‘Giudei’, di Gaia Servadio: in una saga famigliare ebraica un romanzo straordinaro
Recensione di Giorgia Greco

ell’ambito della letteratura ebraica e non solo, la saga familiare risulta fra i generi narrativi più apprezzati, capace di incontrare in modo trasversale i gusti dei lettori. Autori del calibro dei fratelli Singer – basti pensare a “La famiglia Karnowski” di Israel J. Singer o “La famiglia Moskat” di Isaac B. Singer, per non parlare dei più recenti “La fortuna dei Meijer” di Charles Lewinsky o “La luce è là” di Agata Bazzi – ci hanno consegnato capolavori letterari indimenticabili in cui le vicende dei personaggi si intersecano agli eventi storici realmente accaduti, offrendo preziosi spaccati di Storia che altrimenti scivolerebbero nell’oblio. In questo contesto si inserisce “Giudei” il nuovo romanzo di Gaia Servadio, scrittrice, giornalista, pittrice nata a Padova nel 1938, l’anno delle leggi razziali, insignita del titolo di Cavaliere ufficiale della Repubblica dal Presidente Sandro Pertini e nel 2013 Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Attualmente vive fra l’Umbria e Londra dove si è trasferita negli anni Cinquanta. “Giudei”, un romanzo con molti riferimenti alla storia familiare dell’autrice senza però essere una vera biografia, intreccia nell’arco di un secolo i destini di due famiglie ebree diverse tra loro per cultura e tradizioni: i Foà che vivono a Torino, fieri sostenitori dei Savoia, rappresentano la piccola borghesia conservatrice e i Levi, amanti della musica, dei libri, con uno spirito libero e con lo sguardo rivolto al mondo, abitano nelle Marche e posseggono anche un piccolo rifugio a Torrette dove ogni tanto si recano per ritemprarsi dagli affanni della vita.Continua a leggere su informazione corretta