Recensione di Susanna Nirenstein

Gli interrogativi che pone la Shoah sono ancora molti, scrive Georges Bensoussan nel suo L’eredità di Auschwitz (Einaudi). Quello che è certo è che non sia stata l’incarnazione di un male assoluto e folle, che vi sia una linea di continuità tra l’antigiudaismo cristiano e la cesura della civiltà europea rappresentata dall’annientamento nazista, l’antisemitismo di matrice comunista, l’antica idea di inferiorità ebraica dell’islam e la minaccia iraniana di distruggere Israele. Dalle parole scaturiscono fatti, e le parole (e i fatti) dell’avversione per gli ebrei si aggirano ancora tra noi e sono in netta crescita: se nell’Europa fuori dall’Italia il fenomeno è culminato recentemente in aggressioni e terrorismo, anche nella Penisola è in aumento. Da questa presa d’atto e dalla volontà di rispondere alle falsità antisemite che generano odio nasce L’ebreo inventato. Luoghi comuni, pregiudizi, stereotipi, edito da Giuntina, a cura di Saul Meghnagi e Raffaella Di Castro, un arazzo tessuto dagli interventi dei curatori e di Gadi Luzzatto Voghera, Roberto Della Rocca, Daniele Garrone, Riccardo Di Segni, Livia Ottolenghi, David Bidussa, Claudio Vercelli, Fiona Diwan, Davide Jona Falco. Continua a leggere su informazionecorretta