in servizio la vecchia guardia dei collaboratori di Obama, e soprattutto il loro progetto strategico “multilaterale” di rinuncia a tutelare gli interessi degli Usa e dei loro alleati, per dare soddisfazione alle pretese dei nemici. Nel Medio Oriente questo significa riprovare a ottenere dall’Iran il rinvio del suo armamento nucleare in cambio di ingenti finanziamenti e di una legittimazione del ruolo cui ambisce di potenza egemone sulla regione più delicata del mondo. Questi funzionari americani, di cui fa parte John Kerry (che oggi è formalmente responsabile delle politiche ecologiche, ma ha voce in capitolo su tutta la politica estera) e Robert Malley (già membro eminente della delegazione che trattò con gli ayatollah l’accordo JCPOA e oggi responsabile per Biden di Siria, Iran, Stati del Golfo), ha in mente un progetto in tre stadi.

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